domenica, Dicembre 22, 2024

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Infezioni delle Vie Urinarie

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Cosa Sono?

Per infezione delle vie urinarie (IVU) si intende l’invasione delle vie urinarie da parte di microrganismi in grado di determinare una risposta infiammatoria. Sono infezioni molto frequenti e fastidiose, che colpiscono soggetti di entrambi i sessi e di ogni età, dai bambini piccoli agli anziani. L’infezione, accompagnata da infiammazione, può interessare tutti gli organi dell’apparato urinario (reni, ureteri, vescica e uretra), ma quelle di gran lunga più comuni sono le cistiti (che si localizzano nella vescica). Le infezioni delle vie urinarie non devono essere sottovalutate: infatti, se trascurate, possono danneggiare i reni, organi fondamentali per l’eliminazione dell’acqua e di diverse sostanze tossiche dall’organismo.

Classificazione delle infezioni

Batteriuria asintomatica

È una condizione benigna, caratterizzata dalla presenza di batteri a bassa virulenza e dalla assenza di sintomi. Si ritrova in caso di esami delle urine o urinocolture occasionali. Non richiede trattamento, fatta eccezione per i soggetti immunodepressi (portatori di trapianto renale, diabetici, etc.).

Infezione urinaria bassa sintomatica o cistite acuta

È un’infezione della vescica provocata da batteri, piuttosto frequente fra le donne: quasi una su due avrà un episodio nel corso della vita. Le donne giovani, sessualmente attive, sono quelle che più spesso soffrono di cistiti, l’attività sessuale può infatti facilitare la risalita dei germi fino alla vescica. Dei sintomi che si avvertono i più frequenti sono:

  • dolore o una sensazione di bruciore quando si urina
  • bisogno di urinare spesso o con urgenza (non si riesce ad aspettare)
  • sensazione di non aver svuotato la vescica
  • raramente febbricola (temperatura non oltre i 38 gradi)
Infezioni urinarie basse ricorrenti

Una donna soffre di cistiti ricorrenti quando ha almeno tre episodi di cistite acuta in un anno oppure due in sei mesi. La cistite ricorrente non è la conseguenza di un primo attacco acuto non ben curato: nella maggior parte dei casi si tratta, infatti, di un nuovo episodio. Ne sono maggiormente colpite: le donne giovani nelle quali di frequente le infezioni si associano ai rapporti sessuali, durante i quali i germi normalmente presenti nell’uretra risalgono le vie urinarie; le donne in menopausa: sembra che i cambiamenti che avvengono nella vescica, a causa delle modifiche ormonali tipiche di questo periodo, facilitino l’insorgere di cistiti.

Infezione urinaria alta o pielonefrite acuta (PNA)

La pielonefrite è un’infiammazione che coinvolge il rene e la pelvi renale. I microrganismi responsabili raggiungono il rene attraverso il circolo sanguigno, provenendo dall’intestino, oppure da un focolaio di infezione localizzato nelle basse vie urogenitali. Esistono alcune condizioni che predispongono all’insorgenza della pielonefrite: il ristagno d’urina, la presenza di calcoli, la gravidanza (poiché l’utero gravido può comprimere le vie escretrici), il diabete, le malattie debilitanti. La pielonefrite acuta si manifesta con febbre, dolore di tipo gravativo alla schiena, disturbi nell’eliminazione delle urine (dolore, bruciore, eccessiva frequenza dello stimolo), a volte disturbi gastrointestinali. L’urina è torbida e maleodorante.

La terapia, nella forma acuta, si basa sulla somministrazione di antibiotici, possibilmente mirata (sulla base dell’esito dell’urinocoltura). Gli antibiotici più indicati sono, nell’ordine, i fluorochinoloni, il cotrimoxazolo, le cefalosporine di III generazione, l’imipenem. La terapia deve essere tempestiva, per evitare un danno permanente all’organo.

Come avviene il contagio

I batteri più spesso responsabili di queste infezioni provengono dall’intestino: lì sono ospiti naturali, ma possono diventare dannosi se raggiungono altri organi, come appunto le vie urinarie. Infatti l’ano si trova molto vicino allo sbocco dell’uretra (la stitichezza, per esempio, facilita il passaggio dei germi), in particolare nelle donne: questo spiega la maggiore facilità e frequenza di questo tipo di infezioni rispetto agli uomini. Anche i rapporti sessuali possono essere responsabili della trasmissione di infezioni delle vie urinarie, come pure della vagina.

Sintomi principali

In caso di cistite, l’eliminazione dell’urina all’esterno può provocare dolore o bruciore. Si può provare un bisogno urgente di urinare per poi accorgersi di eliminare poca urina o avere la sensazione di non avere svuotato completamente la vescica. In alcuni casi è possibile accorgersi di un diverso colore od odore delle urine o vedere in esse tracce di sangue. E’ infine possibile provare una dolenzia continua alla parte bassa dell’addome, mentre è raro che ci sia febbre. In caso di pielonefrite c’è invece febbre alta, anche con brividi; si può avere inoltre nausea, vomito e dolore al fianco, alla schiena o nella zona inguinale.

E’ infine possibile notare pus o sangue nelle urine, mentre di solito non ci sono i disturbi a urinare caratteristici della cistite. E’ sempre necessario rivolgersi al proprio medico; in particolare bisogna contattarlo immediatamente nel caso dei sintomi descritti per la pielonefrite. In alcuni casi le infezioni delle vie urinarie basse possono non dare disturbi (cistiti asintomatiche) ed essere diagnosticate solo nel corso di esami di controllo.

Come si diagnosticano

Di fronte a un’infezione delle vie urinarie è importante fare un esame delle urine e soprattutto un’urinocoltura, che significa far crescere in laboratorio i germi presenti nell’urina per individuare l’antibiotico utile a eliminarli. L’urinocoltura in associazione con l’esame completo delle urine va sempre effettuata prima d’iniziare la terapia antibiotica, poiché anche un’unica dose di antibiotico può rendere sterili le urine. Per distinguere le infezioni alte da quelle basse, l’esame delle urine e l’urinocoltura non sono sufficienti. La positività degli indici di flogosi (VES > 25 mm 1ª ora; PCR > 2 mg/dl) può suggerire un’infezione alta.

La prevenzione

Alcune regole per prevenire tali infezioni:

  • bere una quantità adeguata di liquidi durante il giorno (1,5-2 litri circa), variabile in base all’attività fisica e al caldo senza però esagerare; si può calcolare la quantità necessaria pensando che è giusto urinare 4 o 5 volte al giorno a intervalli regolari
  • urinare spesso e non trattenere l’urina per lungo tempo; urinare dopo il rapporto sessuale;
  • lavare i genitali tutti i giorni una volta al giorno, soprattutto prima e dopo ogni rapporto sessuale;
  • le donne devono lavare sempre i genitali procedendo dall’avanti all’indietro, soprattutto dopo l’eliminazione delle feci, evitando detergenti troppo aggressivi e deodoranti;
  • curare l’alimentazione in modo da evitare la stitichezza.

Materiale informativo a cura della Società Italiana di Urologia

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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