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Differenze tra vaiolo delle scimmie e COVID-19: un’analisi comparativa

Introduzione

Negli ultimi anni, il mondo ha affrontato diverse emergenze sanitarie globali, tra cui la pandemia di COVID-19 e, più recentemente, la diffusione del vaiolo delle scimmie. Sebbene entrambe le malattie abbiano suscitato preoccupazione a livello internazionale, presentano caratteristiche molto diverse in termini di eziologia, modalità di trasmissione, sintomi, trattamento e impatto sulla salute pubblica. Questo articolo esplora le principali differenze tra il vaiolo delle scimmie e il COVID-19, analizzando le caratteristiche epidemiologiche, cliniche e preventive di ciascuna malattia.

Eziologia: Differenze tra i Virus Causali

Il vaiolo delle scimmie e il COVID-19 sono causati da virus appartenenti a famiglie virali diverse, con differenze significative nelle loro caratteristiche genetiche e biologiche.

  1. Vaiolo delle Scimmie (Monkeypox)

Il vaiolo delle scimmie è causato dal Monkeypox virus, un virus a DNA appartenente alla famiglia Poxviridae, genere Orthopoxvirus. Questo genere comprende anche altri virus, come il virus del vaiolo umano (Variola virus) e il virus della vaccinia. Il Monkeypox virus è stato identificato per la prima volta negli anni ’50 in scimmie utilizzate per la ricerca, ma la malattia è stata successivamente osservata anche negli esseri umani, principalmente in Africa centrale e occidentale (Jezek et al., 1987).

Il Monkeypox virus è un virus zoonotico, cioè può essere trasmesso dagli animali all’uomo. Le principali riserve naturali del virus sono piccoli mammiferi, come roditori e primati non umani. L’infezione può avvenire attraverso il contatto diretto con animali infetti o materiale contaminato, come fluidi corporei o lesioni cutanee.

  1. COVID-19

Il COVID-19 è causato dal virus SARS-CoV-2, un virus a RNA a singolo filamento appartenente alla famiglia Coronaviridae, genere Betacoronavirus. Il SARS-CoV-2 è strettamente correlato ad altri coronavirus zoonotici che hanno causato focolai di malattie respiratorie nell’uomo, come il SARS-CoV (responsabile della SARS nel 2002-2003) e il MERS-CoV (responsabile della MERS nel 2012) (Zhou et al., 2020). Il SARS-CoV-2 è stato identificato per la prima volta a Wuhan, in Cina, alla fine del 2019, e si è rapidamente diffuso a livello globale, causando una pandemia. La trasmissione del virus avviene principalmente attraverso goccioline respiratorie emesse quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla.

Modalità di trasmissione

Le modalità di trasmissione del vaiolo delle scimmie e del COVID-19 differiscono notevolmente, influenzando la diffusione delle malattie e le strategie di controllo.

  1. Vaiolo delle Scimmie

Il vaiolo delle scimmie si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con fluidi corporei, lesioni cutanee o materiali contaminati da una persona infetta. La trasmissione interumana può avvenire anche attraverso il contatto stretto e prolungato, come durante rapporti sessuali o convivenze prolungate. Il virus può essere trasmesso anche attraverso il contatto con animali infetti o il consumo di carne di animali selvatici non sufficientemente cotta (Fine et al., 1988). Sebbene il vaiolo delle scimmie possa trasmettersi da persona a persona, la trasmissione è generalmente meno efficiente rispetto a quella di virus respiratori come il SARS-CoV-2.

  1. COVID-19

Il SARS-CoV-2, responsabile del COVID-19, si diffonde principalmente attraverso goccioline respiratorie che possono essere inalate o entrare in contatto con le mucose del naso, della bocca o degli occhi. Il virus può diffondersi anche tramite aerosol in ambienti chiusi e affollati. Inoltre, il contatto con superfici contaminate seguito dal tocco del viso rappresenta una via di trasmissione meno comune ma possibile (Huang et al., 2020). Una caratteristica distintiva del SARS-CoV-2 è la sua capacità di diffondersi anche da persone asintomatiche o pre-sintomatiche, contribuendo alla rapida diffusione del virus a livello globale.

Sintomatologia e manifestazioni cliniche

Le manifestazioni cliniche del vaiolo delle scimmie e del COVID-19 differiscono significativamente in termini di sintomi e gravità.

