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Tumore al seno: alcuni metodi di cottura potrebbero favorirlo

La cattiva alimentazione e la mancanza di esercizio fisico sono associati allo sviluppo del cancro, ma la biologia di base non è ben compresa. I prodotti finali della glicazione avanzata (AGE) potrebbero offrire un collegamento biologico per aiutarci a capire in che modo determinati comportamenti dello stile di vita aumentano il rischio di cancro o riducono la probabilità che una terapia antitumorale sia efficace. L’accumulo di complessi AGE è il risultato naturale e inevitabile della decomposizione di nutrienti, zuccheri e grassi. I livelli di AGE, tuttavia, possono essere aumentati dal consumo di alimenti trasformati ricchi di zuccheri e grassi. Gli AGE si accumulano nei nostri tessuti e organi nel tempo e contribuiscono allo sviluppo e alle complicanze associate a malattie degenerative dell’età, tra cui diabete, cardiovasculopatie, insufficienza renale, artrite e disturbi neurodegenerativi. Il tasso di accumulo di AGE nei nostri corpi deriva da un equilibrio tra 1) il loro accumulo endogeno durante la scissione dello zucchero attraverso la glicazione spontanea non enzimatica di proteine e DNA; 2) il loro apporto esogeno attraverso i cibi che consumiamo e altri fattori legati allo stile di vita come bere alcolici, fumare e uno stile di vita sedentario; e 3) la loro rimozione inefficiente tramite l’apparato renale e / o con sistemi enzimatici.

Circa il 10-30% degli AGE esogeni viene assorbito intestinalmente, ma solo un terzo di questi viene escreto nelle urine e nelle feci. I cambiamenti in questo equilibrio dinamico, visto come invecchiamo o come conseguenza di uno stile di vita povero, provocano un aumento dei livelli di accumulo di AGE che favoriscono le complicanze e la progressione della malattia. Alcune tecniche di cottura, come grigliare, bruciare e friggere, aumentano anche la formazione di AGE. Essi causano uno squilibrio di produzione fra radicali liberi e molecole antiossidanti, portando a un’infiammazione cronica che può favorire lo sviluppo di una varietà di malattie. Inoltre, mentre gli AGE si accumulano nei nostri organi, causano danni come nel diabete, l’Alzheimer, le malattie cardiovascolari, l’artrite e il cancro. Tuttavia, gli AGE non sono stati studiati a fondo nel contesto del cancro. Nuovi risultati preclinici riportati dai ricercatori della Medical University of South Carolina (MUSC) suggeriscono ora che alti livelli di AGE potrebbero impedire ai pazienti con carcinoma mammario recettore estrogeno (ER) di rispondere alla terapia con tamoxifene. Il gruppo di ricerca è stato guidato dai professori David P. Turner e Marvella E. Ford, entrambi PhD e membri del Hollings Cancer Center.

Il team ha anche scoperto che un intervento sullo stile di vita definito di esercizio e consulenza dietetica ha abbassato i livelli sistemici di AGE nelle donne in sovrappeso, con carcinoma mammario ER-positivo non metastatico. Spiegano: “Dimostrando che gli AGE nella dieta possono influire sul modo in cui i pazienti con tumore al seno rispondono alla terapia, possiamo rendere consapevoli i pazienti con cancro al seno e progettare interventi sullo stile di vita volti a ridurre l’assunzione di AGE”. I loro dati mostrano che elevati livelli di AGE portano alla continua attivazione di percorsi che promuovono la crescita delle cellule tumorali. Una molecola chiave attivata da quei percorsi è importante nel contesto del carcinoma mammario ER positivo e negativo. Ciò ha portato il team MUSC a esplorare come l’AGE potrebbe influenzare la segnalazione delle cellule tumorali nel carcinoma mammario ER-positivo. Il gruppo di ricerca ha scoperto che gli AGE effettivamente aumentano la fosforilazione del recettore degli estrogeni (ER-alfa) in un modello di linea cellulare di cancro al seno. La fosforilazione consiste nell’aggancio di un gruppo fosfato ad una proteina, da parte di enzimi (chinasi) per modificarne le sue proprietà biologiche.

Di solito ER-alfa è attivato dagli estrogeni; in questo caso gli AGE imitano la sua attivazione come se avvenisse da parte di ErbB2, un recettore del fattore di crescita coinvolto nella proliferazione delle cellule del cancro al seno. E’ lo stesso meccanismo cha avviene nei tumori al seno con mutazioni per il recettore ER-alfa che non può legare il suo ormone. In questo caso ci pensa il recettore ErbB2 a bypassare i comandi. L’aggiunta di tamoxifene alle cellule cancerose in coltura ne ha impedito la crescita; tuttavia, l’aggiunta di AGE li ha fatti crescere nuovamente. Ciò potrebbe significare che i pazienti con AGE alti hanno meno probabilità di rispondere al trattamento con tamoxifene. Non solo: se questo meccanismo di attivazione del recettore ER-alfa fosse confermato, si potrebbe avanzare l’ipotesi che sono proprio i complessi AGE in certi frangenti ad innescare la proliferazione celle cellule del 05tessuto mammario, predisponendolo alla trasformazione maligna anche in assenza di ormoni femminili. Adesso i ricercatori hanno intenzione di chiarire come gli interventi sullo stile di vita possono influire positivamente sui trattamenti del cancro riducendo i livelli degli AGE.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Walter KR et al., Turner DP. Breast Cancer Res Treat. 2018 Oct 27.

Deng R, Mo F, Chang B et al.  Oncotarget 2017; 8(61):104216-226.

Foster D et al. Cancer Epidemiol Biomark Prev. 2014;  23(10):2186-91.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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