domenica, Dicembre 22, 2024

Microbiota urinario: il regolatore della formazione dei calcoli renali e possibilmente di altre condizioni

I ricercatori della Cleveland Clinic hanno trovato la prova...

Serotonina “bilocata”: gli effetti degli antidepressivi partono dall’intestino ancora prima che dal cervello

Un nuovo studio sugli animali suggerisce che indirizzare i...

Consumare grassi vegetali da cereali e olii vegetali: ridurre il rischio di mortalità mangiando a tavola

Introduzione

La dieta svolge un ruolo cruciale nella salute umana, influenzando direttamente il rischio di malattie croniche e la mortalità. In questo contesto, il tipo e la qualità dei grassi consumati sono oggetto di crescente attenzione da parte della comunità scientifica. Studi recenti suggeriscono che un maggiore consumo di grassi vegetali, in particolare quelli provenienti da cereali e oli vegetali, potrebbe ridurre il rischio di morte per diverse cause, inclusi malattie cardiovascolari e cancro. I grassi alimentari possono essere suddivisi in diverse categorie: grassi saturi, grassi monoinsaturi e grassi polinsaturi. I grassi vegetali sono ricchi di acidi grassi insaturi, come gli acidi grassi monoinsaturi (MUFA) e polinsaturi (PUFA), che si trovano in alimenti come oli vegetali (ad esempio olio d’oliva, olio di semi di lino, olio di mais), noci, semi e cereali. Questi grassi hanno dimostrato di avere effetti favorevoli sui lipidi plasmatici, sull’infiammazione e sulla funzione endoteliale, tutti fattori che contribuiscono alla prevenzione delle malattie croniche (Astrup et al., 2011).

Come i grassi vegetali influenzano la salute: meccanismi biologici

I grassi vegetali possono influenzare la salute attraverso vari meccanismi biologici che agiscono a livello cellulare, metabolico e sistemico. Di seguito sono riportati i principali meccanismi attraverso cui i grassi vegetali potrebbero ridurre il rischio di mortalità.

  1. Miglioramento del Profilo Lipidico

Gli acidi grassi insaturi presenti nei grassi vegetali, come l’acido oleico (MUFA) e gli acidi grassi omega-3 e omega-6 (PUFA), sono noti per migliorare il profilo lipidico, riducendo i livelli di colesterolo LDL (“cattivo”) e aumentando il colesterolo HDL (“buono”) (Mensink et al., 2003). C’è anche un moderato influsso sui livelli di trigliceridi. Questo effetto può ridurre il rischio di aterosclerosi, una condizione in cui le arterie si ostruiscono a causa dell’accumulo di placca, aumentando il rischio di infarto e ictus.

  1. Effetti Antinfiammatori

L’infiammazione cronica è un fattore di rischio chiave per molte malattie croniche, tra cui malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e cancro. Gli acidi grassi polinsaturi, in particolare gli omega-3 presenti in alcuni oli vegetali, hanno dimostrato di avere potenti effetti antinfiammatori, riducendo i livelli di marker infiammatori come la proteina C-reattiva (PCR; Calder, 2013). Riducendo l’infiammazione, i grassi vegetali possono contribuire a prevenire l’insorgenza e la progressione di malattie croniche.

  1. Miglioramento della Funzione Endoteliale

La funzione endoteliale, che si riferisce alla capacità delle arterie di dilatarsi e contrarsi in risposta ai segnali biochimici, è cruciale per la salute cardiovascolare. I grassi insaturi, in particolare quelli presenti negli oli vegetali, hanno dimostrato di migliorare la funzione endoteliale, riducendo la rigidità arteriosa e migliorando il flusso sanguigno (Vafeiadou et al., 2010). Questo effetto può ridurre il rischio di ipertensione e malattie cardiache.

