domenica, Dicembre 22, 2024

Kampferolo per la riprogrammazione cellulare nelle allergie: ma con un meccanismo d’azione alternativo

Malattie allergiche come asma, dermatite atopica e allergie alimentari...

Microbiota urinario: il regolatore della formazione dei calcoli renali e possibilmente di altre condizioni

I ricercatori della Cleveland Clinic hanno trovato la prova...

Magnesio e vitamina D: una coppia che spesso oggi non si vede tenersi per mano

C’è un avvertimento per rendere efficace la vitamina D: non dimenticare il magnesio. Una recensione pubblicata sul Journal of the American Osteopathic Association, ha rilevato che la vitamina D non può essere metabolizzata senza livelli di magnesio sufficienti, il che significa che la vitamina D rimane immagazzinata e inattiva nel 50% di coloro che la assumono. I pazienti con livelli ottimali di magnesio richiedono meno integrazione di vitamina D per ottenere sufficienti livelli di questa vitamina nel plasma. Tutti gli enzimi che metabolizzano la vitamina D sembrano richiedere il magnesio, che funge da cofattore nelle sue reazioni enzimatiche nel fegato e nei reni. Il magnesio riduce anche l’osteoporosi, contribuendo a mitigare il rischio di fratture ossee che possono essere attribuite a bassi livelli di vitamina D. Si ritiene che la carenza di uno di questi nutrienti sia associata a vari disturbi, tra cui deformità scheletriche, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica.

Il magnesio è il quarto minerale più abbondante nel corpo umano dopo calcio, potassio e sodio. Mentre la quota giornaliera raccomandata per il magnesio è di 420 mg per i maschi e di 320 mg per le femmine, la dieta standard contiene solo circa il 50% di quella quantità. Circa la metà della popolazione totale, perciò, consuma una dieta carente di magnesio. Alimenti ricchi di magnesio includono mandorle, banane, fagioli, broccoli, riso integrale, anacardi, tuorlo d’uovo, olio di pesce, semi di lino, verdure verdi, funghi, altre noci, farina d’avena, semi di zucca, semi di sesamo, soia, semi di girasole, mais, tofu e cereali integrali. I ricercatori dicono che ilconsumo di magnesio da alimenti naturali è diminuito negli ultimi decenni, a causa dell’agricoltura industrializzata e dei cambiamenti nelle abitudini alimentari. Lo stato di magnesio è basso nelle popolazioni che consumano cibi trattati ad alto contenuto di cereali raffinati, grassi, fosfati e zuccheri.

Consumando una quantità ottimale di magnesio, si può essere in grado di ridurre i rischi di carenza di vitamina D e ridurre la dipendenza dagli integratori di vitamina D. Un sacco di persone hanno ricevuto raccomandazioni dai loro fornitori di assistenza sanitaria per assumere supplementi di vitamina D, per aumentare i loro livelli in base ai loro esami del sangue. Oltre alla vitamina D, tuttavia, la carenza di magnesio è un problema sottovalutato. Fino all’80% delle persone non consuma abbastanza magnesio in un giorno per soddisfare la dose raccomandata (RDA) sulla base delle stime nazionali. La carenza di magnesio interrompe la sintesi della vitamina D e il suo metabolismo. Forse non tutti sanno che il magnesio, a parte essere un regolatore della trasmissione nervosa e muscolare, è anche un cofattore enzimatico molto usato. Più di 200 enzimi cellulari lo usano regolarmente per accelerare le loro reazioni.

La stessa molecola di ATP (adenosina-trifosfato), che dà energia alle cellule muscolari e a tutte le cellule in generale, prima di essere scissa è presentata come sale di magnesio alle fibre muscolari. Molti ignorano il fatto che le ossa contengano magnesio. In caso di osteoporosi, i medici raccomandano integratori a base di calcio. Ma dovrebbero ricordarsi che esso non è l’unico elemento base delle ossa; a parte calcio e fosforo, ben il60% del nostro magnesio corporeo sta proprio legato allo scheletro. L’altro 39% è distribuito dentro le cellule e solo l’1% e quello circolante nei fluidi corporei. La quantità di questo importante elemento si equilibra regolarmente nell’organismo, grazie all’interazione con altri minerali. Se il magnesio comincia a mancare nelle cellule, il corpo lo preleva dalle riserve maggiori, ovvero d ossa e fegato per evitare la comparsa dei primi sintomi di carenza.

Ci sono anche molte informazioni che vengono discusse sulla relazione tra vitamina D e rischio di tumore del colon-retto che si basa su studi osservazionali rispetto a studi clinici. L’informazione è ancora confusa fino ad oggi. L’insufficienza di vitamina D è qualcosa che è stato riconosciuto come un potenziale problema di salute su larga scala in molti paesi. Non solamente la vitamina D può regolare il sistema scheletrico, quello cardiovascolare, endocrino ed immunitario, ma anche l’omeostasi cellulare e lo stato di maturazione e differenziamento. Alcune ipotesi originarie del2013 avevano messo in correlazione i bassi livelli di vitamina D e la maggiore probabilità di sviluppare il carcinoma del colon-retto. Si sono susseguiti studi cha nel complesso hanno dato risultati contrastanti, tra cui un rapporto del trial VITAL. Il processo ha rivelato anche qualcosa di nuovo – che il magnesio ha avuto un effetto regolatore nelle persone con alti livelli di vitamina D.

