domenica, Dicembre 22, 2024

Microbiota urinario: il regolatore della formazione dei calcoli renali e possibilmente di altre condizioni

I ricercatori della Cleveland Clinic hanno trovato la prova...

Serotonina “bilocata”: gli effetti degli antidepressivi partono dall’intestino ancora prima che dal cervello

Un nuovo studio sugli animali suggerisce che indirizzare i...

Abbuffata serale di regola? E’ colpa dello stress e dei suoi ormoni

L’appetito che per molti si scatena con il calare della sera, non è solo figlio di pranzi veloci e poco strutturati, come da sempre ritenuto. Esso è indotto anche da una diminuzione fisiologica – caratteristica di quest’ora della giornata – degli ormoni che controllano il senso di sazietà. Questo purtroppo coincide anche con un aumento dell’ormone della fame, la grelina, rendendoci particolarmente inclini ad abusare con l’assunzione delle calorie. Lo stress può acuire il problema contribuendo a togliere i freni e a favorire le abbuffate; invero, anche a livello personal è possibile constatate che dal colloquio con amici e conoscenti, tutti oggi sono più propensi a mangiare di più a cena che a pranzo. Il meccanismo lo rivela una ricerca condotta dalla dottoressa Susan Carnell, della Johns Hopkins University School of Medicine a Baltimora, e pubblicata sull’International Journal of Obesity.

Lo studio ha coinvolto un piccolo gruppo di partecipanti sovrappeso di entrambi i sessi. In precedenti studi era stata evidenziato un forte legame tra stress e ormone della fame, ma in questo caso il monitoraggio è avvenuto in diversi momenti della giornata e si è visto che la sera è il periodo più insidioso per resistere al cibo. I partecipanti obesi con (n = 16) e senza (n = 16) Binge Eating Disorder (BED), hanno partecipato a due protocolli di test identici a partire dalla mattina o dal pomeriggio (condizione AM / condizione PM), ciascuno dopo un digiuno di 8 ore. Per ciascun protocollo hanno ricevuto per la prima volta un pasto liquido standardizzato (9:00 am / 4:00 pm), quindi un test di stress (test pressorio freddo socialmente valutato, 11:15 am / 6:15), quindi un pasto a buffet variato senza limitazioni (11:40 am / 6:40 pm), con valutazione dell’appetito e dei livelli di stress. I volontari sono stati sottoposti a test del sangue, per misurare gli ormoni di fame e sazietà e poi a esami per valutare i loro livelli di stress, più volte nell’arco delle 24 ore. Infine a tutti è stato offerto un buffet serale.

Ebbene, è emerso che la concentrazione di ormone dell’appetito nel sangue cresce avvicinandosi alla sera, mentre decresce quella del neuropeptide Y (NPY), un ormone che induce senso di sazietà. Dopo lo stress test, il cortisolo e la grelina sono aumentati sia in condizioni AM che PM, ma sono state osservati picchi  più elevati di grelina e picchi inferiori del cortisolo nella condizione pomeridiana. Infine è stato osservato che coloro che presentavano maggiori livelli di stress, al buffet serale mangiavano più di tutti gli altri partecipanti ed erano a maggior rischio di ricadere in vere e proprie abbuffate. Emerge, dunque, che non è il solo fattore temporale a determinare la quota di calorie che introduciamo con i pasti: c’è un vero e proprio meccanismo ormonale alle spalle. Con l’aggravante che gli eventi stressanti della giornata (al lavoro, relazioni interpersonali, nervosismo, preoccupazioni), alias avere il cortisolo alto nel sangue, agiscono da fattore precipitante.

Gran brutti scherzi dello stress…. è lui quello da combattere ancora prima dell’appetito.

  • a cura del Dr. Gianfranceasco Cormaci, Medico specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Carnell S et al. Int J Obes (Lond). 2017 Dec 13.

Carnell S et al. Neuroimage. 2017 Oct 1; 159:236-247.

Rubinstein M, Low MJ. FEBS Lett. 2017 Sep; 591(17):2593-2606.

Desai AJ et al. Am J Clin Nutr. 2017 Aug; 106(2):447-456.

Nguo K et al. Int J Obes (Lond). 2016 Apr; 40(4):555-63.

Latest

Newsletter

Don't miss

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

A caccia dei sensori cellulari intestinali: ed è facile come trovare “un ago in un pagliaio”

L'intestino funge da barriera vitale. Protegge il corpo dai batteri nocivi e dai livelli di pH altamente dinamici, consentendo allo stesso tempo ai nutrienti...

Dieta DASH: al di là della pressione alta, farebbe bene alla depressione

La dieta DASH (Diet Approach to Stop Hypertension; approccio dietetico per fermare l'ipertensione) è stata popolare per ridurre il rischio di ipertensione. Un nuovo...

Dieta nell’infanzia, glutine e frutta: fattori di rischio per il diabete di tipo 1 – Evidenze scientifiche e meccanismi biologici

Introduzione Il diabete mellito di tipo 1 (T1D) è una malattia autoimmune cronica che colpisce principalmente i bambini e gli adolescenti. Si stima che circa...

Questo si chiuderà in 20 secondi