  1. Riduzione della Resistenza all’Insulina

La resistenza all’insulina è una condizione in cui le cellule del corpo non rispondono adeguatamente all’insulina, portando a livelli elevati di glucosio nel sangue e aumentando il rischio di diabete di tipo 2. Gli acidi grassi insaturi, in particolare gli omega-3, possono migliorare la sensibilità all’insulina, riducendo il rischio di sviluppare diabete e le complicanze associate (Salas-Salvadó et al., 2008).

  1. Modulazione del Microbiota Intestinale

Studi recenti suggeriscono che i grassi vegetali possono influenzare la composizione del microbiota intestinale, la comunità di microrganismi che vive nell’intestino e che svolge un ruolo cruciale nella salute generale. Una dieta ricca di grassi insaturi può promuovere la crescita di batteri benefici che migliorano la funzione metabolica e immunitaria, riducendo il rischio di malattie croniche (Mokkala et al., 2020).

Evidenze epidemiologiche: studi ssservazionali e randomizzati

Numerosi studi epidemiologici e clinici hanno esplorato l’associazione tra il consumo di grassi vegetali e il rischio di mortalità. Di seguito sono riportati alcuni dei principali studi che hanno contribuito alla comprensione di questo legame.

  1. Studio Nurses’ Health Study e Health Professionals Follow-up Study

Uno dei più grandi e influenti studi osservazionali, il Nurses’ Health Study (NHS), ha seguito oltre 120.000 infermiere negli Stati Uniti per più di 30 anni, esaminando il loro stato di salute e le abitudini alimentari. I risultati hanno mostrato che un maggiore consumo di grassi vegetali era associato a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari e mortalità per tutte le cause (Li et al., 2015). Un risultato simile è emerso dal Health Professionals Follow-up Study, che ha seguito oltre 50.000 uomini, dimostrando che un’elevata assunzione di grassi vegetali era associata a una riduzione del rischio di morte prematura.

  1. Studio PREDIMED (Prevención con Dieta Mediterránea)

Lo studio PREDIMED è uno studio clinico randomizzato che ha esaminato l’effetto della dieta mediterranea, ricca di grassi vegetali provenienti da olio d’oliva e noci, sul rischio di malattie cardiovascolari. I risultati hanno mostrato che i partecipanti che seguivano una dieta mediterranea integrata con olio d’oliva o noci avevano un rischio significativamente ridotto di eventi cardiovascolari maggiori, come infarto e ictus, rispetto a quelli che seguivano una dieta a basso contenuto di grassi (Estruch et al., 2013). Questo studio ha fornito forti evidenze a sostegno del ruolo protettivo dei grassi vegetali.

  1. Studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition)

Lo studio EPIC, che ha coinvolto oltre 500.000 partecipanti in 10 paesi europei, ha esaminato l’associazione tra il consumo di grassi vegetali e il rischio di mortalità per cancro e altre malattie croniche. I risultati hanno indicato che un maggiore consumo di grassi vegetali era associato a un rischio ridotto di mortalità per cancro e malattie cardiovascolari, suggerendo che questi grassi potrebbero avere effetti protettivi contro una vasta gamma di malattie (Boeing et al., 2012).

Grassi vegetali specifici e loro effetti sulla salute

Non tutti i grassi vegetali hanno gli stessi effetti sulla salute. Di seguito sono riportati alcuni dei principali tipi di grassi vegetali e le evidenze scientifiche relative ai loro effetti sulla salute.

  1. Olio d’Oliva

L’olio d’oliva, un componente chiave della dieta mediterranea, è ricco di acido oleico (MUFA) e composti fenolici che hanno dimostrato di avere potenti effetti antinfiammatori e antiossidanti. Numerosi studi hanno dimostrato che l’olio d’oliva riduce il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e mortalità per tutte le cause (Estruch et al., 2013). L’olio d’oliva è considerato uno dei grassi vegetali più salutari grazie ai suoi numerosi benefici documentati. Le loro azioni sono implementate dalla presenza di terpeni come l’oleuropeina (che abbassano la pressione arteriosa) e polifenoli come il tirosolo e l’idrossi-tirosolo che hanno proprietà antiossidanti e chemiopreventive.

