mercoledì, Gennaio 22, 2025

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Vaccini anti-COVID come spray nasali: parte il primo studio americano ufficiale

L’emergenza internazionale del COVID è ormai ufficialmente finita da più di un anno, ma questo non vuol dire che la malattia sia sparita. Si registrano ancora diverse migliaia di casi giornalieri in Italia, per lo più scoperti in modo sporadico o circostanziale. Ma ci sono ancora dai 4 a i 7 decessi settimanali ancora dovuti ad infezione da SARS-CoV2, sicuramente prevalenti fra i soggetti cronici e con morbilità importanti. La vaccinazione ha fatto i suoi progressi, ha raggiunto degli obiettivi, potrà aver causato dei risultati indesiderati ma è indubbio che ha rappresentato una svolta medica, considerati i tempi strettissimi di necessità in un contesto dove nessun farmaco antivirale è stato ufficialmente dichiarato valido per il trattamento dell’infezione da coronavirus.

I classici vaccini anti-COVID sono intramuscolo, ma erano stati preconizzati quelli a somministrazione intranasale sebbene non abbiano raggiunto mai importanza o interesse presso l’opinione pubblica, già ampiamente pregiudizievole contro quelli tradizionali. Adesso, uno studio di Fase 1 che testa la sicurezza di un vaccino nasale sperimentale che può fornire una maggiore ampiezza di protezione contro le varianti emergenti di SARS-CoV-2, sta ora arruolando adulti sani in tre centri negli Stati Uniti. Il National Institutes of Health (NIH) sta sponsorizzando la prima sperimentazione sull’uomo del vaccino sperimentale, che è stato progettato e testato in studi preclinici da scienziati del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) dell’NIH americano.

Lo studio mira ad arruolare 60 partecipanti adulti, di età compresa tra 18 e 64 anni, che in precedenza avevano ricevuto almeno tre dosi precedenti di un vaccino mRNA COVID-19. I centri di sperimentazione sono il Baylor College of Medicine di Houston; La Hope Clinic della Emory University a Decatur, Georgia; e l’Università di New York, Long Island. I volontari dello studio saranno divisi in 3 gruppi. Quelli della prima coorte riceveranno una dose del vaccino sperimentale come spray nasale al dosaggio più basso, mentre gli arruolati nelle due coorti successive riceveranno dosi progressivamente più elevate. Durante sette visite di follow-up nell’arco di circa un anno, gli scienziati misureranno la tollerabilità del vaccino e se genera una risposta immunitaria nel sangue e nel naso.

Il vaccino sperimentale, MPV/S-2P, utilizza il virus della polmonite murina (MPV) come vettore per fornire una versione della proteina spike SARS-CoV2 (S-2P) stabilizzata nella sua conformazione prefusione. L’MPV non causa malattie negli esseri umani o nei primati non umani, ma ha un’affinità per le cellule epiteliali che rivestono il tratto respiratorio e può essere efficace nel somministrare il vaccino nei luoghi in cui iniziano le infezioni naturali da coronavirus. Negli studi preclinici sui primati non umani, MPV/S-2P si è rivelato sicuro e ben tollerato. Ha prodotto robuste risposte immunitarie sistemiche, inclusi anticorpi diretti contro SARS-CoV2, nonché immunità locale nelle cellule dei tessuti della mucosa che rivestono il naso e le vie respiratorie.

Studi condotti su esseri umani e animali suggeriscono che l’immunità delle mucose è più efficace dell’immunità sistemica nel controllare la replicazione dei virus respiratori. Questo è il primo studio clinico NIAID condotto nell’ambito del progetto NextGen del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (DHHS) degli Stati Uniti. Attraverso il progetto NextGen, il NIAID prevede di facilitare lo sviluppo clinico di promettenti vaccini COVID-19 di prossima generazione negli studi di fase 1 e 2. Considerato quanta diffidenza ha suscitato l’utilizzo di vaccini con tecnologia ad RNA, che per molti ha solo provocato ulteriore diffidenza verso le istituzioni sanitarie e scientifiche, l’adozione di un vaccino più tradizionale e non invasivo potrà forse rappresentare un’alternativa più accettabile.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Yurina V et al. Vaccine X. 2023 Apr; 13:100265. 

García-Silva I et al. Expert Opin Biol Ther. 2023; 23(2):207.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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