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Gli effetti del razzismo sulla salute organica e su quella mentale

Razzismo e disuguaglianze

Il razzismo è una forma di discriminazione basata sulla razza o sull’etnia, che può manifestarsi in varie forme, tra cui pregiudizi personali, disuguaglianze istituzionali e discriminazioni strutturali. Mentre il razzismo è spesso considerato un problema sociale, i suoi effetti sulla salute fisica e mentale sono altrettanto significativi. Numerosi studi hanno dimostrato che l’esposizione al razzismo può portare a gravi conseguenze per la salute, contribuendo a disuguaglianze sanitarie persistenti tra i diversi gruppi razziali ed etnici. In questo articolo, esamineremo in dettaglio come il razzismo influisce sulla salute e sulla salute mentale, esplorando i meccanismi sottostanti e le implicazioni per la pratica clinica e la politica sanitaria.

Il razzismo, in tutte le sue forme, crea un ambiente di disuguaglianza che ha impatti diretti e indiretti sulla salute delle persone colpite. Le disuguaglianze razziali e socioeconomiche sono ben documentate nella letteratura sanitaria, con i gruppi minoritari che spesso affrontano un accesso limitato ai servizi sanitari, una qualità inferiore delle cure ricevute e condizioni di vita che predispongono a una cattiva salute (Williams & Mohammed, 2009). Il razzismo può influenzare la salute in molti modi, attraverso meccanismi diretti, come la discriminazione esplicita e il trattamento ingiusto, e meccanismi indiretti, come lo stress cronico e l’accesso limitato alle risorse.

  1. Barriere all’Accesso ai Servizi Sanitari

Le persone appartenenti a minoranze razziali ed etniche spesso incontrano barriere significative nell’accesso ai servizi sanitari. Queste barriere possono includere la mancanza di assicurazione sanitaria, la discriminazione all’interno delle strutture sanitarie, la mancanza di provider culturali competenti e la distanza fisica dai servizi di assistenza sanitaria (Betancourt et al., 2003). L’accesso limitato ai servizi sanitari porta a diagnosi tardive, trattamento inadeguato e, in ultima analisi, peggiori esiti sanitari.

  1. Qualità delle Cure Sanitarie

Anche quando le persone appartenenti a minoranze razziali riescono ad accedere ai servizi sanitari, spesso ricevono cure di qualità inferiore rispetto ai loro omologhi bianchi. Le ricerche hanno dimostrato che i pazienti neri e latino-americani, ad esempio, sono meno propensi a ricevere trattamenti avanzati per condizioni come le malattie cardiache, il diabete e il cancro (Smedley et al., 2003). Queste disparità nel trattamento riflettono non solo la discriminazione razziale, ma anche una mancanza di formazione e sensibilità culturale tra i professionisti sanitari.

  1. Determinanti Sociali della Salute

Il razzismo influisce anche sui determinanti sociali della salute, come l’istruzione, l’occupazione, il reddito e l’alloggio. Le persone appartenenti a minoranze razziali sono più propense a vivere in condizioni di povertà, a frequentare scuole di qualità inferiore, a sperimentare insicurezza lavorativa e a risiedere in aree con condizioni abitative inadeguate (Krieger, 2012). Questi fattori contribuiscono a un ciclo di disuguaglianza che perpetua gli svantaggi sanitari e le malattie croniche.

Effetti del razzismo sulla salute fisica

L’esposizione prolungata al razzismo può avere effetti deleteri sulla salute fisica. I meccanismi attraverso i quali il razzismo danneggia la salute fisica includono lo stress cronico, l’ipertensione, l’infiammazione sistemica e il deterioramento dell’immunità. Questi fattori aumentano il rischio di sviluppare una serie di malattie croniche e condizioni di salute.

  1. Stress Cronico

Lo stress cronico è uno dei principali meccanismi attraverso i quali il razzismo influisce sulla salute fisica. L’esperienza costante di discriminazione razziale può portare a una risposta allo stress protratta, attivando l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e aumentando i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress (Pascoe & Richman, 2009). Questo stato di stress cronico è associato a una serie di condizioni di salute negative, tra cui malattie cardiovascolari, ipertensione e diabete. Il razzismo e il conseguente stress cronico sono stati collegati a un aumento del rischio di malattie cardiache. Uno studio ha rilevato che le persone nere che riportano esperienze di razzismo hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare ipertensione e malattie cardiache rispetto ai bianchi (Lewis et al., 2014). Lo stress cronico causato dal razzismo è anche correlato a un aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. L’ipercortisolemia cronica (eccessivo cortisolo ematico da stress ) può portare a insulino-resistenza, che è un precursore del diabete (Brondolo et al., 2011).

  1. Infiammazione Sistemica e immunità

L’esposizione al razzismo può anche indurre infiammazione sistemica e compromettere il sistema immunitario. Gli studi hanno dimostrato che lo stress cronico associato alla discriminazione razziale può portare a livelli elevati di citochine pro-infiammatorie, che sono coinvolte nello sviluppo di malattie croniche come l’aterosclerosi, l’artrite reumatoide e alcuni tipi di cancro (Lewis et al., 2010). Inoltre, l’infiammazione cronica può compromettere il sistema immunitario, aumentando la vulnerabilità alle infezioni.

