domenica, Dicembre 22, 2024

Microbiota urinario: il regolatore della formazione dei calcoli renali e possibilmente di altre condizioni

I ricercatori della Cleveland Clinic hanno trovato la prova...

Serotonina “bilocata”: gli effetti degli antidepressivi partono dall’intestino ancora prima che dal cervello

Un nuovo studio sugli animali suggerisce che indirizzare i...

I tatuaggi possono causare tumori alla pelle o al sangue? Un’analisi delle evidenze scientifiche

Introduzione

I tatuaggi sono diventati una forma d’arte corporea sempre più popolare in tutto il mondo. Secondo alcune stime, almeno una persona su quattro ha un tatuaggio, e in alcune popolazioni, la percentuale è ancora più alta. Tuttavia, con l’aumento della diffusione dei tatuaggi, sono emerse anche preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi per la salute, tra cui la possibilità che i tatuaggi possano essere associati allo sviluppo di tumori della pelle o del sangue. Questo articolo esamina le evidenze scientifiche disponibili per rispondere alla domanda: i tatuaggi possono causare cancro al sangue o alla pelle?

Composizione degli inchiostri per tatuaggi

Prima di analizzare i potenziali rischi oncologici dei tatuaggi, è importante comprendere la composizione degli inchiostri utilizzati per i tatuaggi. Gli inchiostri per tatuaggi contengono pigmenti che vengono iniettati nello strato dermico della pelle. Questi pigmenti possono essere costituiti da una vasta gamma di sostanze chimiche, tra cui metalli pesanti, coloranti organici e composti inorganici. Alcuni dei componenti più comuni degli inchiostri per tatuaggi includono il biossido di titanio (usato per i colori bianchi), l’ossido di ferro (usato per i colori rossi e gialli), il rame (usato per il blu e il verde), il cromo, il nickel, il piombo e il cadmio (Kluger & Koljonen, 2012).

Alcuni di questi composti sono noti per essere potenzialmente tossici o cancerogeni. Ad esempio, il nickel e il cromo sono stati classificati come cancerogeni umani dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) (IARC, 1990). Inoltre, alcune sostanze chimiche presenti negli inchiostri per tatuaggi possono degradarsi nel tempo, rilasciando prodotti di decomposizione che potrebbero essere tossici o cancerogeni (Laux et al., 2016).

Meccanismi potenziali di cancerogenesi associati ai tatuaggi

I meccanismi attraverso i quali i tatuaggi potrebbero teoricamente contribuire allo sviluppo del cancro includono l’infiammazione cronica, la migrazione dei pigmenti nei linfonodi, la genotossicità delle sostanze chimiche contenute negli inchiostri e l’induzione di stress ossidativo. Di seguito, analizziamo questi meccanismi in dettaglio.

  1. Infiammazione Cronica

L’iniezione di inchiostro per tatuaggi nella pelle provoca una risposta infiammatoria acuta, che è parte del processo di guarigione. Tuttavia, l’infiammazione cronica a lungo termine può essere un fattore di rischio per il cancro. Studi hanno dimostrato che l’infiammazione cronica è associata allo sviluppo di vari tipi di tumori, inclusi i tumori della pelle (Hussain & Harris, 2007). Anche se la maggior parte delle infiammazioni legate ai tatuaggi è temporanea, c’è la possibilità che un’infiammazione persistente possa contribuire alla formazione di lesioni precancerose o cancerose, in particolare in individui con predisposizioni genetiche o esposizioni ambientali aggiuntive.

  1. Migrazione dei Pigmenti nei Linfonodi

È stato documentato che i pigmenti dei tatuaggi possono migrare dai siti di iniezione ai linfonodi vicini. Questo fenomeno è noto come “tatuaggio dei linfonodi” ed è stato osservato in molteplici studi istopatologici (Lehner et al., 2011). L’accumulo di pigmenti nei linfonodi può interferire con il sistema immunitario e potenzialmente aumentare il rischio di linfomi o altre forme di cancro del sangue, anche se le prove dirette che collegano la migrazione dei pigmenti ai tumori sono ancora limitate.

  1. Genotossicità delle Sostanze Chimiche

Alcuni dei componenti degli inchiostri per tatuaggi sono noti per essere genotossici, il che significa che possono danneggiare il DNA e aumentare il rischio di mutazioni cancerogene. Ad esempio, i metalli pesanti come il piombo e il cadmio, presenti in alcuni inchiostri, sono associati a danni al DNA e sono stati collegati a un aumento del rischio di tumori (Jomova & Valko, 2011). Inoltre, i pigmenti organici presenti negli inchiostri possono essere degradati dalla luce ultravioletta (UV) o dai processi di invecchiamento del corpo, portando alla formazione di composti chimici reattivi che potrebbero danneggiare il DNA delle cellule cutanee.

