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I risvolti medici della pandemia: tra condizioni che si attenuano, altre che simostrano e ritardi che si accumulano

Ogni medaglia ha il suo rovescio. Anche le pandemie, nel bene e nel male. Se i lockdowns e le restrizioni hanno limitato l’inquinamento e ripulito l’aria e fatto bene alla fauna ed agli oceani, anche gli effetti sulla salute dell’uomo non sono stati da meno. Anche questi, nel bene e nel male. Un effetto positivo è stato per esempio quella della riduzione dell’86% dei casi di gastroenterite da norovirus negli Stati Uniti dal Febbraio a Settembre di quest’anno, probabilmente dovuta alle restrizioni personali che hanno limitato la possibilità di contaminazioni cutanee ed oro-fecali. La riduzione è stata osservata in molti contesti diversi, tra cui case di cura, asili nido, strutture sanitarie e scuole, sebbene fosse meno notevole nelle case di cura.

Il virus dell’epatite C è probabilmente solo un esempio di molte malattie croniche, invece, la cui cascata di cure è stata influenzata negativamente dalCOVID-19. Una nuova ricerca del Boston Medical Center rileva che le modifiche sistemiche di emergenza COVID-19 apportate per ridurre le visite di persona durante la pandemia hanno portato a una diminuzione del 50% dei test per l’epatite C (HCV) a livello ospedaliero e a una riduzione di nuova diagnosi HCV di oltre il 60%. I risultati che i test e le diagnosi di HCV sono diminuiti durante l’ondata di COVID-19 sono allarmanti, a causa dell’effetto che una malattia non rilevata può avere su coloro che sono inconsapevolmente infetti.

Dal punto di vista della salute pubblica, l’HCV è un’infezione trasmissibile che può propagarsi in una popolazione se non rilevata e trattata. Lo screening ospedaliero o ambulatoriale è un mezzo attivamente riconosciuto contribuire al controllo della sua diffusione. I risultati dello studio dimostrano un maggiore impatto nelle cliniche di assistenza primaria dove c’è stata una diminuzione del 72% nei test e del 63% nelle nuove diagnosi. È qui che la telemedicina è stata incorporata nei flussi di lavoro clinici, dimostrando che le cure preventive standard, inclusi i test per l’HCV, non sono state eseguite di routine durante la pandemia e la telemedicina ha agito da barriera alla cura.

Un’altra infezione che ha subìto problematiche è stata quella del morbillo. Nel 2019 l’OMS ha stimato che la malattia nei paesi sottosviluppati abbia causato almeno 207.000 vittime per le complicanze. Anche se nei nostri paesi occidentali il morbillo è considerato una malattia esantematica poco considerata, non tutti sanno che può dare complicanze mediche anche fatali nel contesto di un organismo compromesso o debilitato. Sebbene i casi segnalati di morbillo siano inferiori nel 2020, gli sforzi necessari per controllare il COVID-19 hanno portato a interruzioni della vaccinazione e paralizzatogli sforzi per prevenire e ridurre al minimo i focolai. A novembre, più di 94 milioni di persone erano a rischio di perdere i vaccini a causa della sospensione delle campagne contro il morbillo in 26 paesi.

Molti di questi paesi stanno vivendo epidemie in corso. Dei paesi con campagne pianificate per il 2020 rinviate, solo otto (Brasile, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Nepal, Nigeria, Filippine e Somalia) hanno ripreso le loro campagne dopo i ritardi iniziali. I partner globali per l’immunizzazione stanno coinvolgendo leader e professionisti della sanità pubblica nei paesi colpiti ea rischio per garantire che i vaccini contro il morbillo siano disponibili e consegnati in modo sicuro e che gli operatori sanitari comprendano i benefici salvavita del vaccino. Il 6 novembre 2020, l’OMS e l’UNICEF hanno pubblicato un invito all’azione di emergenza per la prevenzione e la risposta alle epidemie di morbillo e polio.

Tristemente, poi, altri campi della medicina sono stati menomati a causa delle restrizioni e molte visite mediche o appuntamenti terapeutici sono stati posticipati. Basta solamente menzionare le centinaia di migliaia di visite cardiologiche, oncologiche e diabetologiche che sono state rinviate per lockdown e iter da seguire o disposizioni legislative. Non bisogna nascondere che si sono registrati decessi legati a questo motivo, soprattutto in campo oncologico dove molti pazienti hanno visto posticipare le loro sessioni di chemioterapia o di intervento chirurgico. Su quest’ultimo punto, anche l’ortopedia e la riabilitazione hanno subito blocchi su piano chirurgico ed organizzativo.

Infine, non si può dimenticare la salute mentale. Gli esperti di neurologia e psichiatria stimano che la pandemia ha portato ad un aumento del 40% dei casi di ansia o depressione, e che almeno il 65% di coloro che avevano superato un episodio mediante supporto terapeutico ha avuto pesanti ricadute. Molte persone dichiarano testualmente “questa pandemia è un incubo”, parole che riflettono il patema interiore che sta affliggendo milioni di persone. Ma diventa inutile affermare “abbiamo perso la nostra libertà”, se prima non ci si sbarazza di questo nemico invisibile. E il compito è diviso in due: alla scienza trovare le armi per sconfiggerlo, ad ognuno di noi non metterci i mezzi per diffonderlo.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD; specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Fuady A et al. Am J Trop Med Hyg. 2020 Dec 2.

Kraay ANM et al. medRxiv preprint Dec 1.

Gold JE et al. mBio. 2020; (6):e02628-20.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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