  1. Salute Riproduttiva e Razzismo

Le donne appartenenti a minoranze razziali sono particolarmente vulnerabili agli effetti del razzismo sulla salute riproduttiva. Studi hanno evidenziato che le donne nere hanno un rischio maggiore di esiti negativi della gravidanza, tra cui parto pretermine, basso peso alla nascita e mortalità materna (Rosenthal & Lobel, 2011). Il razzismo e lo stress correlato durante la gravidanza sono stati identificati come fattori chiave che contribuiscono a queste disparità.

Effetti del razzismo sulla salute mentale

Il razzismo ha un impatto profondo anche sulla salute mentale. L’esposizione a episodi di discriminazione razziale può portare a una serie di disturbi mentali, tra cui ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e abuso di sostanze. Le persone che subiscono razzismo affrontano spesso un doppio fardello di stress psicosociale, derivante sia dalla discriminazione diretta che dalle difficoltà economiche e sociali associate.

  1. Depressione e Ansia

Il razzismo è un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di depressione e ansia. Le esperienze di discriminazione razziale, sia acute che croniche, sono associate a un aumento dei sintomi depressivi e ansiosi. Uno studio condotto su adulti afroamericani ha rilevato che coloro che hanno riportato esperienze frequenti di razzismo erano più propensi a soffrire di depressione e ansia rispetto a coloro che non avevano subito discriminazione (Pieterse et al., 2012). L’esposizione prolungata al razzismo può portare a sentimenti di impotenza, isolamento e bassa autostima, tutti fattori che contribuiscono alla depressione. Inoltre, la discriminazione razziale può impedire l’accesso a risorse di supporto sociale e sanitario, aggravando ulteriormente i sintomi depressivi. Le persone che subiscono razzismo possono sviluppare ansia a causa della paura costante di nuove esperienze di discriminazione. Questa ipervigilanza cronica può portare a disturbi d’ansia generalizzati e attacchi di panico.

  1. Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD)

Il razzismo può anche essere un fattore scatenante per il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Le esperienze di razzismo violento o traumatizzante, come l’abuso verbale, l’aggressione fisica o l’ingiustizia sistemica, possono lasciare cicatrici psicologiche profonde che si manifestano come PTSD (Carter, 2007). I sintomi del PTSD legati al razzismo possono includere flashback, incubi, evitamento di situazioni simili e iperattivazione.

  1. Abuso di Sostanze

Le persone che affrontano il razzismo possono ricorrere all’uso di alcol, droghe o altre sostanze come meccanismo di coping. L’abuso di sostanze è stato identificato come una risposta comune allo stress cronico e alla discriminazione razziale, poiché offre un sollievo temporaneo dai sintomi psicologici e dalle difficoltà quotidiane (Williams & Mohammed, 2009). Tuttavia, l’abuso di sostanze può portare a una spirale di problemi di salute fisica e mentale, creando ulteriori barriere alla ricerca di aiuto.

Meccanismi Psicologici e Sociali degli Effetti del Razzismo

Oltre agli effetti diretti sulla salute fisica e mentale, il razzismo può influire sul benessere psicologico attraverso vari meccanismi psicologici e sociali.

  1. Internalizzazione del Razzismo

L’internalizzazione del razzismo si verifica quando le persone appartenenti a minoranze razziali iniziano a credere e accettare i pregiudizi e gli stereotipi negativi della società sulla loro razza o etnia. Questo può portare a un senso di inferiorità, bassa autostima e una visione negativa di sé stessi, aumentando il rischio di problemi di salute mentale (Tappan, 2006).

  1. Evitamento e Isolamento Sociale

Le persone che subiscono razzismo possono sviluppare strategie di evitamento per proteggersi da ulteriori esperienze di discriminazione. Tuttavia, questo evitamento può portare all’isolamento sociale e alla mancanza di supporto sociale, entrambi fattori che contribuiscono al peggioramento della salute mentale e alla difficoltà nel superare le sfide della vita quotidiana (Schmitt et al., 2014).

  1. Stigma e Vergogna

Lo stigma associato all’appartenenza a una minoranza razziale, combinato con la discriminazione esplicita, può creare sentimenti di vergogna e disonore. Questo può portare a una diminuzione dell’autoefficacia e della resilienza, aumentando la vulnerabilità a problemi di salute mentale (Major & O’Brien, 2005).

Strategie di Prevenzione e Intervento

Affrontare gli effetti del razzismo sulla salute e sulla salute mentale richiede un approccio multiforme che coinvolga individui, comunità, professionisti sanitari e politici. Le seguenti strategie possono contribuire a ridurre l’impatto del razzismo sulla salute.

  1. Sensibilizzazione e Educazione

L’educazione è fondamentale per combattere il razzismo e promuovere l’equità sanitaria. Le campagne di sensibilizzazione possono aiutare a ridurre i pregiudizi impliciti e promuovere la comprensione tra diversi gruppi razziali ed etnici. Inoltre, la formazione dei professionisti sanitari sulla competenza culturale può migliorare la qualità delle cure e ridurre le disparità di trattamento (Betancourt et al., 2003).

