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Digiuno: la scelta è unica, verso la giovinezza o la salute?

La ricerca dell’eterna giovinezza ha preoccupato l’immaginazione umana fin dai tempi della Grecia antica. In effetti, uno sguardo veloce alla mitologia greca mostra che la gioventù era più apprezzata dell’immortalità, poiché alcuni miti raccontano la storia di quanto futile sia quest’ultimo se non è accompagnato dal primo. A questo proposito, la medicina moderna ha di recente raggiunto la mitologia antica. Emergenti scoperte scientifiche ci incoraggiano a sperare che il mito dell’eterna giovinezza diventi presto una realtà. In uno studio recente, i ricercatori sono stati in grado di invertire i segni dell’invecchiamento come la caduta dei capelli e le rughe; e, forse più impressionante, un altro gruppo di ricercatori è riuscito a ringiovanire l’invecchiamento delle cellule umane. Ora, un nuovo studio aggiunge alle prove che l’invecchiamento può effettivamente essere invertito. Gli scienziati guidati dal Dr. Ming-Hui Zou – il direttore del Centro di Medicina Molecolare e Traslazionale della Georgia State University di Atlanta – hanno dimostrato che il digiuno, o la limitazione dell’apporto calorico, può produrre una molecola che ritarda l’invecchiamento vascolare. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Molecular Cell. Il Dott. Zou spiega la motivazione di questo studio, dicendo: “La parte più importante dell’invecchiamento è l’invecchiamento vascolare: quando le persone diventano più grandi, i vasi che forniscono diversi organi sono i più sensibili e più soggetti a danni da invecchiamento, quindi studiare l’invecchiamento vascolare è molto importante.” Quindi, gli scienziati hanno deciso di concentrarsi sul sistema cardiovascolare circolatorio, sui cambiamenti che avvengono con la senescenza e sui modi per prevenirli.

Nello specifico, i ricercatori hanno esaminato il legame tra restrizione calorica e invecchiamento vascolare. Il Dr. Zou ha usato modelli murini di aterosclerosi, ha studiato i loro aorta post-mortem ed ha eseguito una serie di esperimenti di coltura cellulare. Hanno anche indotto la fame nei roditori e condotto test simili. Hanno visto che, come previsto, i topi affamati hanno prodotto la molecola beta-idrossibutirrato. Sorprendentemente, tuttavia, questa molecola previene anche l’invecchiamento vascolare. Il beta-idrossibutirrato è un chetone, cioè una molecola prodotta dal fegato e utilizzata come fonte di energia quando il glucosio non è disponibile. Il corpo produce chetoni durante il digiuno o la fame, con diete povere di carboidrati e dopo un prolungato esercizio fisico. È interessante notare che la ricerca ha anche rivelato che il beta-idrossibutirrato favorisce la divisione e la moltiplicazione delle cellule che rivestono l’interno dei vasi sanguigni. La divisione cellulare è un marker della giovinezza cellulare. Il Dr. Zou spiega: “Abbiamo scoperto che il beta-idrossibutirrato può ritardare l’invecchiamento vascolare, fornendo un legame chimico tra la restrizione calorica e il digiuno e l’effetto anti-aging. Questo composto può ritardare l’invecchiamento vascolare attraverso le cellule endoteliali, che rivestono la superficie interna dei vasi sanguigni e dei vasi linfatici: può prevenire un tipo di invecchiamento cellulare chiamato senescenza o invecchiamento cellulare”. Le cellule senescenti non possono più moltiplicarsi e dividersi. I ricercatori hanno scoperto che il β-idrossibutirrato può promuovere la divisione cellulare e impedire che queste cellule invecchino. Poiché questa molecola viene prodotta durante la restrizione calorica o il digiuno, quando le persone mangiano troppo o diventano obese, questa molecola viene probabilmente soppressa, il che accelererebbe l’invecchiamento.

Lo studio ha anche rivelato che il composto innesca un’altra reazione a catena che mantiene il DNA di queste cellule endoteliali giovane e non danneggiato. Più specificamente, quando il beta-idrossibutirrato si lega alla proteina ribonucleoproteica nucleare eterogenea RNA-binding protein A1, aumenta l’attività di un fattore trascrizionale delle cellule staminali chiamato fattore di trascrizione Octamer-binding (Oct4). A sua volta, l’Oct4 aumenta la Lamin B1, un fattore chiave contro la senescenza indotta dal danno del DNA, che mantiene i vasi sanguigni giovani. “Questo fattore di cellule staminali (Oct4)”, afferma Dr Zou, “potrebbe essere un obiettivo farmacologico per rallentare o prevenire l’invecchiamento, quindi, se il sistema vascolare diventa più giovane, è meno probabile che abbia malattie cardiovascolari, il morbo di Alzheimer e il cancro perché tutte queste malattie sono legate all’età. Riteniamo che questa sia una scoperta molto importante e stiamo lavorando per trovare una nuova sostanza chimica in grado di imitare l’effetto della funzione di questo corpo chetonico. È difficile convincere le persone a non mangiare per le prossime 24 ore per aumentare la concentrazione di questo composto, e non tutti possono farlo, ma se riusciamo a trovare qualcosa che possa imitare questo effetto e le persone possano ancora mangiare, renderebbe la vita più piacevole e aiuterebbe a combattere le malattie”. Un pò come fare contenti la schiera infinita di coloro che vorrebbero dimagrire, mangiando di tutto a volontà e cercando di ingannare il metabolismo. Ma la conoscenza dice che non è affatto così…..

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Han YM et al., Zou MH. Mol Cell. 2018 Aug 28. pii: S1097-2765.

Wang H, Han L, Zhao G, Shen H et al. Aging Cell. 2016 Sep 9.

Chaix A, Panda S. Trends Endocr Metab. 2016; 27(6):350-352.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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