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Il consumo di vino legato al fattore cancro: il rischio sembra non esserci

Il cancro è una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo. Il fumo, il consumo di alcol, l’assunzione di tabacco e un elevato indice di massa corporea (BMI) sono i fattori di rischio critici che determinano il carico totale di cancro. È interessante notare che, mentre il consumo di alcol è stato collegato ad un aumento del rischio di sviluppare vari tumori (compresi quelli della testa, del collo, del tratto gastrointestinale superiore, della mammella, del fegato, del retto e del colon), il consumo di vino in quantità moderate ha dimostrato effetti opposti. L’attuale comprensione del consumo di alcol e del cancro rimane controversa, in particolare per quanto riguarda il consumo di vino, e richiede ulteriori ricerche. È stato stabilito che l’alcol è associato al cancro gastrico, ma si ritiene che l’associazione sia diminuita tra gli individui che bevono vino invece di altre bevande alcoliche.

Il vino può aumentare l’acidità dello stomaco, che può inibire lo sviluppo di microrganismi come l’Helicobacter pylori. In indagini precedenti, il vino aveva dimostrato di avere benefici neuroprotettivi e chemiopreventivi se ingerito in piccole quantità. I componenti del vino, compreso il resveratrolo, esercitano effetti antimutageni, antinfiammatori e antiossidanti nella carcinogenesi, con effetti antinfiammatori che durano durante le fasi acute e croniche dell’infiammazione. Inoltre, causando la soppressione della cicloossigenasi 1 (COX-1), il resveratrolo può impedire i processi cellulari di carcinogenesi, sviluppo e progressione. Altri componenti anticancerogeni includono quercetina, tannini e antociani, che proteggono dalle radiazioni UV e inibiscono i radicali liberi e l’attività enzimatica della mieloperossidasi e della cicloossigenasi-2 (COX-2), riducendo la crescita del cancro della pelle.

In un recente studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition, i ricercatori hanno eseguito una ricerca meta-analitica per determinare la relazione tra consumo di vino e cancro. I database Cochrane, Scopus, Web of Science e PubMed sono stati cercati dal loro inizio fino a dicembre 2022, per individuare record pertinenti senza limiti di data di pubblicazione. Inoltre, il team ha selezionato i riferimenti provenienti da revisioni condotte in precedenza e da meta-analisi. Sono stati inclusi solo studi longitudinali che valutavano il legame tra consumo di vino e tumori del tratto gastrointestinale superiore, dei reni, del colon, del retto, della pelle, del pancreas, del cervello, dei polmoni e dei tessuti ginecologici. La ricerca bibliografica ha prodotto 12.651 studi; il titolo e la revisione dell’abstract ne hanno esclusi 8.380 e 377 sono stati valutati per l’idoneità.

Infine, 73 studi sono stati inclusi nella revisione sistematica.  In totale, 31 studi erano studi di coorte e 42 erano studi caso-controllo. Il periodo di pubblicazione degli studi inclusi variava dal 1986 al 2021 e gli studi includevano 4.346.504 individui di età compresa tra 18 e 103 anni. I rischi relativi aggregati per l’impatto del consumo di vino sul rischio di tumori ginecologici, colorettali, renali, mammari e ovarici erano rispettivamente 1,0, 0,9, 0,9, 1,0 e 1,0. L’eterogeneità negli studi inclusi era compresa tra il 50% e il 75%. Sono stati segnalati bias di pubblicazione per i tumori ovarici e renali. Le analisi di sensibilità e di sottogruppo hanno prodotto risultati simili, indicando che i risultati dell’analisi primaria erano robusti. Nel complesso, i risultati dello studio non hanno mostrato alcun legame tra il consumo di vino e il rischio di cancro.

Al contrario, il consumo di vino ha mostrato tendenze protettive rispetto al rischio di sviluppo di tumori, soprattutto al cervello, ai polmoni, alla pelle e al pancreas. Ovviamente, questa informazione deve essere contestualizzata consapevolmente in una dieta equilibrata, sana ed in cui il vino ha funzione di accompagnamento e di stato di benessere. L’alcolismo con alcolici raffinati è una piaga sociale oltre che un enorme onere sanitario mondiale. Usarlo come mezzo di socializzazione o rifugio dove soffocare il proprio dolore o i problemi quotidiani non porta a nessuna soluzione. Quant’unque si trattasse anche di vino, una cosa è usarlo come mezzo di salute e prevenzione un’altra è usarlo in modo smodato, irresponsabile o sconsiderato.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Lucerón-Lucas-Torres M et al. Front Nutr. 2023; 10:1197745.

María Mérida D et al. Clin Nutr. 2023 Jul; 42(7):1076-1085.

Lombardo M, Feraco A et al. Nutrients. 2023 Apr; 15(8):1921. 

Hrelia S, Di Renzo L et al. Nutrients. 2022 Dec; 15(1):175. 

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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