Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’obesità è un problema serio negli Stati Uniti, con un impatto su oltre un terzo della popolazione adulta. Il CDC stima inoltre che le spese sanitarie annuali delle persone che vivono con l’obesità siano più di $ 1.400 superiori a quelle di persone con un peso normale. La ricerca precedente ha collegato in modo convincente l’obesità adulta con basso status socioeconomico, sia nell’infanzia che nella vita adulta. Ora, un recente studio della Florida State University in collaborazione con la Kellogg School of Management della Northwestern University di Evanston, IL, è andato oltre. Il Dr. Jon K. Maner, del Dipartimento di Psicologia della Florida State University, ed il suo team hanno osservato in che modo altri eventi destabilizzanti dell’infanzia di una persona potrebbero portare a uno stile di vita che promuove l’obesità. Fra questi esperienze di divorzio, criminalità, traslochi frequenti e ad altri tipi di instabilità sociale e ambientale.
Le loro scoperte sono state recentemente pubblicate in Proceedings of the National Academy of Sciences. I ricercatori hanno usato “Life History Theory” (LHT), una struttura analitica che, in un contesto di scienza comportamentale, colloca la quantità di stabilità vissuta nell’infanzia di una persona alla radice del proprio stile di vita e delle proprie scelte di vita, o “strategie di storia della vita”. LHT segnala due tipi di strategie di storia della vita: strategie di vita più veloce e strategie di vita più lente. Le strategie di vita più veloci sono segnate dalla ricerca di gratificazione immediata, come avere più partner sessuali nella prima infanzia, avere più figli in precedenza e mostrare un comportamento generalmente impulsivo. Secondo la LHT, è probabile che le persone con strategie di vita più veloci abbiano avuto un’infanzia instabile, in cui sono state esposte a privazioni di un tipo o dell’altro. Questo è il motivo per cui, più avanti nella vita, sono inclini a favorire “vivere nel momento”, senza pianificare adeguatamente il futuro.
Sul lato opposto dello spettro, è probabile che le persone con una strategia di vita più lenta abbiano avuto un’infanzia molto stabile e ben strutturata, il che li ha portati ad aspettarsi un futuro stabile. Le strategie di vita più lenta sono incentrate su comportamenti di esito a lungo termine caratterizzati da una deliberazione più cauta. Nonostante la precedente ricerca indicasse legami tra lo stress infantile e l’obesità negli adulti, questa è la prima volta che LHT viene usato per spiegare i comportamenti che portano a una dieta non salutare. Il Dott. Maner ed i suoi colleghi hanno osservato come la mancanza di stabilità nell’infanzia possa essere un fattore predittivo di comportamenti che portano all’obesità in età adulta. Lo studio ha trovato un collegamento diretto tra le strategie veloci di storia della vita e le abitudini alimentari che possono portare all’obesità. I ricercatori hanno osservato che le persone con più scelte di vita guidate da istinti erano molto più propensi a mangiare anche quando non avevano fame.
“Se non sai da dove viene il prossimo pasto, sarebbe sensato mangiare quello che puoi ora, ma le persone con una strategia di storia di vita lenta sono inclini ad ascoltare le loro pulsioni e a mangiare in base alle loro esigenze attuali”, afferma il dott. Maner. Questo è il motivo per cui lo studio è importante, dal punto di vista dei ricercatori: consente alle persone di identificare la radice delle loro cattive abitudini alimentari e può educare i genitori su come meglio adattare il loro comportamento per garantire il benessere dei loro figli più avanti nella vita. “La nostra ricerca suggerisce che non si tratta solo di ridurre lo stress, ma piuttosto di creare struttura e prevedibilità per i bambini”, spiega il dott. Maner. “Le routine insegnano ai bambini ad avere aspettative che, quando vengono soddisfatte, danno origine a un senso di certezza e struttura. In teoria, quella sensazione di prevedibilità infonde una strategia di vita più lenta, che può ridurre l’obesità in età adulta”.