Nel 2019 l’OMS ha elencato la “titubanza del vaccino” tra le prime dieci minacce globali alla salute delle persone. Il sondaggio Wellcome Global Monitor che ha valutato i dati del 2018 ha rilevato che una persona su tre in Francia riteneva che i vaccini non fossero sicuri. Solo la metà delle persone che vivono in Ucraina si sono fidate delle vaccinazioni e in entrambi i paesi si sono verificati recenti focolai di morbillo. In Inghilterra, la percentuale di bambini che ricevevano entrambi le dosi per morbillo-rosolia-parotite (MMR) all’età di cinque anni era diminuita per il quarto anno consecutivo e, a giugno 2018, il Public Health England ha annunciato che la prevalenza del morbillo era aumentata di quasi 4 volte, rispetto a 2017. Da quando nel 1998 un quotidiano screditò la tesi non supportata secondo cui il vaccino MMR era collegato all’autismo, i genitori di tutto il mondo sono entrati in allarme. Ciò ha portato alla nascita del movimento “anti-vax”, con le opinioni delle persone che si sono rifiutate di essere vaccinate o che hanno vaccinato i loro figli, sono ripetute e amplificate dai social media.
Le persone nel gruppo di esitazione al vaccino sono meno determinate nei loro atteggiamenti rispetto agli anti-vaxxer dichiarati, tendendo più all’indecisione e alle domande piuttosto che a un’obiezione completa. Questo gruppo è, quindi, molto più difficile da individuare, con la tendenza a non esprimere le proprie opinioni sui social media e preferisce mantenere i propri pensieri per sé a causa della paura delle critiche. Tuttavia, rappresentano un gruppo estremamente preoccupante per i professionisti medici e sanitari. Sempre nel 2019 dei ricercatori francesi hanno riportato risultati risultanti da un sondaggio basato sul web chiamato Vaccinoscope 2019 che ha chiesto a 1.500 genitori in cinque paesi europei come si sentono e cosa sanno della vaccinazione. La proporzione di genitori che erano positivi sull’idea della vaccinazione obbligatoria dei bambini variava da paese a paese. La proporzione che si sentiva meno informata sulla vaccinazione variava anche da paese a paese, con i genitori in Francia che si sentivano meno informati.
Negli ultimi anni, la copertura vaccinale in Europa è scesa a un livello non ottimale, il che ha portato alla rinascita di malattie come il morbillo ed epidemie che altrimenti sarebbero state prevenibili con i vaccini. La spiegazione principale per la riduzione della copertura vaccinale è l’esitazione dei genitori per la vaccinazione del loro bambino. I ricercatori hanno confrontato le opinioni dei genitori sui vaccini in Francia, Germania, Italia, Spagna e Inghilterra. L’indagine è stata compilata da 1.500 persone, 300 di ogni paese, che erano genitori di bambini di età compresa tra 0 e 35 mesi. Per ogni paese, 100 dei genitori hanno avuto bambini di età compresa tra 0 e 11 mesi, 100 hanno avuto bambini di età compresa tra 12 e 23 mesi e 100 hanno avuto bambini di età compresa tra 24 e 35 mesi. La percentuale di genitori che si sono sentiti positivi sulla vaccinazione variava da un paese all’altro, passando da un 73% in Francia al 94% in Spagna, sebbene l’OMS ritiene necessario il 95% per una protezione sufficiente della popolazione.
Nel Regno Unito e in Germania, il 3% della popolazione in studio si è opposto a tutti i vaccini, mentre la percentuale di oppositori in altri paesi era inferiore all’1%. In tutti i paesi, oltre il 90% era positivo sull’idea di vaccini obbligatori contro almeno alcune malattie, sebbene la Germania e il Regno Unito avessero la percentuale più significativa di individui resistenti. Per quanto riguarda le conoscenze sulla vaccinazione, i genitori in Francia si sonosentiti i meno informati (solo il 77% si è sentito ben informato), rispetto ai genitori degli altri quattro paesi (dal 90 al 94% si è sentito ben informato). Inoltre, solo il 58% dei genitori in Francia aveva consultato Internet per informazioni, rispetto al 70-81% in altri paesi. Anche la fiducia nelle autorità sanitarie era più bassa in Francia, con solo il 68% che valutava il loro livello di fiducia da 7 a 10 su 10, rispetto all’88% in altri paesi. La fonte d’informazione più comune su cui si basavano le decisioni di vaccinazione era un consulto medico o pediatrico (che variava dal 50 all’87% per paese), seguito da Internet (dal 14 al 40%) e amici e familiari (dal 9 al 30%).
I ricercatori concludono che i genitori che approvano la vaccinazione sembrano essere associati a una migliore conoscenza della vaccinazione. Come principio questo è applicabile anche alla vaccinazione anti-COVID da fare ai bambini, di cui si discute ormai da mesi? Non è possibile trarre conclusioni al riguardo, in quanto il conteso sociale, ideologico (e perché no anche politico) è diverso. La pandemia ha cambiato moltissime cose e l’ideologia anti-vax ha preso ancora più piede, screditando l’azione dei vaccini anti-COVID19 adducendo manipolazioni politiche, governative ed altre ipotesi di complotto. La redazione qui non intende fare polemica sull’argomento. Ma mette semplicemente in campo la letteratura scientifica e l’esperienza clinica pubblicata dalla scienza su fonti autorevoli. Come detto prima, per decenni le coperture vaccinali hanno garantito il contenimento di epidemie pediatriche evitando anche morti inutili. E’ paradossale, però, che pur trovandoci nell’era dell’informazione, non si riesce a diffondere l’informazione giusta atta a garantire a salute di ognuno.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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