  1. Stress Ossidativo

Lo stress ossidativo è un processo in cui i radicali liberi danneggiano le cellule e il DNA. L’introduzione di inchiostri per tatuaggi nella pelle può indurre stress ossidativo, che a sua volta può contribuire alla cancerogenesi (Valko et al., 2006). Anche se lo stress ossidativo indotto dai tatuaggi non è stato studiato a fondo, è plausibile che questo meccanismo possa giocare un ruolo nel potenziale rischio oncogenico dei tatuaggi. In fondo, alcuni ioni metallici come rame, cadmio, ferro e nickel possono contribuire.

Tatuaggi e tumori alla pelle: evidenze

La questione se i tatuaggi possano causare il cancro della pelle è stata oggetto di molte discussioni nella letteratura scientifica. Le prove attuali non supportano un legame diretto forte tra i tatuaggi e il cancro della pelle, come il melanoma o il carcinoma a cellule squamose. Tuttavia, ci sono stati casi riportati di tumori della pelle che si sono sviluppati in aree tatuate, sollevando preoccupazioni su un possibile collegamento (Kazandjieva & Tsankov, 2007).

  1. Melanoma

Il melanoma è una forma aggressiva di cancro della pelle che può essere difficile da diagnosticare nelle aree tatuate, poiché i pigmenti del tatuaggio possono mascherare i cambiamenti visivi nelle lesioni cutanee (Kaur et al., 2009). Sebbene ci siano stati casi isolati di melanoma che si sviluppano in aree tatuate, non è chiaro se il tatuaggio stesso sia stato il fattore scatenante. È importante che le persone con tatuaggi siano particolarmente attente ai cambiamenti della pelle e si sottopongano a controlli regolari con un dermatologo.

  1. Carcinoma a Cellule Squamose e Basali

Alcuni casi di carcinoma a cellule squamose e carcinoma a cellule basali sono stati riportati in aree di pelle tatuata, ma anche in questo caso, le prove che suggeriscono una relazione causale diretta tra i tatuaggi e lo sviluppo di questi tumori cutanei sono limitate (Kluger, 2017). È possibile che altri fattori, come l’esposizione al sole, le predisposizioni genetiche e le infezioni croniche, abbiano un ruolo più significativo nella carcinogenesi.

  1. Linfomi Cutanei

C’è una crescente attenzione sul possibile legame tra tatuaggi e linfomi cutanei. Alcuni studi hanno suggerito che la migrazione di pigmenti nei linfonodi e l’infiammazione cronica potrebbero essere associati a un rischio aumentato di linfoma cutaneo, anche se questo collegamento non è stato ancora definitivamente stabilito (Hession & Markey, 2021). La ricerca continua è necessaria per comprendere meglio questa possibile associazione.

Tatuaggi e tumori del sangue: le evidenze

Per quanto riguarda il cancro del sangue, come i linfomi e la leucemia, non esistono prove conclusive che colleghino direttamente i tatuaggi a un aumento del rischio. Tuttavia, la migrazione di pigmenti verso i linfonodi e la potenziale interferenza con il sistema immunitario sollevano preoccupazioni teoriche.

  1. Linfoma Non-Hodgkin

Alcuni studi hanno esplorato la possibilità che l’accumulo di pigmenti dei tatuaggi nei linfonodi possa aumentare il rischio di linfoma non-Hodgkin. Tuttavia, i dati attuali non sono sufficienti per stabilire una relazione causale definitiva. Alcuni rapporti di casi hanno suggerito una possibile associazione, ma sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire questo possibile legame (Lehner et al., 2011).

  1. Leucemia

Non esistono prove scientifiche che colleghino i tatuaggi alla leucemia. La leucemia è una malattia del sangue che coinvolge la proliferazione incontrollata di globuli bianchi anormali. Anche se la genotossicità di alcuni composti negli inchiostri per tatuaggi è una preoccupazione teorica, non ci sono dati epidemiologici che supportino un legame tra tatuaggi e sviluppo di leucemia.

Considerazioni sulla sicurezza

Sebbene le prove attuali non supportino un legame forte e diretto tra tatuaggi e sviluppo di cancro della pelle o del sangue, esistono preoccupazioni legittime riguardo alla sicurezza degli inchiostri per tatuaggi e alle possibili reazioni avverse.