  1. Olio di Semi di Lino

L’olio di semi di lino è ricco di acido alfa-linolenico (ALA), un acido grasso omega-3 che ha dimostrato di ridurre l’infiammazione e migliorare la salute cardiovascolare. Studi epidemiologici hanno suggerito che un maggiore consumo di ALA è associato a un rischio ridotto di mortalità per malattie cardiache (Pan et al., 2012). La loro azione è implementata dalla presenza di polifenoli chiamati etero-lignani, che hanno potenti azioni antinfiammatorie ed anche antiossidanti.

  1. Olio di Mais e di Soia

Gli oli di mais e di soia sono ricchi di acidi grassi omega-6, che hanno effetti benefici sulla salute cardiovascolare quando consumati in equilibrio con gli omega-3. Tuttavia, un consumo eccessivo di omega-6 rispetto agli omega-3 potrebbe favorire l’infiammazione. Pertanto, è importante bilanciare l’assunzione di omega-6 e omega-3 nella dieta per massimizzare i benefici per la salute (Simopoulos, 2002).

  1. Noci e Semi

Noci e semi, come mandorle, noci pecan, semi di girasole e semi di chia, sono eccellenti fonti di grassi insaturi e offrono benefici cardiovascolari e metabolici. Studi hanno dimostrato che il consumo regolare di noci è associato a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e mortalità prematura (Guasch-Ferré et al., 2013).

Implicazioni per la Salute Pubblica

Le evidenze a favore del consumo di grassi vegetali per ridurre il rischio di mortalità hanno importanti implicazioni per la salute pubblica. L’educazione alimentare dovrebbe concentrarsi sui benefici dei grassi vegetali e su come incorporarli nella dieta quotidiana. Questo potrebbe includere programmi educativi nelle scuole, campagne mediatiche e consulenze nutrizionali personalizzate. Politiche che migliorano l’accesso a cibi sani, come oli vegetali di alta qualità e noci, potrebbero avere un impatto significativo sulla salute pubblica. Queste politiche potrebbero includere la riduzione dei prezzi di questi alimenti attraverso sussidi governativi o la promozione di programmi di distribuzione di cibo sano nelle comunità a basso reddito.

Direzioni Future della Ricerca

Per approfondire la comprensione dei benefici dei grassi vegetali, sono necessarie ulteriori ricerche in diverse aree. Studi randomizzati controllati su larga scala sono essenziali per confermare i benefici dei grassi vegetali osservati negli studi osservazionali. Questi studi dovrebbero esaminare non solo gli effetti sulla mortalità, ma anche i meccanismi biologici sottostanti. Identificare biomarkers specifici che riflettano l’assunzione di grassi vegetali e i loro effetti sulla salute potrebbe aiutare a chiarire il legame tra dieta e mortalità. Questo potrebbe includere la misurazione di marker infiammatori, lipidi plasmatici e parametri metabolici. Infine, studi che esplorano l’effetto del consumo di grassi vegetali in diverse etnie, potrebbero fornire una comprensione più completa dei benefici di questi grassi a livello globale. Promuovere il consumo di grassi vegetali attraverso politiche di salute pubblica e educazione alimentare potrebbe avere un impatto significativo sulla riduzione del rischio di malattie croniche e sulla promozione di una maggiore longevità.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

