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Risalita contagi e uso delle mascherine: per abitudine, protezione, precauzione o paura?

Come tutti sanno dal primo Maggio le mascherine non è più obbligatorio portarle in tutti i luoghi, anche se resta l’obbligo per i posti di lavoro, ristoranti, cinema ed altri luoghi in cui è molto facile assembrarsi, come ad esempio i supermercati. Da quello che ha potuto osservare in giro questa redazione scientifica, si può vedere che nonostante le minori limitazioni le persone continuano a portare la mascherina anche quando non sembra necessario. E sono state osservate diverse situazioni. Nei supermercati per esempio, circa una persona su 5 continua a portare la mascherina durante tutto il tempo necessario all’acquisto dei beni, mentre al cinema solo una persona su 2 fa lo stesso. Al bar sono state osservate due tipi di comportamento. Il consumare il caffè al banco limita il rimuovere la mascherina al tempo necessario al consumo, per poi rimetterla alla cassa. Questo fino a metà Giugno,ma dopo quasi nessuno indossa la mascherina nell’ora dell’aperitivo.

Nei casi di consumo all’aperto o in spazi semicoperti, si osservano liberi comportamenti in aggregazioni di tavoli e numero di persone che non vengono ancora consigliate di fare, per ragioni di precauzione. Nulla toglie che le persone a quei tavoli siano tutte vaccinate con la seconda o la terza dose, possono essere sia familiari che amici che si riuniscono per un aperitivo o un caffè di compagnia. Nessuno garantisce che fra di loro ci sia qualcuno non vaccinato per ragioni mediche o scelte personali. Anche qui si sono osservate tendenze legate all’età. Fra i giovani sembra esserci meno considerazione e più voglia di ritornare appieno alle vecchie abitudini, mentre fra i giovani adulti e i soggetti più avanti nell’età sembrano vigere comportamenti misti. Alcuni individui tengono la mascherina alla guida della loro automobile in compagnia di uno o più passeggeri. Altri ancora sembrano molto rigidi e non tolgono la mascherina per alcuna ragione quando sono in pubblico.

Non si sa se possa trattarsi di persone diffidenti dei comportamenti altrui, o che hanno una loro paura intrinseca di contrarre il virus, senza tralasciare che ci sono sicuramente coloro che hanno perso un conoscente, amico caro o familiare a causa di mancati comportamenti quando il COVID era “furioso”. E questa redazione scientifica ha incontrato persone al bar che hanno descritto questa ultima evenienza ben quattro volte e con enfasi di “rabbia personale”. Sarebbe prudente non lasciarsi totalmente andare a liberi incontri, specie in luoghi come bar al chiuso, palestre e luoghi simili che sembrano essere quelli più a rischio, se si considera la costante risalita nazionale dei contagi da alcune settimane a questa parte. Una citazione per i concerti: ce ne saranno a decine durante l’estate e, sicuramente riscuoteranno il loro tributo a Settembre, come già qualche infettivologo si è pronunciato. Si ricorda che avere tre dosi non significa “non lo prenderò mai”: migliaia di persone con 2 o 3 dosi stanno sperimentando le varianti Omicron ormai da tempo.

Si ricorda, infatti, che immunità a parte la vaccinazione serve solamente a non avere un quadro clinico grave da rianimazione o terapia intensiva. Chi si vaccina per l’influenza può benissimo prenderla se si espone ad una carica virale alta. Ma c’è differenza fra il finire in ricovero ospedaliero, rimanere 10 giorni a letto con le ossa rotte o avere qualche giorno di malessere e rimettersi in piedi con qualche bustina di analgesico, giusto?

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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