  1. Supporto Psicosociale

Fornire accesso a servizi di supporto psicosociale, come la consulenza e la terapia, è essenziale per aiutare le persone a far fronte agli effetti del razzismo. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia focalizzata sul trauma possono essere particolarmente utili per affrontare i sintomi di depressione, ansia e PTSD legati al razzismo (Bryant-Davis & Ocampo, 2005).

  1. Politiche di Equità Sanitaria

A livello politico, è necessario sviluppare e implementare politiche che promuovano l’equità sanitaria e riducano le disuguaglianze razziali nell’accesso ai servizi sanitari. Ciò include la riforma delle politiche di assistenza sanitaria, il miglioramento delle condizioni socioeconomiche delle minoranze razziali e l’implementazione di programmi di prevenzione mirati (Braveman et al., 2011).

Riflessioni

Il razzismo ha effetti profondi e pervasivi sulla salute fisica e mentale delle persone colpite. Affrontare questi effetti richiede un impegno concertato da parte di individui, professionisti sanitari, comunità e politici. Attraverso l’educazione, il supporto psicosociale e le politiche di equità sanitaria, è possibile ridurre l’impatto del razzismo sulla salute e promuovere una società più giusta e inclusiva. Le comunità possono svolgere un ruolo importante nel supportare i membri che affrontano il razzismo. Creare reti di supporto comunitario, gruppi di sostegno e spazi sicuri può aiutare a costruire resilienza e promuovere il benessere psicologico tra le persone colpite dal razzismo (Gee & Ford, 2011). Riconoscere e affrontare il legame tra razzismo e salute è un passo fondamentale verso la riduzione delle disuguaglianze sanitarie e il miglioramento del benessere di tutte le persone.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

  • Betancourt, J. R., Green, A. R., Carrillo, J. E., & Ananeh-Firempong, O. (2003). Defining cultural competence: A practical framework for addressing racial/ethnic disparities in health and health care. Public Health Reports, 118(4), 293-302.
  • Braveman, P., Egerter, S., & Williams, D. R. (2011). The social determinants of health: Coming of age. Annual Review of Public Health, 32, 381-398.
  • Brondolo, E., Gallo, L. C., & Myers, H. F. (2009). Race, racism and health: Disparities, mechanisms, and interventions. Journal of Behavioral Medicine, 32(1), 1-8.
  • Bryant-Davis, T., & Ocampo, C. (2005). Racist incident–based trauma. The Counseling Psychologist, 33(4), 479-500.
  • Carter, R. T. (2007). Racism and psychological and emotional injury: Recognizing and assessing race-based traumatic stress. The Counseling Psychologist, 35(1), 13-105.
  • Gee, G. C., & Ford, C. L. (2011). Structural racism and health inequities: Old issues, new directions. Du Bois Review: Social Science Research on Race, 8(1), 115-132.
  • Krieger, N. (2012). Methods for the scientific study of discrimination and health: An ecosocial approach. American Journal of Public Health, 102(5), 936-944.
  • Lewis, T. T., Aiello, A. E., Leurgans, S., Kelly, J., & Barnes, L. L. (2010). Self-reported experiences of everyday discrimination are associated with elevated C-reactive protein levels in older African-American adults. Brain, Behavior, and Immunity, 24(3), 438-443.
  • Lewis, T. T., Cogburn, C. D., & Williams, D. R. (2014). Self-reported experiences of discrimination and health: Scientific advances, ongoing controversies, and emerging issues. Annual Review of Clinical Psychology, 11, 407-440.
  • Major, B., & O’Brien, L. T. (2005). The social psychology of stigma. Annual Review of Psychology, 56, 393-421.
  • Pascoe, E. A., & Richman, L. S. (2009). Perceived discrimination and health: A meta-analytic review. Psychological Bulletin, 135(4), 531-554.
  • Pieterse, A. L., Todd, N. R., Neville, H. A., & Carter, R. T. (2012). Perceived racism and mental health among Black American adults: A meta-analytic review. Journal of Counseling Psychology, 59(1), 1-9.
  • Rosenthal, L., & Lobel, M. (2011). Explaining racial disparities in adverse birth outcomes: Unique sources of stress for Black American women. Social Science & Medicine, 72(6), 977-983.
  • Schmitt, M. T., Branscombe, N. R., Postmes, T., & Garcia, A. (2014). The consequences of perceived discrimination for psychological well-being: A meta-analytic review. Psychological Bulletin, 140(4), 921-948.
  • Smedley, B. D., Stith, A. Y., & Nelson, A. R. (Eds.). (2003). Unequal treatment: Confronting racial and ethnic disparities in health care. National Academies Press.
  • Tappan, M. B. (2006). Reframing internalized oppression and internalized domination: From the psychological to the sociocultural. Teachers College Record, 108(10), 2115-2144.
  • Williams, D. R., & Mohammed, S. A. (2009). Discrimination and racial disparities in health: Evidence and needed research. Journal of Behavioral Medicine, 32(1), 20-47.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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