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Calorie, gusto e recettori: la preferenza non è un’opzione

La risposta edonica a zuccheri e grassi ad alto contenuto calorico e il conseguente sovra-consumo di tali alimenti, probabilmente gioca un ruolo nella crescente prevalenza dell’obesità in tutto il mondo. Tuttavia, i meccanismi cellulari e molecolari alla base di tale comportamento alimentare sono in gran parte sconosciuti. Una risposta potrebbe venire dagli ultimi studi del laboratorio di Neuroscienze dell’Istituto Nazionale per l’Invecchiamento (NIA) con sede a Baltimora, nel Maryland. Il Dott. Mark Peter Mattson, e la dottoranda Simonetta Camandola hanno scoperto che a determinare il piacere per i grassi, amidi e il gusto chiamato “umami” (pollo, dado e simili) è un recettore che è conosciuto per il suo ruolo primario nel sistema immunitario. Si tratta di recettore TLR4, un recettore della tolleranza immunitaria, che però è espresso anche nei neuroni cerebrali e, come scoperto dal Dott. Mattson, anche nelle papille gustative della lingua. In particolare, l’attivazione della segnalazione TLR4 da parte degli acidi grassi nell’ipotalamo (regione deputata alla sensazione di fame) ha dimostrato di influenzare i segnali di anoressia.

La dottoressa Camandola ha scoperto che oltre al TLR4, le papille gustative di ratto esprimono anche TLR2, TLR3 e TLR6, ma si è concentrato sul ruolo del TLR4 perché espresso anche in regioni cerebrali che regolano l’appetito. Così ha generato topi che geneticamente non esprimono il recettore (TLR4KO) studiando le preferenze del gusto in test guidati. Questi topi, con sorpresa consumano meno dolcificanti sintetici (saccarina), fruttosio, cibo con gusto umami e una componente grassa. La ridotta preferenza per le molecole dolci e grasse mostrate dai topi TLR4KO ha suggerito che il TLR4 potrebbe avere un impatto sulla propensione dei topi a consumare elevate quantità di alimenti obesogenici ricchi di grassi e zuccheri semplici. È stato dimostrato che gli acidi grassi attivano la cascata di segnalazione TLR4 attraverso una regione idrofobica situata nella porzione esterna di questo recettore. I topi TLR4KO hanno mostrato una preferenza più bassa per acido oleico (grasso) indipendentemente dalla dieta, e durante la sua degustazione c’è l’intervento di un altro recettore chiamato CD36. E ‘stato dimostrato che l’ablazione completa e parziale di CD36 abolisce la preferenza per il grasso nei topi, e una relazione diretta tra i livelli orali di CD36 e la sensibilità al grasso è stata osservata anche nell’uomo.

Il Dott. Mattson spiega il significato del lavoro. “È stato precedentemente dimostrato che l’acido grasso laurico (C12) migliora la traslocazione del TLR4 nelle strutture lipidiche cellulari. I nostri risultati mostrano che l’espressione di TLR4 migliora l’assorbimento di C12, corroborando i risultati precedenti e suggeriscono ulteriormente la possibilità che TLR4 possa contribuire direttamente alla captazione degli acidi grassi. I nostri risultati in topi WT confermano le scoperte precedenti che dimostrano che i roditori obesi e gli umani hanno ridotto la rilevazione orale di soluzioni dolci e umami. Il consumo eccessivo di cibo negli animali obesi, sarebbe quindi necessario per stimolare i recettori linguali e rilasciare sufficiente dopamina per significare ricompensa. È interessante notare che un’alterata segnalazione TLR4 è stata trovata in aree cerebrali coinvolte nel circuito di ricompensa naturale implicato nella tossicodipendenza. Il fatto che le preferenze dei topi TLR4 KO non siano state alterate dalla composizione della dieta, né dallo stato di peso, suggerisce fortemente che la via di segnalazione TLR4 è coinvolta sia nei cambiamenti adattativi gustativi, sia in quelli post-ingestivi, e probabilmente contribuisce al comportamento di ricercare eccessivamente cibo”.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, Medico specialista in Biochimica Clinica.

Referenze selzionate

Camandola S, Mattson MP. Obesity 2017; 25(7): 1237–45.

Begg DP, Woods SC. Nat Rev Endocrinol. 2013; 9:584–97.

Besnard P et al. Physiol Rev. 2016; 96:151–176.

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Milanski M et al. J Neurosci. 2009; 29:359–370.

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Okun E et al. Trends Neurosci. 2011; 34:269–281.

Tsukumo DM et al. Diabetes. 2007; 56:1986–1998.  

Zhang Y et al. Cell. 2003; 112:293–301.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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