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Medicina iperbarica: l’ultima frontiera per trattare naturalmente l’invecchiamento cerebrale

Il Sagol Center for Hyperbaric Medicine and Research presso Shamir Medical Center, insieme alla Sackler School of Medicine e Sagol School of Neuroscience presso l’Università di Tel Aviv, hanno annunciato oggi che l’ossigenoterapia iperbarica (HBOT) può migliorare significativamente le prestazioni cognitive degli anziani sani. Le principali aree di miglioramento sono state l’attenzione, la velocità di elaborazione delle informazioni e la funzione esecutiva, oltre alla funzione cognitiva globale, che in genere diminuiscono con l’età. Inoltre, c’era una correlazione significativa tra i cambiamenti cognitivi e il miglioramento del flusso sanguigno cerebrale in specifiche aree del cervello. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Aging. Il professor Shai Efrati, capo del Sagol Center per la Medicina e la ricerca iperbarica e presso lo Shamir Medical Center; e il collega Dr. Amir Hadanny, hanno progettato lo studio sulla base di un protocollo HBOT unico sviluppato presso il Sagol Center negli ultimi 10 anni.

Lo studio clinico controllato randomizzato ha incluso 63 adulti sani sottoposti a HBOT (n = 33) o un periodo di controllo (n = 30) per tre mesi. L’obiettivo primario dello studio includeva un cambiamento nella funzione cognitiva generale misurata da una batteria standardizzata completa di valutazioni cognitive computerizzate prima e dopo l’intervento o il controllo. Il flusso sanguigno cerebrale è stato valutato da una nuova tecnica di imaging a risonanza magnetica per la perfusione cerebrale. Durante l’HBOT, il paziente respira ossigeno puro in una camera pressurizzata dove la pressione atmosferica è raddoppiata. Questo processo aumenta la solubilità dell’ossigeno nel sangue che viaggia in tutto il corpo. L’ossigeno aggiunto stimola il rilascio di fattori di crescita e cellule staminali, che promuovono la guarigione. L’HBOT è stata applicata in tutto il mondo principalmente per il trattamento di ferite croniche non cicatrizzanti. Vi è un numero crescente di prove sugli effetti rigenerativi dell’HBOT.

Il professor Shai Efrati ha spiegato: “Il declino cognitivo e funzionale legato all’età è diventato una preoccupazione significativa nel mondo occidentale. I maggiori sforzi di ricerca in tutto il mondo si concentrano sul miglioramento delle prestazioni cognitive della cosiddetta popolazione che invecchia normalmente. Nel nostro studio, per la prima volta nell’uomo, abbiamo trovato un intervento medico efficace e sicuro in grado di affrontare questa conseguenza indesiderata del nostro deterioramento legato all’età. Nel corso di anni di ricerca, abbiamo sviluppato una comprensione avanzata della capacità dell’HBOT di ripristinare la funzione cerebrale. In passato, abbiamo dimostrato il potenziale HBOT per migliorare / trattare le lesioni cerebrali come ictus, lesioni cerebrali traumatiche e lesioni cerebrali anossiche (a causa della mancanza prolungata di ossigeno) aumentando il flusso sanguigno cerebrale e il metabolismo”. I ricercatori hanno dimostrato che l’azione combinata di alti livelli di ossigeno e pressione migliora l’ossigenazione dei tessuti.

Contemporaneamente, mira ai geni sensibili all’ossigeno e alla pressione, con conseguente ripristino e miglioramento del metabolismo dei tessuti. Inoltre, questi geni mirati inducono la proliferazione delle cellule staminali, riducono l’infiammazione e inducono la generazione di nuovi vasi sanguigni e la riparazione dei tessuti. Il prof. Efrati poi ha concluso con le implicazioni: “L’occlusione di piccoli vasi sanguigni è un elemento dominante nell’invecchiamento umano. Questo ci ha portato a ipotizzare che l’HBOT possa influenzare le prestazioni cerebrali dell’invecchiamento della popolazione. Abbiamo scoperto che l’HBOT ha indotto un aumento significativo del flusso ematico cerebrale, correlato al miglioramento cognitivo, confermando la nostra teoria. Questa ricerca di riferimento potrebbe avere un impatto di vasta portata sul modo in cui vediamo il processo di invecchiamento e sulla capacità di trattare i suoi sintomi”.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Hadanny A et al., Efrati S. Aging 2020 Jul 15; 12(13):13740.

Hadanny A, Efrati S. Biomolecules 2020 Jun 25; 10(6):958.

Hadanny A et al. Restor Neurol Neurosci. 2020; 38(1):93-107.

Golan H et al., Efrati S. Med Hypotheses 2020; 136:109510.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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