I neuroblastomi sono tumori del sistema nervoso sia centrale che periferico. Possono formarsi in molte parti del corpo e sono la causa più comune di decessi legati al cancro nei bambini piccoli. Un team di ricercatori dell’Università di Medicina di Halle ha scoperto i processi coinvolti nello sviluppo di questi tumori. La proteina IGF2BP1 è considerata la scintilla che può innescare un intero “incendio di processi” che causano questi tipi di cancro. La proteina IGF2BP1 è presente all’inizio della vita e garantisce che le cellule crescano rapidamente durante lo sviluppo embrionale. Successivamente la sua presenza viene collegata a diversi tumori. Più della metà dei bambini con neuroblastomi ad alto rischio recidivano. Pertanto, sono urgentemente necessari nuovi approcci terapeutici per trattare in modo più efficace questo tipo di cancro infantile. Il German Cancer Aid e la Fondazione tedesca per la ricerca finanziano tali progetti presso l’Università di Medicina di Halle con l’obiettivo di identificare le principali cause del cancro e contrastarle utilizzando nuove piccole molecole con effetto farmacologico.
Negli studi preclinici, il team guidato dal biochimico Dr. Sven Hagemann ha utilizzato una molecola in grado di inibire IGF2BP1 ed estinguere questa scintilla. I risultati di questo nuovo potenziale approccio terapeutico sono stati pubblicati sulla rivista Molecular Cancer. In questo studio, i ricercatori hanno analizzato le caratteristiche genetiche dei tumori di 100 bambini affetti da neuroblastoma e hanno eseguito estesi esperimenti di colture cellulari ed esperimenti sui topi. In breve, IGF2BP1 fa sì che l’oncogene N-Myc venga prodotta in abbondanza. Entrambe le proteine possono attivare vari processi, attualmente irrisolti, a livello genetico che hanno un forte effetto cancerogeno in queste circostanze anomale. Il risultato è una conflagrazione fuori controllo nella cellula, che provoca la formazione, la sopravvivenza, la crescita e la diffusione dei neuroblastomi. Lo studio ha dimostrato per la prima volta che IGF2BP1 da sola è sufficiente a innescare questo tumore; tutti i topi in cui è stata indotta la proteina IGF2BP1 hanno sviluppato un neuroblastoma.
Il team ha ora testato con successo una tale molecola in stretta collaborazione con l’Istituto di Farmacia dell’Università Martin Luther di Halle-Wittenberg. Questo farmaco candidato finora non ha mostrato effetti avversi nei primi studi preclinici e può essere utilizzato come base per ulteriori sviluppi. In futuro, il trattamento mirato dei neuroblastomi potrebbe impedire ai pazienti di sperimentare i gravi effetti collaterali della chemioterapia. Tuttavia, ci vorrà ancora qualche anno per chiarire le questioni irrisolte prima che possano iniziare gli studi clinici. Non è chiaro, ad esempio, il motivo per cui l’IGF2BP1 sia presente o come il farmaco possa essere somministrato al meglio dove è necessario nell’organismo. La molecola in questione è un inibitore della famiglia BET di proteine del controllo genetico, alcuni derivati dei quali sono sotto sperimentazione clinica. Un secondo inibitore testato è YM-155, che blocca la proteina BIRC5/survivina, che serve alla cellula cancerosa a diventare immortale. Ma la sua presenza è regolata da IGF2BP1, di cui esiste un solo inibitore chiamato BTYNB.
Sulla base dei dati clinici, il team del professor Hüttelmaier, caporicerca senior, è riuscito a dimostrare nel 2015 che IGF2BP1 svolge un ruolo nello sviluppo dei neuroblastomi. Lui studia la proteina IGF2BP1 da oltre 20 anni, avendo cominciato nel suo ruolo nelle cellule neuronali. Il fatto che abbiano trovato IGF2BP1 alta nei tumori è stato un puro caso. Il prof. Huttelmaier ritiene che, per la prima volta, il suo team abbia identificato un possibile approccio terapeutico. Riuscire a sviluppare una molecola adatta, non sarà rilevante solo per i neuroblastomi. Gli studi dimostrano che IGF2BP1 gioca anche un ruolo chiave in altri tumori. Quindi c’è molto di più in gioco di quello che sembra.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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Yogev O et al. Cancer Res. 2019 Oct; 79(20):5382-5393.
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