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Patate viola: la nuova prevenzione del tumore al colon

I ricercatori presso la Pennsylvania State University di State College hanno scoperto che la supplementazione di una dieta ipercalorica (HCD) con patate viola, in coorti di maiali, ha portato ad una riduzione dei livelli di interleuchina-6 (IL-6), una citochina pro-infiammatoria che gli studi hanno dimostrato poter promuovere il cancro del colon. Autore dello studio è il team di Jairam K.P. Vanamala, professore di scienze dell’alimentazione, il quale afferma che i loro risultati sostengono ricerche precedenti sul fatto che le diete vegetali sono legate ad un minore rischio di cancro al colon. I ricercatori hanno recentemente riportato i loro risultati nel Journal of Nutritional Biochemistry. Secondo la American Cancer Society, nel 2017 ci saranno più di 95.000 nuovi casi di cancro del colon diagnosticato negli Stati Uniti. Se scoperto in anticipo, il tasso di sopravvivenza a 5 anni è di circa il 92%. Per i pazienti il cui tumore al colon ha metastatico, o si è diffuso in altre parti del corpo, la sopravvivenza a 5 anni si attesta intorno all’11%. Gli studi hanno suggerito da tempo che ridurre l’assunzione di carne e aumentare il consumo di cereali integrali, frutta e verdura, possono contribuire a ridurre il rischio di cancro del colon.

Come con molti frutti e verdure colorate, le patate viola contengono sostanze nutritive benefiche a livelli significativamente superiori ai loro omologhi bianchi. In particolare, le patate viola sono ricche di acidi fenolici e antocianine, un tipo di polifenoli ad azione anti-infiammatoria ed antiossidante. Precedenti studi hanno dimostrato che questi composti hanno proprietà anticancro. Essi sono attivi sulle linee tumorali HT-116, Caco-2 ed HT-29. Gli studi di alcuni anni fa hanno evidenziato anche una certa efficacia sulle cellule staminali tumorali di carcinoma del colon umano. I ricercatori suppongono che la loro azione sia diretta verso i recettori dei fattori di crescita, proteine coinvolte nella proliferazione di molti tipi di tumore. In particolare, le antocianine interferirebbero con il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), e con quello per il fattore di crescita vascolare (VEGFR) che conferisce potere alle metastasi. La minore sintesi di IL-6 deriverebbe per ridotta presenza o funzione di questi recettori, che ne controllano la produzione.

Il prof. Vanamala ed il team di ricercatori stanno accelerando i loro studi, per far luce su come i frutti e le verdure colorati potrebbero contribuire a migliorare la salute del colon. I ricercatori sono venuti ai loro risultati alimentando i suini una delle tre diete per 13 settimane: una dieta ipercalorica, una ipercalorica integrata con patate viola (crude o cotte) e una dieta standard (controllo). Dopo aver effettuato interventi dietetici di 13 settimane, la squadra ha sottoposto a screening il tessuto colonico degli animali per determinare come ciascuna dieta abbia influenzato l’espressione genica e i livelli di markers pro-infiammatori. L’analisi ha rivelato che, rispetto ai suini alimentati alla dieta di controllo, alimentato solo l’HCD ha mostrato un aumento dei livelli di IL-6, che potrebbe aumentare il rischio di cancro del colon e di altre malattie. Tuttavia, i suini alimentati all’HCD integrati con patate viola avevano livelli IL-6 che erano sei volte inferiori a quelli del gruppo di controllo. Dato che questi composti sono anche antiossidanti, il team ritiene che questa capacità possa contribuire ad attenuare lo stress ossidativo che si verifica negli stadi di pre-trasformazione tumorale.

Sulla base di questi risultati, il prof. Vanamala e il suo team suggeriscono che il targeting di IL-6 con patate viola e altri frutti e verdure colorati, ad alto contenuto di composti antiinfiammatori, potrebbe essere un modo fattibile per prevenire il cancro del colon e altre malattie.

L’ennesimo punto a favore del buon senso a tavola….

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Bibliografia scientifica

Kubow S et al (2017) Nutrients. 2017 Aug 29;9(9).

Shin JS et al (2016) J Cell Biochem; 117(10):2327-39.

Sugata M et al. Biomed Res Int. 2015; 2015:768093.

Charepalli V et al. (2015) J Nutr Biochem; 26(12):1641-49.

Lim S et al (2013) Mol Nutr Food Res; 57(11):1908-17.

Madiwale GP et al. (2011) J Agric Food Chem; 59(15):8155.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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