I cereali sono una fonte primaria di energia (calorie) nella dieta. Oltre a ciò, forniscono abbondanti macronutrienti, micronutrienti, minerali, fibre e sostanze fitochimiche. Questi componenti nutrizionali sono vitali per mantenere l’equilibrio di vari organi essenziali e processi metabolici nell’uomo. Un recente articolo editoriale del Nutrients Journal ha sottolineato l’importanza di una ricerca dettagliata sui benefici per la salute derivanti dal consumo di cereali diversi. Vale la pena notare che i modelli alimentari in tutto il mondo sono diversi e riflettono le tradizioni alimentari regionali. Le meta-analisi sui benefici per la salute dei cereali integrali suggeriscono costantemente che il loro consumo è legato alla riduzione dei rischi di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e mortalità generale. Tuttavia, gli impatti sulla salute dei diversi tipi di cereali, come quelli raffinati come il riso bianco, soprattutto se si considerano i metodi di cottura, rimangono sottoesplorati o presentano dati contrastanti.
Ad esempio, mentre i popcorn hanno un indice glicemico e un contenuto di grassi trans più elevati, studi negli Stati Uniti hanno collegato il loro consumo a effetti positivi sul T2D e sulle malattie cardiache. Allo stesso modo, alcuni porridge, anche quelli con cereali integrali come il miglio, potrebbero contenere una minima quantità di cereali integrali e possedere un indice glicemico elevato, distorcendo potenzialmente i risultati epidemiologici. Gli effetti del consumo di cereali possono anche differire tra individui con condizioni di salute uniche, probabilmente a causa delle variazioni nelle abitudini alimentari, nei profili del microbiota intestinale e nelle relazioni tra dieta e salute cardiometabolica. Ad esempio, è stato scoperto che i fagioli secchi riducono il rischio di ipertensione nei pazienti con stitichezza. Studi recenti che utilizzano metodi omici ad alto rendimento hanno arricchito la nostra comprensione dei disturbi biologici associati a vari modelli alimentari ed esposizioni ambientali.
Questi studi documentano i cambiamenti nei livelli di metaboliti e nelle specie microbiche intestinali in seguito a diversi modelli di consumo di cereali, facendo luce sui benefici per la salute dei cereali. In uno studio danese, i partecipanti che consumavano 179 g/giorno di cereali integrali per otto settimane hanno sperimentato riduzioni significative del peso corporeo, della proteina C-reattiva (PCR) e dei livelli sierici di interleuchina (IL)-6, sebbene i loro microbiomi fecali siano rimasti inalterati. Uno studio N-of-1 separato ha rivelato che un breve intervento dietetico ad alto o basso contenuto di carboidrati della durata di sei giorni potrebbe alterare le specie di funghi residenti nell’intestino (mycobioma) collegate ai parametri glicemici. Inoltre, l’assunzione di avena per 45 giorni a 80 g/giorno ha ridotto significativamente i livelli di colesterolo totale ed LDL tra i partecipanti cinesi con lieve ipercolesterolemia. Questi partecipanti hanno anche mostrato cambiamenti nei livelli di metaboliti attraverso vari percorsi, come la sfingosina e la fosfatidilcolina.
Un intervento che prevedeva l’aggiunta di amido di grano resistente alle diete di adulti sani ha dimostrato che esso ha influenzato le popolazioni di batteri produttori di butirrato fecale e altri produttori di acidi grassi a catena corta (SCFA), che svolgono un ruolo nella salute gastrointestinale. Inoltre, lo studio POUNDs Lost ha indicato che individui con genotipi diversi potrebbero rispondere in modo diverso all’assunzione di carboidrati per quanto riguarda i tratti cardiovascolari e la perdita di peso. Questo studio ha anche suggerito che il profilo metabolomico di base potrebbe prevedere i cambiamenti della composizione corporea in risposta agli integratori di acido linoleico. L’apprendimento automatico può potenzialmente fornire approfondimenti sulle caratteristiche del microbioma intestinale e sul metaboloma di base in risposta agli interventi dietetici, compresi quelli che coinvolgono i cereali. Tra l’altro, non tutti i cereali hanno le stesse proprietà sia alimentari che quelle implicanti la loro chimica di base.
Ad esempio, un intervento di sei settimane sui cereali integrali potrebbe prevedere la perdita di peso monitorando l’abbondanza della specie microbica intestinale Prevotella. Inoltre, le fibre complesse (genericamente crusca) di ognuno di loro non hanno la stessa composizione chimica. Hanno tutte proprietà probiotiche per la produzione intestinale di SCFA, ma anche alcune azioni immuno-regolatorie non esplicabili sulle stesse tipologie cellulari. Inoltre, i polifenoli di ogni cereale non sono identici fra loro ed esistono anche alcuni composti azotati (es. nell’avena) che hanno funzioni biologiche accessorie. Sempre per l’avena, inoltre, la sua ricchezza in fosfolipidi e certi minerali è decisamente superiore rispetto ad altri. Perciò, quando si sostengono i benefici per la salute dei cereali, le raccomandazioni dovrebbero essere precise e considerare tipi specifici di cereali, condizioni di salute individuali, metodi di cottura e quantità di assunzione giornaliera.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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