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Le proprietà nutrienti dei fichi: quali sono i benefici per la salute di questi frutti simbolo di benessere?

I fichi, scientificamente conosciuti come Ficus carica, sono alberi o arbusti decidui che appartengono alla famiglia delle Moraceae. Sono originari dell’Asia sudoccidentale e del Medio Oriente. Per secoli, le persone hanno riconosciuto il valore di questi frutti per il loro impatto positivo su una serie di problemi di salute, come disturbi gastrointestinali, infiammatori, respiratori, cardiovascolari e metabolici. I fichi contengono vari componenti benefici come vitamine, acidi organici, minerali, amminoacidi, carotenoidi, fibre alimentari e composti polifenolici.

I fichi sono spesso ignorati per i loro benefici per la salute rispetto ad altri frutti. Probabilmente perché la finestra di disponibilità è limitata da Agosto fino alla metà di Settembre ed il loro prezzo unitario non è spesso contenuto. A parte gli alberi di fico coltivati, nell’area mediterranea si possono trovare come variante “selvatica”, anche lungo i bordi delle strade rurali i cui frutti sono parimenti edibili. I benefici per la salute dei fichi nella dieta umana possono essere determinati analizzando la loro composizione fitochimica. Ecco quello che la scienza ha trovato in un decennio.

Nutrienti presenti nei fichi

I fichi contengono una varietà di micro e macronutrienti come carboidrati, acidi organici, vitamine, minerali e fibre alimentari. I fichi sono ricchi di fibre e proteine, mentre il contenuto di grassi nei frutti commestibili di fico selvatico varia tra 1,02 e 2,71 g/100 g. Il linolenico è l’acido grasso più abbondante presente in varie varietà di fichi, insieme agli acidi linoleico, oleico e palmitico. I fichi sono ricchi di carboidrati e aminoacidi, tra cui leucina, valina, lisina e arginina. I fichi secchi contengono livelli più elevati di zuccheri e acidi organici rispetto ai fichi freschi. In particolare, la varietà di fico portoghese contiene quattro zuccheri liberi, vale a dire glucosio, trealosio, fruttosio e saccarosio, insieme a cinque acidi organici, tra cui acido chinico, ossalico, citrico, malico e succinico.

Diversi acidi organici sono stati analizzati nei frutti di fico e in tutte le loro parti (buccia inclusa), ritrovando principalmente gli acidi malico, ossalico, citrico, ascorbico, shikimico, chinico e fumarico. I benefici del consumo di questi acidi organici includono la riduzione dell’infiammazione, la promozione dell’assorbimento del calcio, la regolazione del sistema immunitario e la prevenzione della formazione di coaguli di sangue. I fichi sono il frutto più ricco di minerali tra i frutti comunemente consumati. Contengono minerali essenziali come potassio, sodio, magnesio, calcio, fosforo e oligoelementi, tra cui ferro, zinco, manganese, rame ed alcuni elementi traccia come nichel e stronzio.

Benefici per la salute dei fichi

Rischio cardiovascolare

La maggior parte degli studi sulla connessione tra i fichi e il rischio di malattie cardiovascolari si basa sulla ricerca sugli animali e vi è una scarsità di dati su questo argomento. In uno studio condotto per quattro settimane, i partecipanti hanno consumato tre quarti di una miscela di frutta secca contenente fichi rispetto a uno spuntino ricco di carboidrati. Lo studio non ha rilevato alterazioni significative del peso corporeo e effetti minimi sui livelli lipidici in entrambi i gruppi. Nello studio crossover, l’inizio dell’assunzione di fichi ha prima aumentato i livelli di colesterolo, indicando un effetto di sequenza. Questo studio ha anche mostrato un aumento delle lipoproteine a bassa densità (LDL) e dei livelli di glucosio a digiuno.

