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La prevalenza dei disturbi mentali nella sindrome dell’intestino irritabile: più alta di quello che si riteneva e con molte facce

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una malattia cronica dello stomaco e dell’intestino che colpisce fino al 15% della popolazione. Provoca crampi, dolore addominale, gonfiore, gas e diarrea. Circa il 10-20% degli adulti in tutto il mondo soffre di sintomi che possono essere associati all’IBS, con donne e adulti di età inferiore ai 50 anni che sono più vulnerabili allo sviluppo dell’IBS. Questo comune disturbo funzionale intestinale è la causa più riconosciuta di visite gastroenterologiche e una delle condizioni gastrointestinali più comunemente diagnosticate. Può colpire una vasta gamma di età e gruppi economici, sociali ed etnici: ciò si traduce in un onere economico non indifferente per il sistema sanitario di tutte le nazioni. I sintomi dell’IBS possono essere scatenati da stress cronico, ansia, depressione e fumo. Ma è anche vero che chi è affetto da IBS può sviluppare disturbi ansiosi, depressivi o misti a causa della qualità di vita scadente, che condiziona sia la loro alimentazione che le relazioni personali o le attività di ogni giorno.

I disturbi psichiatrici non trattati tra i pazienti con IBS mettono anche a dura prova i sistemi sanitari a causa dell’aumento della frequenza e della durata dei ricoveri ospedalieri. È anche noto che malattie croniche come l’IBS sono associate a compromissione sul lavoro e oneri economici associati per i pazienti e le loro famiglie. Una nuova ricerca della School of Medicine dell’Università del Missouri ha stabilito un legame tra IBS e problemi di salute mentale, come ansia, depressione e persino ideazione suicidaria. Questo studio ha esaminato oltre 1,2 milioni di ricoveri di pazienti affetti da IBS da 4.000 ospedali statunitensi per un periodo di tre anni e ha rilevato che oltre il 38% soffriva di ansia e oltre il 27% di depressione. La prevalenza di problemi psichiatrici, inclusi disturbo bipolare, tentativo/ideazione suicidaria e disturbi alimentari era significativamente più alta nella popolazione di pazienti affetti da IBS rispetto alla popolazione adulta generale. La ricerca evidenzia la necessità per i sanitari di valutare e trattare le comorbilità psichiatriche associate nei pazienti con IBS.

Ci possono essere ovviamente delle ragioni di ordine psicologico che possono essere causa o radice del problema, e non solamente ragioni di tipo “caratteriale” che spesso stigmatizzano questi pazienti. Le persone affette da IBS, in genere sono classificate come ipersensibili, perfezioniste, non amanti del disordine e comunque con svariate sfumature di sistematicità e metodicità di azioni, come se avessero una variante di disturbo ossessivo- compulsivo. La scienza, tuttavia, non ha dimostrato una tale connessione, né ha dimostrato che l’IBS è in realtà una forma di ossessione o compulsione, anche se è risaputo che i pazienti con questo disturbo peggiorano nei loro sintomi se vengono sottoposti a svariate forme di stress mentale. Studi condotti in passato tramite interviste o questionari appositi, hanno rivelato che in una media del 35% delle persone con IBS esiste una storia di abusi familiari intesi come maltrattamenti; e che mediamente nel 12-18% di essi c’è anche una qualche forma di abuso sessuale eseguito in età infantile o adolescenziale.

Zahid Ijaz Tarar, MD, professore associato di Medicina, ha spiegato: “Una possibile spiegazione è il cosiddetto asse cervello-intestino. Abbiamo a lungo sospettato che la disfunzione dell’asse cervello-intestino sia bidirezionale, in modo tale che i sintomi dell’IBS influenzino l’ansia e la depressione e, d’altra parte, i fattori psichiatrici causino i sintomi dell’IBS. I professionisti medici devono trattare entrambe le estremità dell’asse. Dico spesso ai miei pazienti che hanno IBS, che se hanno qualsiasi tipo di stress psicologico, si esprimerà in una forma o nell’altra, La membrana del mesentere che tiene insieme l’intestino ha una delle più grandi raccolte di cellule nervose nel corpo. Quando quei nervi si sregolano, portano allo stato di nervosismo dentro e intorno al tratto gastrointestinale, con conseguenti sintomi di IBS. Il conseguente declino della qualità della vita del paziente può portare a scelte di vita sbagliate, come il fumo o abuso di alcolici e persino verso l’abuso di droghe o la dipendenza farmacologica. La valutazione e il trattamento precoci sia dell’IBS che delle condizioni psichiatriche associate sono perciò essenziali”.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Tarar ZI, Farooq U et al. Irish J Med Sci (1971) 2023 Jan 3.

Alharbi MH et al. Cureus. 2022 Dec; 14(12): e32705.

Melchior C et al. Psychosom Med. 2022; 84(9):1021-33.

Tarar ZI et al. Int J Colorectal Dis. 2022; 37(7):1535-43.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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