  1. Regolamentazione degli Inchiostri per Tatuaggi

La regolamentazione degli inchiostri per tatuaggi varia notevolmente tra i diversi paesi. In molti casi, gli inchiostri non sono soggetti agli stessi rigorosi standard di sicurezza di altri prodotti per la cura della persona. È fondamentale che vengano introdotte normative più severe per garantire che gli inchiostri per tatuaggi siano sicuri e privi di sostanze chimiche potenzialmente pericolose (Laux et al., 2016).

  1. Sorveglianza Dermatologica

Le persone con tatuaggi dovrebbero essere consapevoli dei potenziali rischi e prestare attenzione ai cambiamenti della pelle nelle aree tatuate. È consigliabile sottoporsi a controlli dermatologici regolari per monitorare eventuali anomalie, in particolare se esiste una storia familiare di cancro della pelle o altre condizioni predisponenti.

  1. Educazione e Consapevolezza

È importante educare il pubblico sui potenziali rischi associati ai tatuaggi, compresi i possibili legami con il cancro. Informare le persone sui materiali utilizzati, i rischi di infezione e le precauzioni necessarie per minimizzare i rischi è essenziale per garantire scelte consapevoli.

Conclusioni

Sebbene non esistano prove conclusive che i tatuaggi causino direttamente il cancro alla pelle o al sangue, esistono preoccupazioni teoriche riguardo ai potenziali rischi associati agli inchiostri per tatuaggi e ai processi di tatuaggio. La migrazione dei pigmenti, la genotossicità delle sostanze chimiche e l’infiammazione cronica sono tutti meccanismi che potrebbero, in teoria, contribuire al rischio oncogenico. Tuttavia, le evidenze attuali non sono sufficienti per stabilire una relazione causale diretta. È necessaria una maggiore ricerca per comprendere meglio i potenziali rischi e per sviluppare normative che garantiscano la sicurezza dei tatuaggi.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco COrmaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

  • Hession, S., & Markey, A. C. (2021). Tattoo pigment-related cutaneous lymphoma: a case report and literature review. Journal of Cutaneous Pathology, 48(6), 563-569.
  • Hussain, S. P., & Harris, C. C. (2007). Inflammation and cancer: an ancient link with novel potentials. International Journal of Cancer, 121(11), 2373-2380.
  • IARC. (1990). Nickel and nickel compounds. In: IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans, Volume 49.
  • Jomova, K., & Valko, M. (2011). Advances in metal-induced oxidative stress and human disease. Toxicology, 283(2-3), 65-87.
  • Kazandjieva, J., & Tsankov, N. (2007). Tattoos: dermatological complications. Clinical Dermatology, 25(4), 375-382.
  • Kluger, N., & Koljonen, V. (2012). Tattoos, inks, and cancer. The Lancet Oncology, 13(4), e161-e168.
  • Kluger, N. (2017). Cutaneous malignant tumors and tattoos: Coincidence, association, or causality? International Journal of Dermatology, 56(12), 1480-1487.
  • Kaur, R. R., Kirby, W., & Maibach, H. I. (2009). Cutaneous allergic reactions to tattoo ink. Journal of Cosmetic Dermatology, 8(4), 295-300.
  • Laux, P., Tralau, T., Tentschert, J., et al. (2016). A medical-toxicological view of tattooing. The Lancet, 387(10016), 395-402.
  • Lehner, K., Santarelli, F., Vasold, R., et al. (2011). Black tattoo inks are a source of problematic substances such as PAHs. Contact Dermatitis, 65(4), 231-238.
  • Valko, M., Rhodes, C. J., Moncol, J., et al. (2006). Free radicals, metals and antioxidants in oxidative stress-induced cancer. Chemico-Biological Interactions, 160(1), 1-40.

Latest

Newsletter

Don't miss

Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

Chirurgia bariatrica negli adolescenti e rischio cardiologico futuro

Una consistente perdita di peso, il sesso femminile e la giovane età sono tutti fattori che farebbero prevedere un maggiore beneficio a livello di...

Overlapping coughing-sneezing-sicking: are viral lung infections going to need multiple check-points?

Respiratory viruses suppressed during the COVID-19-induced pandemic have started re-circulating globally with SARS-CoV-2 worldwide, with the suspension of non-pharmaceutical interventions. The USA Centre for...

Analisi critica dei pro e dei contro dell’esposizione solare: la verità sulla vitamina D viene alla luce

E’ arrivata di nuovo l’estate e siamo tutti pronti per la stagione balneare. Prove costume a parte, i più devoti si stenderanno in spiaggia...

Questo si chiuderà in 20 secondi