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Molecole naturali contro il cancro mammario triplo-negativo: le ultime elaborazioni della ricerca

Gli agenti naturali sono noti per il loro ruolo nella prevenzione delle malattie e per il potenziale terapeutico, il che conferma l’importanza di queste molecole nella vita umana. I prodotti naturali sono ben noti per il loro minimo effetto collaterale e l’efficacia dei costi. I tumori sono un carico sanitario non indifferente in tutto il mondo, nonostante i progressi della ricerca e della farmacologia, servono farmaci molto più efficaci che abbiano parimenti un buon profilo di sicurezza rispetto ai correnti. Fra i tumori, il carcinoma mammario è il cancro più diffuso nelle donne e una delle principali preoccupazioni per la salute globale. A una donna su dodici in tutto il mondo verrà diagnosticata questa neoplasia ad un certo punto della sua vita.

Il cancro al seno è una malattia eterogenea con diverse caratteristiche cliniche e molecolari. Le decisioni terapeutiche per il carcinoma mammario in stadio avanzato sono guidate dall’espressione di tre principali bersagli terapeutici, vale a dire recettore degli estrogeni-α, del progesterone e del fattore di crescita epidermico umano-2 (HER-2). Mentre i tumori al seno ER-positivi sono trattati con antagonisti ER come tamoxifene e inibitori dell’aromatasi, i tumori HER2-positivi sono trattati con inibitori HER2 come herceptin. I tumori al seno triplo negativo (TNBC) che non esprimono questi recettori rappresentano il 15-24% di tutti i tumori al seno. La prevalenza di TNBC sembra essere in aumento nei paesi in via di sviluppo.

Il trattamento del TNBC è difficile a causa dell’aggressività della malattia, della prognosi clinica sfavorevole e della propensione alla ricaduta. È stato estremamente difficile sviluppare trattamenti più efficaci per il TNBC a causa della mancanza di obiettivi attuabili. Sebbene la chemioterapia con taxani sia ancora un trattamento standard per il TNBC in stadio avanzato, la risposta è tipicamente breve, legata alla chemio-resistenza e ha una prognosi infausta, con una sopravvivenza globale mediana di 9-12 mesi. Pertanto, sono necessarie strategie per la prevenzione e/o il trattamento precoci. Le ultime novità sulle indagini che riguardano nuove molecole contro il cancro triplo negativo sono state recensite molto recentemente.

Cordicepina

Questa molecola è prodotta dal fungo Cordyceps militaris ed inibisce la crescita cellulare e diminuisce la migrazione ed il potenziale di invasione nelle cellule TNBC (cellule BT549 e 4T1) a concentrazioni micromolari. Le indagini hanno mostrato che il trattamento con cordicepina delle cellule TNBC ha invertito il profilo di espressione dei marcatori di transizione da epiteliale a mesenchimale (EMT) E-caderina (aumentata) e N-caderina (diminuita) in modo dipendente dalla concentrazione. Inoltre, la molecola riduce significativamente l’espressione dei fattori di trascrizione correlati alla EMT (SNAIL, SLUG, TWIST1, ZEB1 e ZEB2) nelle cellule TNBC rispetto alle cellule non trattate. Il potenziale di questa molecola sarebbe, però, quello di rallentare la possibilità che le pazienti trattate possano sviluppare metastasi cellulari in altri siti ed organi.

Acido ursolico

Questo triterpenoide presente in natura in piante anche comunissime (es. salvia, rosmarino ed anche frutti di bosco), è attivo in vitro e modelli TNBC in vivo. Il composto ha il potenziale per invertire la resistenza ai farmaci nelle cellule tumorali. Le indagini hanno inoltre dimostrato che l’acido ursolico può inibire significativamente la proliferazione delle cellule TNBC. Il composto uccide selettivamente le cellule maligne, rispetto alle cellule normali. Inoltre, l’acido ursolico ha il potenziale per arrestare le cellule nella fase G2/M, ridurre la migrazione/invasione (diminuendo i livelli di proteasi MMP-2 e MMP-9) e induce la morte cellulare geneticamente programmata (apoptosi). L’analisi di rete basata sulla farmacologia ha identificato l’arricchimento cellulare di mediatori come PLK1, Ciclina B1 e p53. Il trattamento di topi trapiantati con cellule TNBC con acido ursolico ha determinato un effetto protettivo e una ridotta crescita del tumore attraverso l’asse PLK1-CCNB1-p53.

Ailanthone

Questo composto isolato dalla Ailanthus altissima sembra prevenire le metastasi ossee del TNBC. L’interazione tra le cellule del cancro al seno e il microambiente osseo è ampiamente coinvolta nelle metastasi del cancro al seno. Gli studi si sono concentrati sull’effetto di Ailanthone sulla differenziazione degli osteoclasti che è stata indotta dalla secrezione di citochine mediata dalle cellule TNBC. Le ricerche hanno riportato che il trattamento con Ailanthone può potenzialmente inibire la produzione di osteoclasti inibendo la secrezione di fattori osteolitici in modo RANKL-dipendente. Questo inibisce così le vie di segnalazione molecolare a valle (PI3K/AKT, NF-κB e MAPK) coinvolte nelle metastasi delle cellule TNBC. Nel complesso, questi risultati rivelano una nuova strategia terapeutica mediata da composti naturali per la gestione delle metastasi ossee del cancro al seno.

Curcumina

Questa notissima sostanza naturale, a parte le azioni antinfiammatorie ed antiossidanti ha dichiarate proprietà antitumorali contro varie specie di tumore umani. Questo è stato provato sia in vitro che in vivo con qualche centinaio d pubblicazioni. Secondo la rete CUR-target-pathways, la via PI3K-Akt, rla esistenza agli inibitori della tirosin-chinasi EGFR, JAK-STAT, FoxoA e HIF-1 sono stati identificati come i percorsi importanti degli effetti della curcumina sul TNBC. L’unico problema di questa sostanza che ha bersagli cellulari multipli, è solo la biodisponibilità che è davvero bassa. Mentre al di fuori del campo oncologico, la soluzione è stata associarla all’alcaloide piperina, nella cura dei tumori gli scienziati hanno elaborato preparazioni liposomiali e di nanoparticelle. Attraverso questo espediente l’attività antitumorale sia verso le cellule tumorali estrogeno positive (MCF-7) che triplo negative (MDA-MB-231) è risultato notevolmente amplificato. Le prove pre-cliniche e cliniche sono già avvenute con successo, quindi non si esclude che a breve il farmaco entri nella pratica.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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