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Le proprietà della cipolla: dalla tradizione, la vecchia conoscenza ci svela i fatti “del cuore”

Le cipolle sono comunemente consumate in tutto il mondo e contengono molti componenti bioattivi. Gli estratti di cipolla hanno mostrato potenti effetti anti-aterogeni correlati a una varietà di bioattività. La cipolla (Allium cepa) è un’importante fonte di fitochimici alimentari con comprovate proprietà antiossidanti, come composti organo-sulfurici, acidi fenolici, flavonoidi e antocianine. Sono stati identificati 30 composti volatili dalla cipolla scura, ed un totale di 49 tipi di composti volatili sono stati identificati dalla cipolla regolare. Principalmente si tratta di composti dello zolfo, ma con una differenza significativa nella tipologia e il loro contenuto relativo fra cipolla fresca e secca. Altri componenti attivi della cipolla sono risultati la quercetina ed i glucosidi di quercetina, isoramnetina e kaempferolo; le loro concentrazioni nella varietà Tropea erano 150 volte superiori di quella Montoro, ma gli antociani totali in quest’ultima sono 30 volte più alti di quelli di Tropea.

Non esistono studi scientificamente riconosciuti a carico delle proprietà salutari della cipolla per l’uomo. Esistono decine di evidenze sugli animali da esperimento e le tradizioni popolari tramandate attraverso le generazioni. Cominciamo con le prime.

– La dieta dei ratti diabetici integrata con cipolla o con componenti singoli (alliina, allitride e S-metilcisteina ossido) porta ad una riduzione delle concentrazioni di glucosio plasmatico e del peso corporeo (Jain and Vyas, 1974).

– In uno studio, estratti di cipolla o i componenti bioattivi quercetina e catechina sono stati osservati potenziare l’attività anti-radicali liberi (ROS), che a sua volta ha impedito l’ossidazione delle LDL e la perossidazione lipidica nei ratti Wistar maschi sottoposti a stress ossidativo causato da mercurio.

– In un altro studio, è stato trovato che l’estratto di cipolla attenua le lesioni aterosclerotiche, diminuisce il contenuto di adrenomedullina nel plasma ed il recettore aortico della calcitonina. Inoltre, l’estratto di cipolla ha aumentato il livello di glutatione plasmatico, l’attività della SOD e il contenuto di ossido nitrico (*NO) vasodilatatore, mentre la risposta infiammatoria è stata ridotta.

– Alcuni studi sperimentali hanno suggerito che le cipolle hanno effetti anti-trombotici attraverso la risposta inibitoria piastrinica. Pertanto, l’assunzione di cipolla potrebb eavere una capacità di prevenzione delle malattie cardiovascolari su base trombofilica. In uno studio, i risultati hanno mostrato che la cipolla potrebbe inibire la trombosi indotta dalle piastrine nei cani. Questo effetto sembra mediato dai composti ricchi di zolfo della cipolla, poiché i ricercatori non hanno trovato un’associazione significativa tra la concentrazione di quercetina e l’attività anti-trombotica.

– È interessante notare che gli effetti anti-trombotici di estratti di buccia di cipolla ricchi di quercetina (OPE) sulle arterie nei ratti sono stati confermati in un altro studio. L’OPE ha ridotto drasticamente il TG e il glucosio nel sangue senza influenzare i livelli di colesterolo nel sangue. Inoltre, la trombosi arteriosa in vivo è stata significativamente abolita in gruppi alimentati con OPE da 2mg e 10mg. Inoltre, l’espressione del fattore tissutale indotta dalla trombina, un iniziatore della coagulazione, nelle cellule endoteliali della vena ombelicale umana è stata notevolmente ridotta dall’OPE.

– Le cipolle hanno anche riscontrato effetti anti-ipertensivi in altri esperimenti. Ad esempio, la cipolla come alimento ha ridotto i markers di ossidazione nel plasma in ratti resi ipertesi tramite NAME (antagonista dell’ossido nitrico) e in ratti SHR soggetti a ictus. Inoltre, le cipolle hanno migliorato il rapporto nitrato / nitrito (prodotti di NO) escreto nelle urine e le attività dei NOS nei reni negli SHR soggetti a ictus, ma non nei ratti ipertesi indotti da L-NAME. Questi risultati potrebbero in parte spiegare i meccanismi con cui la cipolla ha abbassato la pressione arteriosa su questi ratti ipertesi.

