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Invecchiamento del corpo umano: cambiamenti drammatici a due specifiche età, secondo uno studio

Introduzione

L’invecchiamento è un processo biologico complesso che interessa ogni aspetto della funzione corporea. Sebbene sia spesso percepito come un processo graduale, recenti studi suggeriscono che il corpo umano potrebbe sperimentare cambiamenti particolarmente drastici in momenti specifici della vita. Un recente studio ha identificato due età chiave in cui si verificano cambiamenti significativi, suggerendo che l’invecchiamento non è un processo lineare, ma piuttosto caratterizzato da picchi di trasformazione fisiologica. Questo articolo esplora i risultati di questo studio, analizzando le implicazioni dei cambiamenti associati a queste età critiche e discutendo i potenziali meccanismi biologici coinvolti. Inoltre, vengono esaminati i dati disponibili sul ruolo di fattori genetici, ambientali e comportamentali nel modulare questi cambiamenti.

Invecchiamento e cambiamenti biologici: un processo complesso

L’invecchiamento comporta una serie di modifiche a livello cellulare e sistemico, tra cui l’accumulo di danni al DNA, l’alterazione della funzione mitocondriale, la diminuzione della rigenerazione cellulare e l’aumento dello stress ossidativo e dell’infiammazione cronica (Campisi, 2013). Questi cambiamenti possono portare a una riduzione della funzionalità degli organi e dei tessuti, predisponendo a malattie croniche e una diminuzione della qualità della vita. Tuttavia, non tutti gli individui invecchiano allo stesso modo. Fattori genetici, stile di vita e condizioni ambientali influenzano notevolmente il ritmo e l’espressione dell’invecchiamento (Lopez-Otin et al., 2013). Mentre alcune persone possono mantenere una buona salute fino alla vecchiaia, altre possono sperimentare un declino più rapido. La ricerca recente ha cercato di identificare i momenti chiave in cui questi cambiamenti accelerano, contribuendo a una comprensione più precisa del processo di invecchiamento.

Lo Studio: Identificazione di Due Età Critiche

Un recente studio, pubblicato in Nature Medicine, ha esplorato i cambiamenti fisiologici che si verificano in diversi momenti della vita umana. Analizzando campioni di sangue provenienti da migliaia di individui di diverse età, i ricercatori hanno identificato due età chiave in cui si verificano cambiamenti particolarmente drammatici: intorno ai 34 anni e intorno ai 60 anni (Lehallier et al., 2019). Questi risultati suggeriscono che il corpo umano subisce trasformazioni significative in queste fasi della vita, che potrebbero avere implicazioni importanti per la salute e il benessere.

Cambiamenti a 34 Anni: La Prima Svolta

A 34 anni, il corpo umano sembra subire una prima importante trasformazione. Questo periodo coincide con l’inizio di quella che viene spesso definita “mezza età”, un momento in cui molte persone iniziano a notare i primi segni di invecchiamento, come una diminuzione del metabolismo, una maggiore difficoltà nel mantenere il peso corporeo e un calo dell’energia.

  1. Cambiamenti Metabolici

Uno dei principali cambiamenti osservati intorno ai 34 anni riguarda il metabolismo. Studi hanno dimostrato che il metabolismo basale, ovvero la quantità di energia necessaria per mantenere le funzioni corporee a riposo, inizia a diminuire in questo periodo della vita (Speakman & Westerterp, 2010). Questo rallentamento metabolico può contribuire all’aumento di peso e all’accumulo di grasso corporeo, particolarmente nella regione addominale, che è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 (Jensen, 2008).

  1. Declino Ormonale

Il declino della produzione di alcuni ormoni, come il testosterone negli uomini e gli estrogeni nelle donne, può iniziare intorno ai 34 anni. Questo cambiamento ormonale può influenzare la composizione corporea, il metabolismo e la libido (Travison et al., 2007). Il declino degli ormoni sessuali è anche associato a una riduzione della massa muscolare e della densità ossea, aumentando il rischio di osteoporosi e sarcopenia (Khosla et al., 2001).

  1. Alterazioni nella Funzione Cognitiva

Sebbene i cambiamenti cognitivi più significativi si verifichino generalmente più tardi nella vita, alcune ricerche suggeriscono che il declino delle funzioni cognitive, come la memoria e la velocità di elaborazione, può iniziare già intorno ai 30 anni (Salthouse, 2009). Questi cambiamenti possono essere sottili all’inizio, ma possono accumularsi nel tempo, influenzando le prestazioni cognitive nella vita quotidiana.

Cambiamenti a 60 Anni: La Seconda Svolta

Il secondo picco di cambiamento identificato dallo studio si verifica intorno ai 60 anni. Questo periodo della vita è comunemente associato all’inizio della vecchiaia e spesso coincide con la pensione e altri cambiamenti significativi nello stile di vita. A livello biologico, i cambiamenti a 60 anni sono più pronunciati e possono influenzare una vasta gamma di sistemi corporei.

  1. Invecchiamento Cellulare e Senescenza

A 60 anni, il corpo umano subisce un’accelerazione nell’invecchiamento cellulare. La senescenza cellulare, un processo in cui le cellule smettono di dividersi e iniziano a secernere fattori infiammatori, diventa più evidente (Campisi, 2013). Questo processo contribuisce all’infiammazione cronica di basso grado, spesso definita “inflammaging”, che è associata a malattie croniche legate all’età, come malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e cancro (Franceschi et al., 2000).

  1. Declino della Funzione Immunitaria

La funzione immunitaria declina significativamente intorno ai 60 anni, un fenomeno noto come immunosenescenza. Questo declino rende gli anziani più suscettibili alle infezioni, alle malattie autoimmuni e al cancro (Weinberger et al., 2008). Inoltre, la risposta immunitaria inefficace può compromettere l’efficacia delle vaccinazioni negli anziani, aumentando il rischio di malattie infettive.