  1. Vaiolo delle Scimmie

Il vaiolo delle scimmie si manifesta dopo un periodo di incubazione di 6-13 giorni. I sintomi iniziali includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, affaticamento e linfonodi ingrossati (Reynolds et al., 2019). Dopo alcuni giorni, compare un’eruzione cutanea caratteristica che evolve in diverse fasi: da macule a papule, vescicole, pustole e infine croste. L’eruzione cutanea può coprire diverse parti del corpo, compreso il viso, le mani, i piedi e il tronco. La malattia dura generalmente 2-4 settimane e si risolve spontaneamente nella maggior parte dei casi. Tuttavia, in alcuni casi, possono verificarsi complicazioni gravi, come infezioni secondarie, polmonite, sepsi, encefalite e perdita della vista a causa di infezioni oculari. Il tasso di mortalità varia a seconda del ceppo del virus, con il ceppo dell’Africa Centrale che ha un tasso di mortalità più elevato rispetto a quello dell’Africa Occidentale (WHO, 2022).

  1. COVID-19

Il COVID-19 presenta un ampio spettro di manifestazioni cliniche, che variano da infezioni asintomatiche o lievi a forme gravi e potenzialmente letali. I sintomi più comuni includono febbre, tosse, affaticamento, perdita del gusto o dell’olfatto, dolori muscolari, mal di gola, congestione nasale e difficoltà respiratorie (Guan et al., 2020). Nei casi più gravi, il COVID-19 può causare polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), insufficienza multiorgano e morte. Le persone con condizioni preesistenti, come malattie cardiovascolari, diabete, obesità e malattie polmonari croniche, sono a maggior rischio di sviluppare forme gravi di COVID-19 (Zhou et al., 2020). Una caratteristica unica del COVID-19 è la possibilità di sviluppare il cosiddetto “long COVID”, una condizione in cui i sintomi persistono per settimane o mesi dopo la guarigione dall’infezione acuta.

Diagnosi

La diagnosi di vaiolo delle scimmie e COVID-19 si basa su test specifici, anche se i metodi differiscono tra le due malattie.

  1. Vaiolo delle Scimmie

La diagnosi del vaiolo delle scimmie si basa su test di laboratorio che identificano il DNA virale, generalmente attraverso la reazione a catena della polimerasi (PCR) su campioni prelevati dalle lesioni cutanee o da fluidi corporei. In contesti con accesso limitato ai test PCR, la diagnosi può essere fatta clinicamente basandosi sui sintomi e sulla storia del paziente (Reynolds et al., 2019).

  1. COVID-19

La diagnosi di COVID-19 si basa principalmente sul test PCR su campioni respiratori, come tamponi nasofaringei o orofaringei. Altri metodi diagnostici includono test antigenici rapidi e, in alcuni casi, test sierologici per rilevare anticorpi contro il SARS-CoV-2 (Corman et al., 2020).

Trattamento e Vaccinazione

Le strategie di trattamento e vaccinazione per il vaiolo delle scimmie e il COVID-19 sono diverse, riflettendo le differenze nella patogenesi e nei rischi associati a ciascuna malattia.

  1. Vaiolo delle Scimmie

Non esistono trattamenti specifici approvati per il vaiolo delle scimmie, ma antivirali come il tecovirimat sono stati utilizzati in casi gravi o complicati. La gestione della malattia si basa principalmente sul trattamento dei sintomi e sul supporto delle funzioni vitali (WHO, 2022). Il vaccino contro il vaiolo umano (vaccinia) offre una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie. Recentemente, vaccini più moderni, come il MVA-BN (Modified Vaccinia Ankara-Bavarian Nordic), sono stati sviluppati e approvati per l’uso contro il vaiolo delle scimmie in alcuni paesi (Jezek et al., 1987).

  1. COVID-19

Per il COVID-19 sono stati sviluppati e approvati diversi trattamenti antivirali, come il remdesivir, e anticorpi monoclonali per il trattamento di casi gravi. Inoltre, il trattamento comprende il supporto respiratorio per i pazienti con insufficienza respiratoria e l’uso di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione nei casi gravi (Beigel et al., 2020). La vaccinazione è stata uno strumento cruciale nella lotta contro il COVID-19. Vaccini a mRNA (come quelli sviluppati da Pfizer-BioNTech e Moderna), vaccini a vettore virale (AstraZeneca, Johnson & Johnson) e vaccini a proteine ricombinanti sono stati distribuiti a livello globale, contribuendo a ridurre la gravità della malattia e la mortalità (Polack et al., 2020).