Fra i composti solforati più abbondanti della cipolla, il più importante è l’allilpropil-disolfuro. Questa sostanza, unitamente al flavonoide quercetina, conferisce alla cipolla una potenziale attività antitumorale e chemiopreventiva, soprattutto per quanto riguarda il carcinoma gastrico, del colon e della prostata. Questo alimento contiene anche flavonoidi ad azione diuretica, e glucochinina, una saponina ad attività antidiabetica. Di qualche anno fa è la caratterizzazione definitiva di un gluco-kampferolo (polifenolo)come principio attivo ipoglicemizzante dell’estratto di cipolla e di come esso agisca a livello dell’insulina (Gautam M et al., 2015; Ikechukwu ed Ifeanyi, 2016). Un esempio della numerosità di poli-solfuri contenuti nella cipolla è rappresentato nella figura seguente. Non tutti loro hanno le stesse proprietà biologiche, e tra loro non si è ancora riusciti ad identificare quelli con proprietà ipotensivante o ipoglicemizzante.

Si sa che la miscela completa (olio) possiede attività battericide, antifungine, anticancerogene ed ipotensivanti. E’ dimostrato dalle esperienze popolari che consumata cruda la cipolla aiuta la digestione ed ha attività antibiotica interna. Cotta, invece, mostra spiccate proprietà diuretiche, il che ha portato gli studiosi a portare che i derivati organo-sulfurici ossidati dalla cottura possano essere responsabili di questo effetto. E’ più recente la conferma che l’estratto intero del bulbo ha azione preventive sull’obesità (Yoshinari O et al., 2012).

Il primo report che ha trattato l’effetto ipoglicemizzante delle cipolle risale a più di 50 anni fa (Galal and Mawad, 1965), confermato quasi un decennio dopo in animali da laboratorio. Da allora, molti esperimenti hanno confermato le attività di abbassamento della glicemia, della lipidemia e del rischio trombotico degli estratti di cipolla nell’animale da esperimento (vedere la cronologia della bibliografia). Il primo studio sistematico correlante l’introito di cipolle nell’alimentazione ed incidenza di diabete tipo 2, è stato pubblicato circa 10 anni fa (McNaughton SA et al., 2008). Un’ottima recensione sul management del diabete tipo 2 e stile di vita alimentare è stata pubblicata alcuni anni fa (Haque N et al., 2011), mentre l’impiego dell’estratto di cipolla come integratore è stato recensito in maniera eccellente da Akash M et al. (2012).

Ma è solo qualche mese fa che è stato pubblicati uno studio sugli effetti del consumo di cipolla nei soggetti predisposti a cardiovasculopatie, insufficienza renale e diabete (Bahadoran Z et al., 2017). Gli individui che avevano già partecipato ad uno studio sul controllo della glicemia e lipidemia (Tehran Lipid and Glucose Study; 2006-2008 to2012-2014), sono stati valutati a fine studio. Fra coloro che avevano consumato più vegetali del genere Allium (cipolla inclusa), l’incidenza di cardiovasculopatie era inferiore del 64%, quella per IRC del 29% e per diabete mellito del 37%.

Quanto esposto può bastare a far comprendere come nella dieta del paziente diabetico, e/o con disturbi cardiaci, la cipolla debba essere consumata con regolarità. Trattandosi anche di un alimento con azione antiossidante e chemiopreventiva, serve a mantenere basso il rischio di altre malattie dovute ad uno stile di vita non proprio consono al concetto generale di salute.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Bahadoran Z et al. J Hypertens. 2017; 35(9):1909-16.

Gautam S et al. Planta Med. 2015 Feb; 81(3):208-14.

Akash MS et al. Nutrition. 2014 Oct; 30(10):1128-37.

Yoshinari O et al. Nutrients. 2012 Oct 22; 4(10):1518-26.

Haque N et al. Pak J Biol Sci. 2011; 14(1):13-24. Review.

Kang MJ et al. Nutr Res Pract. 2010 Dec; 4(6):486-91.

Taj Eldin IM et al. Environ Health Insights. 2010; 4:71-77.

Bang MA, Kim HA et al. Nutr Res Pract. 2009; 3(3):242-46.

McNaughton SA et al. Diabetes Care. 2008; 31(7):1343-48.

El-Demerdash FM et al. Food Chem Tox. 2005; 43(1):57-63.

Srinivasan K. Int J Food Sci Nutr. 2005 Sep; 56(6):399-414.

Jain RCl. Int J Food Sci Nutr. 2003 May; 54(3):241-46.

Kumari K et al. Indian J Biochem Biophys. 1995; 32(1):49-54.

Mathew PT et al. Indian J Phys Pharmacol. 1975; 19(4):213.

Galal EE et al. J Egypt Med Assoc 1965; 48:Suppl:14-45.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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