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Troppa sedentarietà può aumentare il rischio di mortalità per tutte le cause negli adulti con diabete?

Introduzione

Il diabete mellito è una delle principali malattie croniche che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo. È caratterizzato da un’elevata glicemia persistente, dovuta a una produzione insufficiente di insulina (diabete di tipo 1) o a una resistenza all’insulina (diabete di tipo 2). Il diabete di tipo 2 è la forma più comune e si associa spesso a stili di vita sedentari e a obesità. Numerosi studi hanno dimostrato che uno stile di vita attivo è essenziale per la gestione del diabete, ma ciò che sta emergendo sempre più è che il tempo trascorso seduti può avere effetti negativi indipendenti sulla salute, soprattutto per le persone con diabete. Questo articolo esplorerà in dettaglio come il tempo sedentario possa aumentare il rischio di mortalità per tutte le cause negli adulti con diabete, i meccanismi sottostanti e le strategie per ridurre il comportamento sedentario.

Diabete e Mortalità: Un Breve Contesto

Il diabete è una malattia cronica associata a un aumento del rischio di molteplici complicanze, tra cui malattie cardiovascolari, insufficienza renale, neuropatia e retinopatia. Queste complicanze contribuiscono significativamente all’aumento della mortalità nei pazienti diabetici. Le persone con diabete hanno un rischio di mortalità doppio rispetto a quelle senza diabete, e questo rischio è influenzato da una serie di fattori, tra cui il controllo glicemico, l’attività fisica e lo stile di vita (Emerging Risk Factors Collaboration, 2011).

La gestione del diabete richiede un approccio olistico che include una dieta sana, il monitoraggio della glicemia, l’assunzione di farmaci e, cosa importante, l’attività fisica regolare. Tuttavia, la ricerca recente ha evidenziato che il tempo trascorso seduti, indipendentemente dall’attività fisica svolta, può rappresentare un ulteriore fattore di rischio per la mortalità in questa popolazione.

Tempo Sedentario e Salute

Il termine “tempo sedentario” si riferisce a qualsiasi comportamento che coinvolge uno stato di bassa attività fisica, solitamente caratterizzato da una posizione seduta o reclinata, e un dispendio energetico minimo (Pate et al., 2008). Esempi comuni di comportamenti sedentari includono guardare la televisione, lavorare al computer, guidare o leggere.

Numerosi studi hanno dimostrato che un’eccessiva sedentarietà è associata a un aumento del rischio di malattie croniche, tra cui obesità, malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e diabete di tipo 2 (Thorp et al., 2011). Nei soggetti diabetici, il tempo sedentario è particolarmente preoccupante, poiché può peggiorare il controllo glicemico e aumentare il rischio di complicanze associate alla malattia.

1. Tempo Sedentario e Controllo Glicemico

Il tempo sedentario influisce negativamente sul controllo glicemico. Quando il corpo è inattivo per lunghi periodi, la sensibilità all’insulina diminuisce, il che significa che il glucosio non viene assorbito efficacemente dalle cellule e rimane nel sangue. Questo fenomeno può portare a iperglicemia, una condizione che aumenta il rischio di complicanze diabetiche a lungo termine (Dunstan et al., 2012).

Un studio condotto da Dunstan et al. (2012) ha mostrato che interrompere periodi prolungati di sedentarietà con brevi intervalli di attività leggera può migliorare il controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2. Questo suggerisce che anche piccoli cambiamenti comportamentali, come fare una breve passeggiata ogni 30 minuti, possono avere un impatto significativo sulla gestione della malattia.

2. Tempo Sedentario e Rischio Cardiovascolare

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte tra le persone con diabete. Il tempo sedentario prolungato è associato a un aumento dei fattori di rischio cardiovascolare, come l’infiammazione sistemica, la disfunzione endoteliale e l’aumento della pressione sanguigna (Wilmot et al., 2012). Inoltre, uno studio di Healy et al. (2008) ha dimostrato che le persone che interrompono frequentemente il loro tempo sedentario con brevi attività hanno livelli più bassi di marcatori infiammatori e un migliore profilo lipidico rispetto a coloro che rimangono seduti per lunghi periodi.