  • Astrup, A., Dyerberg, J., Elwood, P., Hermansen, K., Hu, F. B., Jakobsen, M. U., … & Skeaff, C. M. (2011). The role of reducing intakes of saturated fat in the prevention of cardiovascular disease: where does the evidence stand in 2010? The American Journal of Clinical Nutrition, 93(4), 684-688.
  • Boeing, H., Bechthold, A., Bub, A., Ellinger, S., Haller, D., Kroke, A., … & Watzl, B. (2012). Critical review: vegetables and fruit in the prevention of chronic diseases. European Journal of Nutrition, 51(6), 637-663.
  • Calder, P. C. (2013). Omega-3 polyunsaturated fatty acids and inflammatory processes: nutrition or pharmacology? British Journal of Clinical Pharmacology, 75(3), 645-662.
  • Estruch, R., Ros, E., Salas-Salvadó, J., Covas, M. I., Corella, D., Arós, F., … & Martínez-González, M. Á. (2013). Primary prevention of cardiovascular disease with a Mediterranean diet. The New England Journal of Medicine, 368(14), 1279-1290.
  • Guasch-Ferré, M., Bulló, M., Martínez-González, M. Á., Ros, E., & Estruch, R. (2013). Frequency of nut consumption and mortality risk in the PREDIMED nutrition intervention trial. BMC Medicine, 11(1), 164.
  • Li, Y., Hruby, A., Bernstein, A. M., Ley, S. H., Wang, D. D., Chiuve, S. E., … & Hu, F. B. (2015). Saturated fats compared with unsaturated fats and sources of carbohydrates in relation to risk of coronary heart disease: a prospective cohort study. Journal of the American College of Cardiology, 66(14), 1538-1548.
  • Mensink, R. P., Zock, P. L., Kester, A. D., & Katan, M. B. (2003). Effects of dietary fatty acids and carbohydrates on the ratio of serum total to HDL cholesterol and on serum lipids and apolipoproteins: a meta-analysis of 60 controlled trials. The American Journal of Clinical Nutrition, 77(5), 1146-1155.
  • Mokkala, K., Tertsunen, H. M., Eskola, M., & Houttu, N. (2020). The impact of dietary fat quality on maternal microbiota composition and glucose metabolism: a randomized controlled trial. Journal of Nutritional Biochemistry, 82, 108404.
  • Mozaffarian

, D., Micha, R., & Wallace, S. (2011). Effects on coronary heart disease of increasing polyunsaturated fat in place of saturated fat: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. PLoS Medicine, 7(3), e1000252.

  • Pan, A., Sun, Q., Bernstein, A. M., Schulze, M. B., Manson, J. E., Willett, W. C., & Hu, F. B. (2012). Red meat consumption and mortality: results from 2 prospective cohort studies. Archives of Internal Medicine, 172(7), 555-563.
  • Salas-Salvadó, J., Bulló, M., Babio, N., Martínez-González, M. Á., Ibarrola-Jurado, N., Basora, J., … & Ros, E. (2008). Reduction in the incidence of type 2 diabetes with the Mediterranean diet: results of the PREDIMED-Reus nutrition intervention randomized trial. Diabetes Care, 34(1), 14-19.
  • Simopoulos, A. P. (2002). The importance of the ratio of omega-6/omega-3 essential fatty acids. Biomedicine & Pharmacotherapy, 56(8), 365-379.
  • Vafeiadou, K., Weech, M., Sharma, V., Yaqoob, P., Todd, S., Williams, C. M., … & Minihane, A. M. (2010). Differential impact of SFA, MUFA, and PUFA on a comprehensive lipid-related biomarker profile: the DIVAS study. American Journal of Clinical Nutrition, 94(3), 783-790.

Latest

Newsletter

Don't miss

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

Diabetes therapy: the weaponry enlarges with possibilities

A new class of drugs for diabetes and for obesity dependent on it will soon be available. This is judged by the findings of...

Osteoporosis surfs epigenetics: is histone methylation relying on gender to take its effects?

Nearly 19% of american women aged 50 and older have osteoporosis in their hips and lower spines. Osteoporosis-associated weakening of the bones increases the...

Abbuffata serale di regola? E’ colpa dello stress e dei suoi ormoni

L’appetito che per molti si scatena con il calare della sera, non è solo figlio di pranzi veloci e poco strutturati, come da sempre...

Questo si chiuderà in 20 secondi