  1. Cambiamenti nella Composizione Corporea

A 60 anni, molti individui sperimentano una significativa perdita di massa muscolare (sarcopenia) e un aumento della massa grassa. Questa alterazione nella composizione corporea è associata a una riduzione della forza, della mobilità e della qualità della vita. La sarcopenia è anche un importante fattore di rischio per la disabilità e la perdita di indipendenza negli anziani (Cruz-Jentoft et al., 2010).

  1. Alterazioni Cognitive e Rischio di Demenza

Il declino cognitivo diventa più pronunciato intorno ai 60 anni, con un aumento del rischio di demenza e altre malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer. Il deterioramento della memoria, della capacità di pianificazione e del pensiero astratto sono comuni in questa fase della vita (Harada et al., 2013). La demenza rappresenta una delle principali cause di disabilità negli anziani e ha un impatto significativo sulla qualità della vita e sui costi sanitari.

Fattori Genetici, Ambientali e Comportamentali

Mentre lo studio ha identificato due età critiche in cui si verificano cambiamenti drammatici, è importante notare che il ritmo e la gravità di questi cambiamenti possono variare ampiamente tra gli individui. Fattori genetici, ambientali e comportamentali giocano un ruolo cruciale nel modulare il processo di invecchiamento. Le differenze genetiche influenzano in modo significativo il modo in cui gli individui invecchiano. Alcuni geni sono associati a una maggiore longevità e a una ridotta suscettibilità a malattie legate all’età. Ad esempio, varianti genetiche nel gene FOXO3 sono state associate a una maggiore longevità in diverse popolazioni (Willcox et al., 2008). Tuttavia, la genetica interagisce con l’ambiente e il comportamento, determinando un quadro complesso dell’invecchiamento. Il comportamento e lo stile di vita possono influenzare significativamente il processo di invecchiamento. Fattori come la dieta, l’esercizio fisico, il fumo e il consumo di alcol hanno un impatto diretto sulla salute e sulla longevità (Rothman et al., 2008). Ad esempio, una dieta ricca di antiossidanti, fibre e grassi sani è associata a un invecchiamento più sano e a un ridotto rischio di malattie croniche (Estruch et al., 2013). Infine, l’ambiente in cui viviamo, inclusa l’esposizione a inquinanti, lo stress e l’accesso all’assistenza sanitaria, gioca un ruolo cruciale nel processo di invecchiamento. C’è sicuramente differenza di esposizione ad inquinanti fra chi vive in centro città, o in periferia o in zone più rurali.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Campisi, J. (2013). Aging, cellular senescence, and cancer. Annual Review of Physiology, 75, 685-705.

Cruz-Jentoft, A. J., Baeyens, J. P., Bauer, J. M., Boirie, Y., Cederholm, T., Landi, F., … & Zamboni, M. (2010). Sarcopenia: European consensus on definition and diagnosis: Report of the European Working Group on Sarcopenia in Older People. Age and Ageing, 39(4), 412-423.

Estruch, R., Ros, E., Salas-Salvadó, J., Covas, M. I., Corella, D., Arós, F., … & Martínez-González, M. Á. (2013). Primary prevention of cardiovascular disease with a Mediterranean diet. The New England Journal of Medicine, 368(14), 1279-1290.

Franceschi, C., Bonafè, M., Valensin, S., Olivieri, F., De Luca, M., Ottaviani, E., & De Benedictis, G. (2000). Inflamm-aging: An evolutionary perspective on immunosenescence. Annals of the New York Academy of Sciences, 908(1), 244-254.

Harada, C. N., Natelson Love, M. C., & Triebel, K. L. (2013). Normal cognitive aging. Clinics in Geriatric Medicine, 29(4), 737-752.

Jensen, M. D. (2008). Role of body fat distribution and the metabolic complications of obesity. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, 93(11 Suppl 1), S57-S63.

Kennedy, B. K., Berger, S. L., Brunet, A., Campisi, J., Cuervo, A. M., Epel, E. S., … & Rando, T. A. (2014). Geroscience: linking aging to chronic disease. Cell, 159(4), 709-713.

Khosla, S., Melton, L. J., & Riggs, B. L. (2001). The unitary model for estrogen deficiency and the pathogenesis of osteoporosis: is a revision needed?. Journal of Bone and Mineral Research, 16(12), 2107-2114.

Lopez-Otin, C., Blasco, M. A., Partridge, L., Serrano, M., & Kroemer, G. (2013). The hallmarks of aging. Cell, 153(6), 1194-1217.

Lowsky, D. J., Olshansky, S. J., Bhattacharya, J., & Goldman, D. P. (2013). Heterogeneity in healthy aging. The Journals of Gerontology: Series A, 69(6), 640-649.

Rothman, K. J., Greenland, S., & Lash, T. L. (2008). Modern epidemiology. Lippincott Williams & Wilkins.

Salthouse, T. A. (2009). When does age-related cognitive decline begin? Neurobiology of Aging, 30(4), 507-514.

Speakman, J. R., & Westerterp, K. R. (2010). Associations between energy demands, physical activity, and body composition in adult humans between 18 and 96 years of age. The American Journal of Clinical Nutrition, 92(4), 826-834.

Travison, T. G., Araujo, A. B., O’Donnell, A. B., Kupelian, V., & McKinlay, J. B. (2007). A population-level decline in serum testosterone levels in American men. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, 92(1), 196-202.

Weinberger, B., Laskin, D. L., Mariano, T. M., & Vogel, S. N. (2008). Mechanisms underlying reduced responsiveness of aged individuals to vaccines. Biologicals, 36(3), 119-129.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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