3. Tempo Sedentario e Mortalità per Tutte le Cause

Il collegamento tra tempo sedentario e mortalità per tutte le cause è stato esaminato in diversi studi. Una meta-analisi condotta da Biswas et al. (2015) ha rilevato che le persone che trascorrono la maggior parte del loro tempo seduti hanno un rischio di mortalità più elevato, indipendentemente dal loro livello di attività fisica. Questo suggerisce che il tempo sedentario è un fattore di rischio indipendente per la mortalità, e ciò è particolarmente rilevante per le persone con diabete, che già affrontano un rischio elevato di morte prematura.

In uno studio longitudinale condotto da Van der Berg et al. (2016), è emerso che il tempo sedentario è significativamente associato a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause negli adulti con diabete. In particolare, ogni aumento di un’ora di tempo sedentario giornaliero era associato a un aumento del rischio di mortalità del 13%. Questi dati evidenziano l’importanza di ridurre il tempo trascorso seduti come parte integrante della gestione del diabete.

Meccanismi Biologici Sottostanti

I meccanismi attraverso i quali il tempo sedentario aumenta il rischio di mortalità negli adulti con diabete sono complessi e multifattoriali. Tra i principali meccanismi si includono:

1. Insulino-Resistenza

L’insulino-resistenza è uno dei principali meccanismi attraverso i quali il tempo sedentario influisce negativamente sulla salute delle persone con diabete. La sedentarietà prolungata riduce l’attività muscolare e il dispendio energetico, contribuendo all’accumulo di grasso viscerale e all’aumento dell’infiammazione, entrambi fattori che peggiorano l’insulino-resistenza (Hamilton et al., 2007).

2. Infiammazione Cronica

L’infiammazione cronica di basso grado è una caratteristica comune del diabete di tipo 2 e del comportamento sedentario. L’inattività fisica è associata a livelli elevati di citochine pro-infiammatorie, come il TNF-alfa e l’IL-6, che contribuiscono alla progressione del diabete e delle sue complicanze (Mathieu et al., 2010).

3. Disfunzione Endoteliale

La disfunzione endoteliale, che è una condizione in cui i vasi sanguigni perdono la loro capacità di dilatarsi correttamente, è un fattore di rischio chiave per le malattie cardiovascolari. La sedentarietà prolungata riduce il flusso sanguigno e aumenta il rischio di aterosclerosi, peggiorando ulteriormente la salute cardiovascolare nei pazienti diabetici (Thosar et al., 2015).

Strategie per Ridurre il Tempo Sedentario

Considerando i rischi associati al tempo sedentario, è fondamentale implementare strategie per ridurre i periodi di inattività nelle persone con diabete. Ecco alcune strategie pratiche basate su evidenze scientifiche.

1. Interruzione del Tempo Sedentario con Attività Leggera

Studi hanno dimostrato che interrompere il tempo sedentario con brevi periodi di attività leggera, come alzarsi e camminare per qualche minuto ogni 30-60 minuti, può migliorare il controllo glicemico e ridurre i fattori di rischio cardiovascolare (Dunstan et al., 2012).

2. Integrazione di Attività Fisica nella Routine Quotidiana

Incorporare attività fisica nella routine quotidiana può aiutare a ridurre il tempo sedentario. Ad esempio, camminare o andare in bicicletta per recarsi al lavoro, utilizzare le scale invece dell’ascensore e fare pause attive durante il lavoro possono contribuire a ridurre i periodi di inattività.

3. Utilizzo di Tecnologie Indossabili

L’uso di dispositivi indossabili, come smartwatch e fitness tracker, può aiutare a monitorare il livello di attività fisica e fornire promemoria per interrompere il tempo sedentario. Alcuni dispositivi offrono notifiche che ricordano di alzarsi e muoversi se si è stati seduti per troppo tempo.