Impatto sulla Salute Pubblica

Sebbene entrambe le malattie abbiano avuto un impatto significativo sulla salute pubblica, il COVID-19 ha causato una pandemia globale di proporzioni senza precedenti, mentre il vaiolo delle scimmie è rimasto confinato in focolai limitati, con una diffusione molto più contenuta.

  1. Vaiolo delle Scimmie

Il vaiolo delle scimmie è stato storicamente endemico in alcune regioni dell’Africa, ma i recenti focolai in Europa e Nord America hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla sua potenziale diffusione globale. Tuttavia, la natura meno contagiosa del vaiolo delle scimmie rispetto al COVID-19 limita la portata della sua diffusione, e le strategie di controllo si concentrano su interventi mirati e tracciamento dei contatti (WHO, 2022).

  1. COVID-19

Il COVID-19 ha avuto un impatto devastante a livello globale, causando milioni di morti e paralizzando i sistemi sanitari. Le misure di sanità pubblica, come il distanziamento sociale, l’uso di mascherine, e le campagne di vaccinazione di massa, sono state implementate in tutto il mondo per controllare la diffusione del virus. Tuttavia, le varianti emergenti del SARS-CoV-2 continuano a rappresentare una sfida significativa per la salute pubblica (WHO, 2021).

Conclusioni

Il vaiolo delle scimmie e il COVID-19 rappresentano due malattie infettive con caratteristiche molto diverse in termini di eziologia, trasmissione, sintomi, diagnosi, trattamento e impatto sulla salute pubblica. Mentre il COVID-19 ha causato una pandemia globale, il vaiolo delle scimmie ha mantenuto una diffusione più contenuta, pur rappresentando una minaccia crescente. La comprensione delle differenze tra queste due malattie è fondamentale per sviluppare strategie efficaci di prevenzione e controllo, e per affrontare future emergenze sanitarie globali.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

  • Beigel, J. H., Tomashek, K. M., Dodd, L. E., et al. (2020). Remdesivir for the treatment of Covid-19—final report. The New England Journal of Medicine, 383(19), 1813-1826.
  • Corman, V. M., Haage, V. C., Bleicker, T., et al. (2020). Comparison of seven commercial SARS-CoV-2 rapid point-of-care antigen tests: a single-centre laboratory evaluation study. The Lancet Microbe, 2(7), e311-e319.
  • Fine, P. E., Jezek, Z., Grab, B., & Dixon, H. (1988). The transmission potential of monkeypox virus in human populations. International Journal of Epidemiology, 17(3), 643-650.
  • Guan, W. J., Ni, Z. Y., Hu, Y., et al. (2020). Clinical characteristics of coronavirus disease 2019 in China. The New England Journal of Medicine, 382(18), 1708-1720.
  • Huang, C., Wang, Y., Li, X., et al. (2020). Clinical features of patients infected with 2019 novel coronavirus in Wuhan, China. The Lancet, 395(10223), 497-506.
  • Jezek, Z., Grab, B., & Paluku, K. M. (1987). Human monkeypox: disease pattern, incidence and attack rates in a rural area of northern Zaire. Tropical and Geographical Medicine, 39(2), 94-101.
  • Polack, F. P., Thomas, S. J., Kitchin, N., et al. (2020). Safety and efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 vaccine. The New England Journal of Medicine, 383(27), 2603-2615.
  • Reynolds, M. G., Damon, I. K. (2019). Outbreaks of human monkeypox after cessation of smallpox vaccination. Trends in Microbiology, 20(2), 80-87.
  • WHO. (2021). COVID-19 Weekly Epidemiological Update, Edition 75. World Health Organization.
  • WHO. (2022). Monkeypox. Fact sheet. World Health Organization.
  • Zhou, P., Yang, X. L., Wang, X. G., et al. (2020). A pneumonia outbreak associated with a new coronavirus of probable bat origin. Nature, 579(7798), 270-273.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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