Una dieta individualizzata basata sulla genetica, il microbiota e lo stile di vita di una persona è più efficace nel controllare i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) rispetto a una che considera solo la composizione nutrizionale del cibo, hanno confermato i ricercatori della Mayo Clinic. La ricerca pubblicata su JAMA Network Open dimostra che il corpo di ogni persona risponde in modo diverso a cibi simili, grazie alla composizione unica del microbiota intestinale di ciascuna persona, la complessa comunità di migliaia di miliardi di batteri all’interno del percorso digestivo. L’obiettivo di questa ricerca era di sviluppare un modello per la previsione della risposta glicemica agli alimenti – il livello di zuccheri nel sangue di una persona che aumenta o rimane uguale dopo aver mangiato. Lo studio rileva che un approccio individualizzato che tiene conto del microbiota intestinale di ogni persona, età, dieta, attività fisica e altri fattori predice in modo più accurato i livelli di glucosio nel sangue rispetto alle previsioni dell’indice glicemico basate su carboidrati o calorie.
Infatti, la dott.ssa Helena Mendes Soares, PhD, autrice principale dello studio, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che il nostro modello, che considera il microbiota di una persona in aggiunta ad altri fattori, è migliore per predire la risposta della glicemia dopo i pasti. L’approccio al conteggio dei carboidrati e delle calorie non funziona altrettanto bene perché considera solo le caratteristiche del cibo, ma non tiene conto del microbiota e dello stile di vita unici di ogni persona”. Il glucosio alimentare è la principale fonte di energia per il corpo. Il controllo della glicemia è importante per prevenire disturbi come diabete, malattie cardiache, obesità, perdita della vista e malattie renali. Questo studio mostra come il livello di zucchero nel sangue di ciascuna persona risponda in modo univoco al cibo. Mette in luce perché alcune persone possono mangiare cibi come frutta e sentirsi eccitati, mentre altri mangiano frutta e sperimentano un picco di zucchero nel sangue che alla fine li fa sentire stanchi. Potrebbe essere il prototipo di partenza per la vera “dieta medica personalizzata”.
La Mayo Clinic ha seguito 327 persone sane per sei giorni. Ogni persona ha presentato un campione di feci per il sequenziamento genetico della composizione microbica unica del microbiota intestinale. I partecipanti hanno mangiato una dieta standard di bagel e formaggio cremoso per colazione, poi hanno consumato cibi di loro scelta per il resto della giornata. Tenevano un diario del loro apporto di cibo, esercizio fisico e riposo, e indossavano un monitor per la glicemia che monitorava le loro risposte glicemiche al cibo. Il modello spiegava l’età, lo stile di vita e le differenze genetiche nel microbiota di ciascuna persona, con una previsione della glicemia del cibo accuratamente stimata nel 62% dei casi. Questo era di gran lunga superiore all’accuratezza del 40% per le previsioni basate sui soli carboidrati e il 32% basato sulle sole calorie. Questa ricerca ha confermato i risultati di uno studio simile condotto presso l’Istituto Weizmann in Israele. La somiglianza dei risultati suggerisce che il modello individualizzato funziona tra diverse popolazioni, nonostante tratti personali e microbiomi diversi a causa di diverse posizioni geografiche, genetica e comportamenti.
La Dr.ssa Purna Kashyap, co-direttrice del Mayo Clinic Center for Individualized Medicine Microbiome Program, ha commentato: “Gli attuali modelli di previsione dei livelli di glucosio nel sangue funzionano bene, ma tincludono grassi e carboidrati in un’unica categoria. Con il nostro modello individualizzato, le persone non devono più rinunciare a tutti gli alimenti all’interno di una determinata categoria, consentendo loro di scegliere cibi specifici all’interno di determinate categorie che si adattano bene al loro microbiota”. Heidi Nelson, MD, co-autrice dello studio ha invece detto: “Questo studio è il primo passo fondamentale nel definire e dimostrare il valore di una dieta personalizzata. Come medico, ho visto che i miei pazienti non rispondono agli stessi alimenti allo stesso modo – proprio come non tutte le diete dimagranti funzionano per tutte le persone allo stesso modo. Per le persone che vogliono gestire i loro livelli di glucosio nel sangue, abbiamo un nuovo modello che prevede la loro risposta unica agli alimenti.” Questo è un primo passo nello sviluppo di strategie nutrizionali personalizzate per affrontare le malattie metaboliche. Ma saranno necessari studi clinici di follow-up per valutare i benefici per la salute a lungo termine di un approccio individualizzato sul diabete e nell’obesità.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
Mendes-Soares H et al. JAMA Netw Open. 2019 Feb; 2(2):e188102.
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Mendes-Soares H, Chia N. Free Radic Biol Med. 2017; 105:102-109.
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