Gli attuali trattamenti per la sclerosi multipla (SM) sono generalmente limitati al tentativo di rallentare la progressione della malattia, prevenendo il verificarsi di nuove lesioni cerebrali. Tuttavia, questi approcci non aiutano i neuroni che sono già stati colpiti dal processo della malattia. Fra i meccanismi patogenetici sottostanti alla SM vi è sicuramente lo stress ossidativo; per cui i ricercatori pensano che l’integrazione esterna con molecole antiossidanti possa portare beneficio alla condizione. secondo uno studio condotto alla alla Thomas Jefferson University e pubblicato sulla rivista Frontiers in Neurology nel 2020, la N-acetilcisteina (NAC) è una molecola presente in natura che reintegra il glutatione cellulare (GSH) e mostra un miglioramento del metabolismo cerebrale e miglioramenti auto-riportati nella funzione cognitiva nei pazienti con sclerosi multipla.
La NAC è un integratore orale usato per sciogliere il catarro; oppure in forma endovenosa che viene utilizzata per proteggere il fegato dal sovradosaggio di paracetamolo. Diversi studi iniziali hanno dimostrato che la somministrazione di NAC aumenta i livelli di glutatione nel cervello. Poiché il glutatione è un antiossidante, i ricercatori hanno suggerito che potrebbe ridurre lo stress ossidativo dalla reazione immunitaria, anche se non è chiaro se migliorerebbe la funzione dei neuroni. Lo studio ha riscontrato miglioramenti nel metabolismo cerebrale, in particolare nelle aree che supportano la cognizione come i lobi frontale e temporale nei pazienti con SM. Inoltre, i pazienti hanno riportato miglioramenti qualitativi nelle loro capacità cognitive e di attenzione. Lo studio ha testato questo monitorando il metabolismo cerebrale del glucosio sul cervello tramite PET, come proxy della normale funzione neuronale.
I ricercatori hanno valutato 24 pazienti con sclerosi multipla che hanno continuato il loro trattamento attuale e sono stati collocati in due gruppi: il primo gruppo ha ricevuto una combinazione di NAC orale e endovenosa per due mesi (oltre all’attuale programma di trattamento); e il secondo gruppo, i pazienti di controllo, ha ricevuto solo il loro trattamento standard per la sclerosi multipla per due mesi. Quei pazienti nel gruppo attivo hanno ricevuto 50 mg/kg di NAC per via endovenosa una volta alla settimana e 500 mg per via orale 2 volte al giorno nei giorni non EV. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a scansione cerebrale mediante PET tramite speciali marcatori che misurano la quantità di metabolismo del glucosio nei neuroni in tutto il cervello. Questo test è stato utilizzato per determinare il livello di recupero neuronale.
I pazienti sono stati valutati inizialmente e dopo due mesi dalla ricezione del NAC o dalla terapia standard di cura e poi valutati clinicamente utilizzando diverse misure della funzione cerebrale e della qualità della vita. Rispetto ai controlli, i pazienti che ricevevano NAC presentavano miglioramenti significativi nel metabolismo cerebrale del caudato, giro frontale inferiore, giro temporale laterale e nel giro temporale medio misurati mediante PET. Queste aree sono particolarmente importanti per la cognitività e l’attenzione, che sono state entrambe percepite dai pazienti come migliorate. Nel 2015 è stato pubblicato un altro studio con NAC + glatiramer acetato. Il trattamento consisteva in un periodo di rodaggio di 10 settimane seguito da un trattamento di 36 settimane con di GA 20mg sottocute una volta al giorno + NAC 2,5 g orale due volte al giorno.
Le misure di esito includevano sicurezza e tollerabilità, biochimica redox ed effetto di risonanza magnetica. Il trattamento con la combinazione di glatiramer e NAC è stato sicuro e ben tollerato. Il trial clinico più recente, comunque, è iniziato nel 2022: in questa indagine randomizzata, in doppio cieco e con placebo, denominata NACPMS, sono stati arruolati 98 pazienti con SM progressiva che riceveranno NAC 1200 mg o placebo corrispondente (1:1) come aggiunta allo standard di cura, stratificato per sito e tipo di malattia, durante un periodo di intervento di 15 mesi. Si ipotizza che una riduzione del danno da stress ossidativo ridurrà l’atrofia cerebrale stimata dalla risonanza magnetica. L’analisi dei risultati primari confronterà la variazione percentuale nell’arco di 12 mesi (differenza fra mese 15 e mese 3).
Nel 2020 è stato pubblicato un trial clinico per sondare la tollerabilità, l’assorbimento intestinale e la sicurezza dell’acido lipoico, un cofattore vitaminico che è antiossidante ed antinfiammatorio agli alti dosaggi. Fra le due dosi di 600 e 1200mg assunte una volta al giorno per 7 e 10 giorni, è stato visto che la dose più bassa era meglio assorbita, non dava fastidi intestinali e buon picco plasmatico nei pazienti con SM che si erano offerti volontari per lo studio. Un altro studio clinico del 2018 aveva fatto vedere che l’acido lipoico alla dose di 1200mg/die ha avuto effetti positivi sull’andatura e l’equilibrio di una coorte di pazienti con SM. Ma l’effetto era significativo sono per i pazienti con la forma secondaria progressiva (SPMS). Se fosse vero che in questa forma c’è uno stress ossidativo maggiore rispetto alle altre forme cliniche, questo giustificherebbe l’effetto osservato.
Fra l’altro uno sbilanciamento dello stato redox nei linfociti T CD4 è stato visto nel caso della forma remittente-ricaduta (RRMS), dove si è assistito ad una maggiore epsressione di enzimi pro-ossidanti (gp91) ed attivazione di componenti antiossidanti (CAT, Nrf-2) in coincidenza della fase di ricaduta dei pazienti. In realtà gli effetti antiossidanti dell’acido lipoico da sfruttare per la sclerosi multipla sono iniziati nel 2005, con i primi trials clinici controllati. L’interesse verso questa molecola è stato altalenante perché in alcune indagini, la sua assunzione non ha modificato lo stato del glutatione cellulare, l’attività della glutatione perossidasi o le concentrazioni di malonil-dialdeide (MDA), noto indice di stress ossidativo. Lo stesso risultato si è avuto in un trial clinico del 2014, sebbene la capacità antiossidante plasmatica sia stata implementata.
Assumere integratori a base di acetil-cisteina o acido lipoico, in linea generale, può dunque risultare di beneficio per i pazienti affetti da sclerosi multipla, specialmente nei casi delle forme dove lo stress ossidativo è dimostrato essere maggiore. Considerata anche la sicurezza e la biodisponibilità di queste molecole naturali, assunzioni a lungo termine (specie sotto supervisione medica) non dovrebbero causare fastidio alcuno.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica.
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