I fibromi uterini sono i tumori benigni più comuni dell’utero. Costituiti da cellule muscolari lisce e una grande matrice di tessuto connettivo, i fibromi hanno dimensioni variabili da quasi microscopiche a masse voluminose che possono ingrandire e distorcere l’utero. Si stima che il 77% delle donne svilupperà fibromi nel corso della loro vita, la maggior parte entro i 50 anni. Le donne nere e ispaniche li sviluppano da 1,5 a 2 volte maggiori il tasso delle donne bianche. Mentre molte persone con fibromi uterini sono asintomatiche, circa il 25% presenta sintomi significativi tra cui sanguinamento uterino abbondante, irregolarità del ciclo (quando in fase della vita fertile), dolore pelvico e infertilità. I fibromi uterini sono la principale causa di isterectomia ospedaliera in tutto il mondo. Oltre alla completa rimozione dell’utero, il trattamento chirurgico può limitarsi ad alcune modalità per rimuovere i fibromi dalla parete uterina.
In uno studio preclinico di prova della Johns Hopkins Medicine, i ricercatori hanno scoperto che l’epi-gallocatechina gallato (EGCG), un composto maggiore del thè verde con potenti proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie, potrebbe essere promettente sia per il trattamento che per la prevenzione dei fibromi uterini. I risultati dello studio, pubblicati su Scientific Reports, si aggiungono alla crescente evidenza che l’EGCG può ridurre la crescita delle cellule fibromi. Lo studio è stato specificamente progettato per identificare i meccanismi molecolari responsabili dell’azione dell’EGCG nelle cellule fibromatose. I ricercatori sottolineano che il loro studio coinvolge fibromi umani cresciuti in laboratorio e trattati con estratto a base di EGCG per esplorare la possibilità di un’integrazione orale di EGCG come terapia, piuttosto che bere semplicemente tazze di thè verde come misura preventiva per i fibromi uterini.
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato colture di laboratorio di fibromi uterini raccolti da pazienti vivi. Poiché le cellule del fibroma uterino hanno una grande matrice extracellulare rispetto alle cellule normali, i ricercatori hanno progettato i loro esperimenti per vedere se il trattamento delle cellule con EGCG influisce sull’espressione proteica associata a questa matrice. Nello specifico, hanno studiato la fibronectina, una proteina della matrice; proteina del fattore di crescita del tessuto connettivo (CTGF), un fattore di crescita cellulare; e ciclina D1, una proteina coinvolta nella divisione cellulare. Le cellule sono state dapprima esposte con 100 micromoli per litro di EGCG in terreno di crescita per 24 ore, e poi sottoposte ad un Western blotting, una tecnica di laboratorio utilizzata per rilevare una proteina specifica in un campione di sangue o tessuto, è stato eseguito per valutare l’espressione proteica.
I ricercatori hanno cercato i livelli delle proteine ciclina D1 e CTGF sia nelle cellule trattate che in quelle non trattate. Hanno scoperto che l’EGCG ha ridotto i livelli proteici di fibronectina dal 46% al 52%, rispetto a un gruppo di controllo non trattato di fibromi. Hanno anche scoperto che l’EGCG ha interrotto i percorsi coinvolti nella crescita, nel movimento, nella segnalazione e nel metabolismo delle cellule tumorali del fibroma e hanno visto una diminuzione fino all’86% delle proteine CTGF rispetto al gruppo di controllo. Questi risultati supportano lo studio FRIEND (ClinicalTrials.gov, codice proprio NCT05364008), uno studio clinico in corso sull’EGCG in donne con fibromi che cercano una gravidanza. Sebbene i risultati di questo studio siano promettenti, i ricercatori avvertono che sono necessari ulteriori studi e che i consumatori non dovrebbero provare a dosarsi autonomamente con integratori a base di thè verde.
Secondo i ricercatori, gli integratori di EGCG potrebbero essere un modo facilmente accessibile e naturale per alleviare i sintomi e rallentare la crescita dei fibromi. La ricerca futura sull’EGCG includerà studi clinici con gruppi di pazienti ampi e diversificati, per determinare le dosi ottimali e i possibili effetti collaterali dell’integrazione con EGCG.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD; specialista in Biochimica Clinica.
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