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Cartilagine: un tessuto delicato che va protetto, e ancor di più in chi fa sport

Cartiliagini, stile di vita e necessità nutrizionali

I condrociti sono le cellule che costituiscono la cartilagine. Nella struttura chiusa della capsula articolare, le sollecitazioni quotidiane li mettono a dura prova dal punto di vista metabolico. Ecco perché vanno protetti con la giusta nutrizione, ovvero con l’introito di cibi ricchi di particolari sostanze atte allo scopo, e non tramite comune alimentazione. Si rimarca, infatti, che la cartilagine è un tessuto naturalmente privo di vasi sanguigni, e che l’ossigeno ed i nutrienti che gli servono vengono forniti passivamente, dalla circolazione sanguigna della capsula articolare e della sinovia circostante. Si capisce così che il fumo di sigaretta può essere un importante fattore di malattia articolare. Quindi, a dispetto dell’apparente assenza di connessione, ilfumo di sigaretta è una componente “tossica” per le cartilagini. Il maggior responsabile del danno cellulare è l’ossido di carbonio, che interferisce direttamente col trasporto dell’ossigeno da parte dell’emoglobina.

Anche le carenze nutritive specifiche, ancor peggio se associate al fumo di sigaretta, col tempo possono portare a perdita cellulare consistente a livello della cartilagine. La reazione infiammatoria che si instaura a seguito della produzione di detriti cellulari, è solo un sintomo finale e non corrisponde né alla radice, né al danno biologico silente che si è perpetrato nel tempo. In caso di lesioni iniziali documentate clinicamente (es. da comuni radiografie di controllo), la correzione andrebbe cominciata subito, per evitare l’entrata in un circolo vizioso che sarà difficile da invertire in futuro. Infatti, i condrociti sono cellule con un potere di rigenerazione limitato. Per chi pratica sport, dovrebbe rappresentare un controsenso l’essere fumatore e, nella media, questo è vero. Non molti sportivi infatti, sia non-agonisti che a livello agonistico, sono assidui fumatori. Generalmente, chi pratica sport può avere anche una conoscenza dei meccanismi nutrizionali e basali dell’allenamento cui si sottopone e dei fattori di rischio a cui si espone.

Ma il fumo di sigaretta non è l’unico fattore avverso alla salute delle cartilagini. Le stesse sollecitazioni meccaniche ripetute che si verificano in certi tipi di attività sportiva possono mettere a dura prova la resistenza di questo tessuto. È provato in laboratorio che modelli cellulari o di tessuto cartilagineo sottoposto a sollecitazioni meccaniche opportunamente simulate, sviluppano una maggiore quantità di radicali liberi ossidanti (ROS). Il corpo sicuramente sa come fronteggiare il problema, considerato che lo sportivo si appronta di seguire un’alimentazione più sana possibile. Ma sarebbe opportuno che, periodicamente, gli sportivi approcciassero non l’alimentazione bensì la nutrizione. Lo sportivo che assume integratori alimentari generalmente si rivolge ad amminoacidi, vitamine, proteine e carboidrati. Anche i sali minerali sono contemplati, soprattutto quelli necessari all’efficienza muscolare (sodio, calcio, magnesio).

Ma nessuno di questi nutrienti fronteggia direttamente lo stress ossidativo prodotto nella cartilagine sottoposta alle sollecitazioni di un allenamento.  Per contro, esistono i nutrienti di cui le cartilagini hanno un bisogno quasi costante, per un buon grado di protezione. Uno dei maggiori è sicuramente la Vitamina C. L’acido ascorbico è un prezioso nutriente per la cartilagine: non è solo antiossidante diretto, ma anche ricostruttivo essendo un cofattore della lisil-ossidasi e delle prolil-idrossilasi, enzimi fondamentale per la sintesi dell’elastina e del collagene, proteina portante della struttura ossea e della cartilagine stessa. Il fabbisogno alimentare quotidiano aggiornato dall’OMS è di 90mg, ma per chi pratica sport si raccomanda l’introduzione di una quantità almeno doppia. La vitamina C è abbondante nei seguenti cibi crudi: fragole (50mg/100g), kiwi (70mg/100g), broccoli (90mg/100g), peperoni (in media 140mg/100g) e ribes (200mg/100g). Gli agrumi sono in fondo alla tabella (solamente 30mg/100g).

Acidi grassi omega-3. Questa categoria di lipidi è ormai riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale come correttori di molti disturbi cardiocircolatori. Essi riducono la sintesi delle prostaglandine, le principali mediatrici dell’infiammazione e del dolore; così, evitano che le sollecitazioni meccaniche nel tempo si trasformino in infiammazione cronica. In questo senso, possono servire da supplemento nutrizionale anche quando il danno cellulare è ormai avvenuto. L’olio di pesce e la frutta a guscio (noci, mandorle, arachidi, nocciole e anacardi) forniscono eccellenti quantità di questi nutrienti. Sono disponibili commercialmente anche sottoforma di integratore alimentare (olio di pesce, olio di borragine, olio di semi di lino, ecc.).

Zinco e rame. Questi due minerali sono regolari costituenti delle cellule della cartilagine. Sono cofattori enzimatici della superossido-dismutasi (SOD1), enzima molto rappresentato nei condrociti per proteggersi dallo stress ossidativo. Anche la citocromo-ossidasi (CCOx) della catena respiratoria mitocondriale, necessita di ioni rame per una sua corretta funzione. Il suo funzionamento difettoso, infatti, trasforma l’ossigeno in superossido, un tipo di ROS estremamente aggressivo. Quest’ultimo può uccidere direttamente le cellule della cartilagine, il che viene evitato dalla sua conversione adacqua ossigenata da parte della SOD1. Alimenti ricchi di rame e zinco sono i frutti di mare, i crostacei, il cacao puro, i funghi, la frutta a guscio, i legumi ed il lievito di birra.

Silicio. Molti sconoscono la nozione che la cartilagine, è il tessuto umano più ricco di questo minerale dopo ossa, grosse arterie, milza e reni. È assodato che può risultare strano concepire il silicio come un bio-elemento, considerata la sua comune associazione culturale alle rocce. Le proteine cellulari lo contengono come anione silicato, che le stabilizza contro la degradazione degli enzimi proteolitici, conferendo anche elasticità alla matrice cartilaginea stessa. In aggiunta, è il cofattore naturale della prolina-idrossilasi, l’enzima responsabile della maturazione del collagene. Gli alimenti in assoluto più ricchi di silicio sono le pere, le bietole, la cipolla, i germogli di soia o bambù, e cereali come l’avena, il miglio e l’orzo. Integratori a base di silicati organici (preparati erboristici) sono disponibili.

Glucosammina. Questa molecola deriva dal glucosio per interazione con le vie metaboliche dell’azoto. È un diretto costituente dei polisaccaridi della matrice cartilaginea (condroitin-solfato, proteoglicani), praticamente rappresenta il primo mattone molecolare della cartilagine. Ai dosaggi correntemente impiegati nella integrazionee orale (1-1,5g al giorno), ha un discreto effetto anti-infiammatorio e parzialmente rigenerante sulle cellule cartilaginee residue. La glucosammina libera in natura è praticamente assente: ad oggi l’integrazione orale costituisce l’unica modalità di introito possibile. A tal fine, esistono centinaia di preparazioni integratore in commercio, singole o in associazione con altri nutrienti più o meno specifici.

Per ultimo, un integratore che in realtà è il primo da considerare: l’acqua. Un buono stato di idratazione mantiene l’elasticità delle cartilagini, evitando il loro irrigidimento e sofferenza.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Bibliografia scientifica

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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