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Scelta vegetariana: su che base proteggerebbe la salute del cuore?

Non è necessario mangiare carne per ottenere tutti i nutrienti necessari per una buona salute. Certamente la carne ha dei princìpi nutritivi che non si trovano in tutti gli alimenti, come la carnitina e la vitamina B12 che sono essenziali alle funzioni muscolari e nervose. La letteratura è anche ricca di pubblicazioni che dimostrerebbero come il consumo di carni cotte a lungo e con metodi cruenti, aumenti l’introito di sostanze cancerogene derivate dalla chimica di proteine e carboidrati esposti al calore. Una persona che sceglie di non mangiare carne può godere di una salute migliore, per certi versi, perché mangerà più alimenti a base vegetale e perché potrebbe essere più propensa verso scelte sane. Una dieta vegetariana è stata trovata ridurre il rischio di malattie cardiache, obesità, ipertensione, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di cancro, portando a una maggiore aspettativa di vita. Attualmente, il vegetarismo e il veganismo stanno diventando sempre più popolari nei continenti europeo, americano ed australiano. Circa il 5% delle persone negli Stati Uniti si definisce vegetariano.

Ma non tutti i vegetariani sono uguali. Ad esempio, i latto-ovo-vegetariani evitano la carne di tutti gli animali, sia carne che pesce, mentre i latto-vegetariani consumano prodotti caseari ma non uova. Gli ovo-vegetariani consumano le uova ma non i latticini, i vegani evitano tutti gli alimenti a base animale, incluso il miele, e infine i pescariani mangiano pesce ma niente carne. Una dieta vegetariana può fornire un’ampia varietà di alimenti salutari e nutrienti. Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno dimostrato che limitare la carne influisce sull’organismo in molti modi positivi. Ad esempio, una dieta a base vegetale non solo ha dimostrato di ridurre il rischio di obesità, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica, ma anche di invertire potenzialmente queste condizioni. Diete vegetariane e vegane possono anche proteggere contro certi tumori. Le più recenti recensioni della letteratura scientifica sulle correlazioni fra dieta vegetariana/vegana e salute cardiaca sono tutte concordi nel dichiarare che gli effetti sono reali e gli effetti sono coerentemente collegati a migliori parametri di salute cardiaca.

Hanno tutte concluso, per le persone che seguono una dieta a base vegetale, che: a) il rischio di morte per malattia cardiovascolare è minore del 40%; b) il rischio di malattia coronarica è ridotto del 40%; c) si ha un recupero del processo di aterosclerosi nel 60-90% dei pazienti; d) il rischio di ipertensione scende del 34%. Inoltre, il colesterolo totale e quello LDL, o colesterolo “cattivo” sono molto più bassi nei vegetariani rispetto ai non-vegetariani. Inoltre, è stato dimostrato che una dieta a base di piante è associata alla perdita di peso. Una dieta a base vegetale ha il potere non solo di prevenire le malattie cardiache, ma anche di gestirle e, talvolta, persino di invertirle, qualcosa che nessun farmaco ha mai fatto. Diete e stili di vita più salutari riducono il rischio di infarto dell’80-90%, mentre i farmaci lo riducono solo del 20-30%. Sembrano esserci molte ragioni per cui una dieta a base vegetale è più salutare per il cuore di una dieta a base di carne. Sicuramente la ricchezza di fibre e fitonutrienti è una delle ragioni principali.

Flavonoidi e polifenoli, che sono noti per ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo, potrebbero esercitare azioni preventive e protettive sull’apparato cardiocircolatorio. Le fibre vegetali, inoltre, fungono da regolarizzante della peristalsi intestinale, regolano il giusto assorbimento intestinale di grassi e colesterolo e nutrono la flora batterica locale o microbiota. Come dimostrato molto recentemente, i polifenoli vegetali più che essere direttamente protettivi sulla nostra salute, potrebbero essere dei regolatori a monte della salute intestinale proprio attraverso il microbiota. E le fibre dei cereali potrebbero essere addirittura migliori di quelle degli ortaggi e della frutta, nei loro effetti protettori sulla salute cardiovascolare. Le fibre di crusca, avena ed orzo, infatti, hanno i beta-glucani che non sono presenti in frutta e verdura. Questi regolano sia l’assorbimento di grassi e carboidrati dall’intestino ed hanno azione immuno-regolatoria locale e pre-biotica: ovvero nutrono le specie batteriche “amiche” della salute, a svantaggio di quelle patogene.

Chi è vegetariano o vegano, inoltre, ha un maggiore consumo di frutta a guscio ovvero mandorle, noci, nocciole e simili. A parte essere una fonte di proteine di buona qualità ed anche in quantità, questi semi oleosi sono molto ricchi di princìpi nutrienti con un impatto positivo sulla salute cardiovascolare, come gli acidi grassi omega-3 ed oligoelementi antiossidanti e protettivi come zinco, selenio e manganese. Fra di essi, gli anacardi sono anche naturalmente privi di colesterolo, per chi volesse fare ulteriore prevenzione sul rischio di cardiovasculopatia per ragioni familiari; o perché consapevole della presenza di fattori di rischio che sono difficilmente eliminabili. Le malattie cardiache sono responsabili della morte di oltre 4 milioni di persone ogni anno, e rimangono la principale causa di morte a livello globale. Perciò, se la società potesse essere gentilmente spinta verso diete vegetali e lontano dall’eccessivo consumo di carne, la sua salute cardiovascolare potrebbe essere sostanzialmente migliorata togliendo onere alla sanità pubblica.

Non fosse altro che svariati studi sembrano provare che la produzione di carne ha impatto negativo sulla rinnovabilità del suolo, sulle emissioni ambientali a base di carbonio e sul consumo idrico. Considerato gli scottanti temi dei cambiamenti climatici e della sostenibilità e di tutti i provvedimenti volti a limitare i danni operati dall’uomo sull’ambiente, cambiare rotta vorrebbe dire migliorare la salute generale del pianeta e dei suoi abitanti. Non è quindi una sola questione di salute cardiovascolare.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Remde A et al. Nutrition Rev. 2022; 80(5):1094-1104.

Jardine MA, Kahleova H et al. Adv Nutr. 2021; 12(6):2045.

Kahleova H et al. JAMA Netw Open. 2020; 3(11):e2025454.

Kahleova H et al. Nutrients. 2019 Sep; 11(9):2209.

Brown RC et al. Nutrients. 2017 Nov 6; 9(11):1219.

Kahleova H et al. Nutrients. 2017 Aug 9; 9(8):848.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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