4. Esercizio Fisico Regolare

Sebbene ridurre il tempo sedentario sia importante, l’esercizio fisico regolare rimane un

pilastro della gestione del diabete. Le linee guida raccomandano di svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica moderata ogni settimana, in combinazione con esercizi di resistenza per migliorare la sensibilità all’insulina e la composizione corporea (Colberg et al., 2016).

Conclusioni

Il tempo sedentario rappresenta un significativo fattore di rischio per la mortalità per tutte le cause negli adulti con diabete. Nonostante l’importanza dell’attività fisica regolare, è cruciale riconoscere che ridurre il tempo trascorso seduti può avere effetti indipendenti e benefici sulla salute. Interrompere il tempo sedentario con brevi periodi di attività leggera, integrare l’esercizio fisico nella routine quotidiana e adottare tecnologie per monitorare l’attività possono contribuire a migliorare la gestione del diabete e ridurre il rischio di complicanze.

L’adozione di un approccio proattivo nella riduzione della sedentarietà dovrebbe diventare una parte essenziale delle strategie di gestione del diabete, sia a livello individuale che a livello di politiche sanitarie. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere meglio i meccanismi sottostanti e per sviluppare interventi più efficaci per ridurre il tempo sedentario nelle persone con diabete.

Bibliografia

Wilmot, E. G., Edwardson, C. L., Achana, F. A., et al. (2012). Sedentary time in adults and the association with diabetes, cardiovascular disease and death: Systematic review and meta-analysis. Diabetologia, 55(11), 2895-2905.

Biswas, A., Oh, P. I., Faulkner, G. E., et al. (2015). Sedentary time and its association with risk for disease incidence, mortality, and hospitalization in adults: A systematic review and meta-analysis. Annals of Internal Medicine, 162(2), 123-132.

Colberg, S. R., Sigal, R. J., Fernhall, B., et al. (2016). Exercise and type 2 diabetes: The American College of Sports Medicine and the American Diabetes Association: Joint position statement. Diabetes Care, 39(11), 2065-2079.

Dunstan, D. W., Kingwell, B. A., Larsen, R., et al. (2012). Breaking up prolonged sitting reduces postprandial glucose and insulin responses. Diabetes Care, 35(5), 976-983.

Emerging Risk Factors Collaboration. (2011). Diabetes mellitus, fasting glucose, and risk of cause-specific death. New England Journal of Medicine, 364(9), 829-841.

Hamilton, M. T., Hamilton, D. G., & Zderic, T. W. (2007). Role of low energy expenditure and sitting in obesity, metabolic syndrome, type 2 diabetes, and cardiovascular disease. Diabetes, 56(11), 2655-2667.

Healy, G. N., Dunstan, D. W., Salmon, J., et al. (2008). Breaks in sedentary time: Beneficial associations with metabolic risk. Diabetes Care, 31(4), 661-666.

Mathieu, P., Lemieux, I., & Després, J. P. (2010). Obesity, inflammation, and cardiovascular risk. Clinical Pharmacology & Therapeutics, 87(4), 407-416.

Pate, R. R., O’Neill, J. R., & Lobelo, F. (2008). The evolving definition of “sedentary”. Exercise and Sport Sciences Reviews, 36(4), 173-178.

Thorp, A. A., Owen, N., Neuhaus, M., & Dunstan, D. W. (2011). Sedentary behaviors and subsequent health outcomes in adults: A systematic review of longitudinal studies, 1996-2011. American Journal of Preventive Medicine, 41(2), 207-215.

Thosar, S. S., Johnson, B. D., Johnston, J. D., & Wallace, J. P. (2015). Sitting and endothelial dysfunction: The role of shear stress. Medical Science Monitor, 21, 173-180.

Van der Berg, J. D., Stehouwer, C. D., Bosma, H., et al. (2016). Associations of total amount and patterns of sedentary behaviour with type 2 diabetes and the metabolic syndrome: The Maastricht Study. Diabetologia, 59(4), 709-718.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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