La ricerca fornisce la prima prova che il magnesio può svolgere un ruolo importante nell’ottimizzare i livelli di vitamina D e prevenire le condizioni legate ai livelli di vitamina D. Alcuni team di ricercatori stanno studiando il ruolo che il magnesio può giocare con il cancro come parte della prevenzione personalizzata del cancro del colon-retto. Si sono interessati a un ruolo per il magnesio sulle persone che sintetizzano la vitamina D in modo diverso, con i livelli di vitamina in alcuni individui che non crescono anche dopo aver assunto integratori ad alto dosaggio. Una teoria degli anni ’80 ipotizzava che la supplementazione alimentare con calcio potesse prevenire la trasformazione del cancro del colon-retto, per l’azione “collante” degli ioni calcio su alcune proteine di adesione cellulare. Con lo stesso meccanismo, il calcio avrebbe potuto prevenire la comparsa di metastasi tumorali.

 Una reale dimostrazione di questa ipotesi non è stata mai pubblicata. Ma dentro le cellule, il calcio è un attivatore di molte funzioni cellulari, compresa la motilità cellulare; nelle cellule tumorali queste possono trasformarsi in segnali che attivano la replicazione cellulare. Un effetto del genere, invece, non è posseduto dal magnesio. Tuttavia è noto che il magnesio si serve di svariate proteine di trasporto (soprattutto canali come MAGT1, TRPM6 e SCL41A1), che subiscono variazioni nei tumori digestivi. Una recensione del 2020 sembra aver concluso che non c’è relazione fra livelli plasmatici di vitamina D, magnesio e calcio con l’incidenza di cancro del colon-retto. È stata osservata un’associazione inversa tra l’assunzione di magnesio, ma non l’assunzione di calcio, e la mortalità per tutte le cause. La mortalità per tutte le cause era più bassa nei pazienti con concentrazioni sufficienti di vitamina D in combinazione con un’elevata assunzione dimagnesio.

Una grave carenza di vitamina D rispetto a concentrazioni sufficienti di vitamina D è risultata statisticamente non significativa associata a un rischio più elevato di mortalità per tutte le cause. Il rischio più basso di mortalità per tutte le cause è stato riscontrato nei pazienti che avevano sia alte concentrazioni di vitamina D che un’elevata assunzione di magnesio. Inoltre, l’associazione tra le concentrazioni di vitamina D e la mortalità per tutte le cause è presente solo in quelli con un elevato apporto di magnesio. Ciò è in linea con la ricerca precedente sulla popolazione generale, che mostra una più forte associazione tra le concentrazioni di vitamina D e la mortalità per tutte le cause in quelli con una maggiore assunzione di magnesio. Considerando l’importanza del magnesio per la conversione enzimatica della vitamina D nella sua forma attiva, il magnesio potrebbe essere cruciale per mantenere uno stato sufficiente di vitamina D.

Si ipotizza che la forma attiva della vitamina D abbia effetti benefici sulla prognosi dei tumori. Ci sono anche indicazioni che la vitamina D influenza la mortalità del carcinoma del colon, della mammella e della prostata, modulando le risposte immunitarie e infiammatorie. Inoltre, la carenza di magnesio è associata a infiammazione cronica di basso grado. Poiché si suggerisce che la vitamina D e il magnesio influenzino l’infiammazione sistemica, si è tentati di ipotizzare che la vitamina D e il magnesio contribuiscano a uno stato infiammatorio abbassato attraverso meccanismi condivisi, con il possibile risultato di migliori tassi di sopravvivenza. In qualunque caso, l’assunzione di magnesio e vitamina D va condotta a tavola in modo bilanciato e non solo per la prevenzione dell’osteoporosi o del tumore del colon.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Wesselink E et al. Am J Clin Nutr 2020; 111(5):1007-17.

Dai Q et al. Amer J Clin Nutr. 2018; 108(6):1249-1258.

Liu S, Liu Q. Amer J Clin Nutr. 2018; 108(6):1159-1161.

Crockett SD, Barry EL et al. Gut 2018; 68(3):475–86.

Ardehali SH et al. Scientific Rep. 2018 Feb; 8(1):2965.

Maalmi H et al. Eur J Epidemiol. 2017; 32(11):961–71.

Rosanoff A et al. Advances in Nutr. 2016; 7(1):25-43.

Wesa KM, Segal NH et al. Nutr Cancer 2015; 67(3):424.

Latest

Newsletter

Don't miss

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

PCOS pill: the new drug “shoots” fertility back to order

Polycystic ovarian syndrome (PCOS) is very common in girls and women of reproductive age and is a major cause of female subfertility. While no...

Bifidobatteri per correggere la stitichezza cronica: capire la loro biologia e costruire probiotici selettivi

Microbioma è il termine usato per descrivere l’insieme di microbi, inclusi batteri, funghi, virus e i loro geni, che vivono nel e sul nostro...

Tumore del colon: per sradicarlo la mira si sposta sulle cellule staminali

Il cancro del colon è una delle principali cause di decessi correlati al cancro negli Stati Uniti. La ricerca convenzionale negli ultimi 50 anni...

Questo si chiuderà in 20 secondi