Diabete

È stato scoperto che un decotto di foglie di fico controlla efficacemente la glicemia postprandiale nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 (T1DM), secondo i test di bioefficacia negli esseri umani. L’uso del decotto di foglie di fico è risultato essere più efficace dei farmaci ipoglicemizzanti orali nel ridurre la glicemia postprandiale a due ore nei pazienti con diabete tipo 2. Un altro studio ha confrontato gli effetti del fico e della metformina su individui diabetici (tipo 2), dimostrando che la metformina ha abbassato le concentrazioni di zucchero nel sangue del 27,6% dopo due mesi di trattamento, mentre i fichi hanno abbassato le concentrazioni di zucchero nel sangue del 13,5%.

La ricerca ha dimostrato che l’acido abscissico (ABA) può migliorare l’omeostasi del glucosio. I fichi contengono una quantità moderata di ABA. Uno studio condotto su adulti umani sani ha rilevato che due estratti di frutta di fico hanno avuto un impatto significativo sulla riduzione della glicemia postprandiale. La riduzione è stata osservata a dosi più elevate di ABA somministrate con gli estratti. L’ABA è prodotto e rilasciato dalle cellule beta pancreatiche in risposta ad alte concentrazioni di glucosio nell’uomo. Di conseguenza, questa molecola promuove la stimolazione del rilascio di insulina dipendente dal glucosio e non, nonché la stimolazione dell’assorbimento del glucosio mediante espressione e della traslocazione del trasportatore GLUT4.

Nello specifico, questi effetti sono mediati dall’interazione dell’ABA con il suo specifico recettore LANCL2. La ficusina, derivata dalle foglie di F. carica, ha influenzato positivamente i livelli di glucosio nel sangue, il profilo lipidico, i marcatori nefrosici, l’insulina plasmatica, gli enzimi epatici, il glicogeno epatico e le cellule beta in uno studio sui ratti condotto in vivo. L’analisi di un estratto di foglie di fico con diclorometano e l’analisi cromatografica postuma in una ricerca pubblicata qualche mese fa, ha rivelato che esistono dei componenti polifenolici che aumentano la captazione del glucosio a livello cellulare, come 3,4-diidro-psoralene, umbelliferone e 7-idrossi-6-metilcumarina.

Aree nuove e in via di sviluppo

Si ritiene che lo sviluppo della malattia di Alzheimer senile sia mediato da un eccesso di stressmossidativo e mediatori endogeni infiammatori. I fichi (e specialmente quelli secchi) sono un frutto denso di nutrienti che contiene fibre, micronutrienti come rame, manganese, ferro, magnesio, calcio, potassio e vitamina K, oltre a composti polifenolici che hanno proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Uno studio ha anche scoperto che l’integrazione della dieta dei topi con il 4% di fichi può prevenire il declino della memoria, comportamenti correlati all’ansia, ridurre la capacità di apprendimento della discriminazione della posizione e compromettere la coordinazione spaziale e motoria.

Il consumo di fichi ha comportato una significativa riduzione dei sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) in una coorte di soggetti umani, come la frequenza della defecazione, il dolore e le feci dure rispetto al gruppo di controllo. Se assunti per via orale, gli estratti acquosi di Ficus carica L. possono migliorare il transito gastrointestinale e lo svuotamento gastrico riducendone il tempo. Può anche alleviare la gravità della stitichezza causata dalla colite. Una ricerca di simulazione molecolare sembra aver provato che polifenoli dei fichi cyanidina-3,5-diglucoside, Kaempferol-7-O-rutinoside, cyanidina-3-rhamnoglucoside e rutina hanno il potenziale di inibire la citochina IL-6 nei pazienti con infiammazioni acute.

La cyanidina-3,5-glucoside è anche un antagonista delle azioni del fattore di crescita EGF sulla crescita cellulare dei tumori, come nel cancro polmonare o quello mammario. Kampferolo e rutina sono anche degli antinfiammatori a livello vascolare e possono essere usati come integratori per affezioni come l’insufficienza venosa periferica (varicosi). Infine c’è chi propone l’uso dei pigmenti della buccia dei fichi variante “violetta” toscana come colorante naturale per gli alimenti in alternativa ad alcuni sintetici correntemente in uso.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

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Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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