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Sonno perduto: non si recupera, nè per i bambini tantomeno per i grandi

Molti studenti adolescenti dormono meno del minimo raccomandato di 8-10 ore a notte. I motivi possono essere diversi, non sempre collegati allo studio. Non è chiaro, tuttavia, se un ridotto sonno notturno combinato ad un sonnellino pomeridiano, possa equivalere ad un sonno notturno completo, in termini di qualità e ristoro. Ricercatori alla Scuola di Medicina della Duke University hanno dimostrato per la prima volta che differenti protocolli di sonno con la stessa possibilità nelle 24 ore, possono avere effetti diversi sia sulla cognitività che sui livelli plasmatici di glucosio. I dottori Michael Chee e Joshua Gooley, del Centre for Cognitive Neuroscience, Professori di Neuroscienze e Disordini del comportamento, hanno condotto la ricerca. Questo è il primo studio sperimentale che ha raccolto evidenze sulla nozione che, quello che può essere un sonno appropriato per un aspetto della salute può non esserlo per un altro. Quella manciata di studi esistenti che hanno esaminato schemi di sonno spezzato rispetto ad un sonno normale in soggetti adulti impiegati, hanno visto che entrambi producevano la stessa performance lavorativa.

Ma nessuno studio controllato ha visto se essi potessero influenzare i livelli sanguigni di glucosio e le funzioni cerebrali assieme, specialmente quando la quantità totale di sonno non è ottimale. La prima è più importante, perché rappresenta un legame fra la qualità del sonno ed il rischio di sviluppare diabete. I ricercatori hanno misurato con appositi tests le prestazioni cognitive e i valori glicemici dopo un carico scolastico standard a studenti fra i 15 e 19 anni. Ovvero, due settimane di scuola simulata con sonno ridotto nei giorni di settimana e recupero di sonno nei weekend. Durante la settimana gli studenti avevano un sonno notturno continuato di 6 ore e mezzo, oppure di 5 ore con un pisolino pomeridiano di 90 minuti. Lo studio è iniziato dopo che gli studenti a cui era stata consigliata una buona igiene del sonno, avevano chiesto ai ricercatori se potevano spezzare il loro sonno durante il giorno o la notte, invece di avere un unico sonno continuo. I ricercatori hanno potuto così appurare che se gli studenti facevano 6 ore e mezzo di sonno invece di nove, avevano prestazioni cognitive inferiori e variazioni di umore più significative.

Una cosa interessante, sotto condizioni di restrizioni di sonno gli studenti nel gruppo con sonno spezzato avevano un migliore stato di vigilanza, memoria e umore, rispetto ai loro amici che avevano un sonno notturno continuo di 6 ore e mezzo. Questo è stato una sorpresa, dato che la durata di sonno totale misurata nelle 24 ore era in realtà minore nel primo gruppo. Invece, riguardo alla tolleranza al glucosio il programma  di sonno continuo pareva avere effetti migliori. Mentre il ciclo di sonno di 6 ore e mezzo non condizionava i livelli di glucosio, quello spezzato faceva aumentare in modo abnorme la glicemia negli studenti che avevano un carico regolare di glucosio nei tests eseguiti durante le due settimane di scuola simulate. Sebbene siano necessari ulteriori studi per vedere se questi dati si traducano in un maggiore rischio di sviluppare diabete in età adulta, i dati dello studio indicano che al di là della durata del sonno anche diversi schemi del sonno possono condizionare delle sfaccettature della salute che non vengono immediatamente a galla.

E lo stesso sembra essere per gli adulti, secondo una ricerca della Univesity of Colorado BoulderIn effetti, su alcune misure di salute, cercare di recuperare il ritardo per alcuni giorni e poi tornare a cattive abitudini di sonno peggiora le cose. Dormire durante il fine settimana può aiutare il corpo a riprendersi lievemente durante quei due giorni, gli studi suggeriscono. Ma gli effetti non durano. L’autore principale Chris Depner, un assistente professore di ricerca di Integrative Physiology, e il Dr. Wright hanno voluto determinare cosa succede quando le persone vanno avanti e indietro tra una settimana di lavoro privata del sonno e alcuni giorni di recupero. Hanno arruolato 36 adulti sani di età compresa tra 18 e 39 anni per rimanere per due settimane in un laboratorio, dove sono stati monitorati l’assunzione di cibo, l’esposizione alla luce e il sonno. Dopo i test di base, i volontari sono stati divisi in gruppi. Uno è stato concesso un sacco di tempo per dormire – 9 ore ogni notte per 9 notti. Il secondo era consentito 5 ore per notte nello stesso periodo.

Il terzo dormiva non più di 5 ore notturne per 5 giorni, seguiti da un fine settimana in cui potevano dormire quanto desideravano prima di tornare a 2 giorni di sonno limitato. Entrambi i gruppi con sonno limitato hanno fatto più merenda durante la notte, hanno acquisito peso e hanno registrato una diminuzione della sensibilità all’insulina durante il periodo di studio. Mentre nel gruppo di recupero del week-end sono stati osservati lievi miglioramenti (compresi gli spuntini notturni ridotti) durante il fine settimana, quei benefici sono scomparsi quando è iniziata la settimana lavorativa con sonno limitato. Su alcune misure, il gruppo di recupero del fine settimana ha mostrato risultati peggiori. Per esempio, nel gruppo che ha avuto il sonno limitato per tutto il tempo, la sensibilità all’insulina del corpo intero è diminuita del 13%. Nel gruppo di recupero del week-end è peggiorato dal 9 al 27%, con una sensibilità nei muscoli e una valutazione del fegato peggiore rispetto agli altri gruppi.

Anche quando gli è stata data l’opportunità, le persone hanno trovato difficoltà a recuperare il sonno perduto. Mentre guadagnavano terreno venerdì e sabato, i loro orologi corporei si sono spostati più tardi domenica sera rendendo difficile addormentarsi anche se hanno dovuto alzarsi presto lunedì. Alla fine, il gruppo di recupero ha ottenuto in media solo 66 minuti di sonno in più. Gli uomini hanno fatto più sonno perso rispetto alle donne. Il Dr. Wright dice che è possibile che il recupero del sonno nel fine settimana possa essere una valida contromisura di salute per le persone che dormono troppo poco una notte o due alla settimana. Sperano di esplorarlo negli studi futuri. Per il momento, la raccomandazione è solamente di cercare di ottenere 7 ore di sonno il maggior numero possibile di notti.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Bose S et al., Wright RJ. Environ Int. 2019 Mar; 124:329-335.

Lo JC et al., Gooley JJ, Chee MWL. Sleep. 2019 Feb 12.

Yeo SC, Jos AM et al., Gooley JJ. Sleep Med. 2018 Dec 17.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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