Aumentare il proprio livello di attività fisica può essere un modo efficace per aumentare l’umore, secondo un nuovo studio condotto da un gruppo di scienziati della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health in collaborazione con il National Institute of Mental Health. I ricercatori hanno scoperto che gli aumenti dell’attività fisica tendevano a essere seguiti da aumenti dell’umore e del livello di energia percepito. Questo effetto benefico è stato ancora più pronunciato per un sottogruppo dei soggetti dello studio con disturbo bipolare. Per lo studio, tracker di attività e diari elettronici sono stati utilizzati per due settimane in un campione comunitario di 242 (150 donne e 92 uomini) adulti di età compresa tra 15 e 84 anni con un’età media di 48 anni. Le valutazioni mobili nello studio includevano dispositivi indossati dal polso che registravano automaticamente i livelli di movimento fisico in tempo reale e diari elettronici che valutavano l’umore e i livelli di energia percepiti quattro volte al giorno per due settimane. Questi livelli di umore ed energia in tempo reale sono stati valutati dai partecipanti allo studio su una scala analogica a sette punti, da “molto felice” a “molto triste” per l’umore e da “molto stanco” a “molto energetico” per l’energia. Il campione ha incluso 54 persone con disturbo bipolare.
Il disturbo bipolare colpisce quasi il 3% della popolazione adulta degli Stati Uniti; la depressione è ancora più comune e colpisce circa l’8% degli adulti statunitensi in un solo anno. I risultati hanno mostrato che in media un livello di attività più elevato in un singolo punto temporale era associato a un miglioramento dell’umore e dell’aumento dell’energia percepita al successivo punto temporale durante il giorno. (I tempi giornalieri sono stati personalizzati in base al programma giornaliero della persona, uno al mattino, all’ora di pranzo, all’ora di cena e prima di andare a letto). Allo stesso modo, l’aumento di energia in un momento era associato ad un aumento dell’attività alla successiva punto. È importante notare che queste associazioni controllavano rispettivamente gli attuali livelli di umore, energia e attività. L’attività era inversamente associata alla durata del sonno: più attività tendevano a essere seguite da meno sonno quella notte e più il sonno tendeva a essere seguito da una minore attività il giorno successivo. Monitorare il sonno, l’attività, l’umore e l’energia in concomitanza era particolarmente importante nelle persone con disturbo bipolare perché i cambiamenti negli stati psicologici interni erano fortemente influenzati dal sonno e dall’attività fisica.
Il team di ricerca è interessato ad applicare questo lavoro a interventi che potrebbero compensare gli episodi depressivi nelle persone con disturbo bipolare. Il team ha condotto e pubblicato qualche mese fa altri dati riguardanti l’impatto degli eventi quotidiani sull’umore e la reazione delle persone sia sane, che depresse che con disordine bipolare. I loro dati dimostrano differenze nella reattività emozionale agli eventi giornalieri, come anche le dinamiche affettive generali degli stati emotivi tra i soggetti con disturbi dell’umore, con potenziale specificità per il disturbo bipolare rispetto ad alter condizioni. Questo ha portato loro a pensare che la variabilità e l’instabilità emotiva possano costituire delle caratteristiche non specifiche sia dei disturbi dell’umore che di quelli d’ansia. Molti degli attuali interventi su umore, sonno e attività fisica si concentrano su uno solo di questi sistemi piuttosto che considerare l’impatto collettivo su più sistemi. Il team sta ora esplorando come l’attività fisica e il sonno interagiscano con il dolore, lo stress psicologico e il consumo di alcol attraverso un consorzio internazionale, il Consorzio per la Rricerca sull’Attività Motoria per la Salute, per aumentare la generalizzabilità e il potere di questo lavoro.
Vadim Zipunnikov, PhD, professore associato presso il Dipartimento di Biostatistica della Bloomberg School of Public Health (Salute Pubblica), che ha guidato l’analisi dei dati, ha spiegato i risultati: “I sistemi che regolano il sonno, l’attività motoria e l’umore sono stati tipicamente studiati in modo indipendente. Questo lavoro dimostra l’importanza dell’esame di questi sistemi, esemplificando il potenziale per combinare l’uso di tracker di attività fisica e diari elettronici, e comprendere meglio le complesse interrelazioni dinamiche tra più sistemi in un contesto reale e in tempo reale”.
I risultati sono stati pubblicati online sulla rivista JAMA Psychiatry.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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