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Gli effetti dello stress sul corpo: sistemi organici, meccanismi, sintomi ed effetti

Che cos’è lo stress e cosa provoca

Lo stress è una risposta naturale del corpo a situazioni percepite come minacciose o impegnative. Tuttavia, quando lo stress diventa cronico o eccessivo, può avere effetti dannosi su vari sistemi corporei, contribuendo a una serie di sintomi fisici e mentali. Gli effetti dello stress sono principalmente mediati dalle risposte ormonali primarie che diventano sostenute nel tempo. Ormoni come cortisolo, adrenalina, endorfine ed altri neurotrasmettitori subiscono delle fasi di rilascio acuto e poi cronico, che innescano delle risposte cellulari e tissutali che arrivano a modificare persino l’espressione genica. Questo articolo esaminerà in dettaglio, ma brevemente, come lo stress influisce sui diversi sistemi del corpo e quali sintomi possono emergere in risposta a uno stress prolungato.

Sistema nervoso

Il sistema nervoso è il principale regolatore della risposta allo stress. Quando una persona percepisce una minaccia, il sistema nervoso simpatico si attiva, innescando la risposta di “lotta o fuga”. Questo meccanismo comporta il rilascio dei principali ormoni dello stress adrenalina e cortisolo. L’attivazione prolungata del sistema nervoso simpatico può portare a sintomi come ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione e a ricordare le cose o i fatti accaduti a breve, insonnia, mal di testa e affaticamento cronico (McEwen, 2007). I casi cronici (mesi fino a qualche anno) possono diventare anche franche sindromi ansiose, attacchi di panico, comparsa di claustrofobia e sindromi depressive. Quando le situazioni sono già presenti, uno stress improvviso può peggiorare la sintomatologia, o la ricaduta se erano in remissione. I dati clinici hanno confermato che lo stress emotivo-sociale causato dalla passata pandemia ha fatto ricadere il 60% delle sindromi depressive, il 45% di quelle ansiose e quasi il 20% di quelle fobiche.

Apparato cardiovascolare

Lo stress ha un impatto significativo sul sistema cardiovascolare. La risposta di “lotta o fuga” provoca un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, preparando il corpo a reagire rapidamente a una minaccia. Lo stress cronico può contribuire allo sviluppo di malattie cardiovascolari, tra cui ipertensione, aritmie cardiache, infarto e ictus (Steptoe & Kivimäki, 2012). L’adrenalina (e poi altri mediatori rilasciati nelle fasi successive del processo) causano vasocostrizione, innalzando così la pressione arteriosa. Questo processo, nel tempo, può essere mantenuto anche quando l’agente stressante è terminato, a causa delle variazioni di risposta genica cellulare indotte dalla presenza sostenuta degli ormoni. E’ questo il motivo per cui l’ipertensione può restare per settimane o mesi anche dopo che lo stimolo è cessato. L’aritmia cardiaca, a parte per l’azione diretta dell’adrenalina, può derivare anche per influenza del cortisolo e dell’aldosterone sulla variazione di elettroliti (sodio, potassio, cloro, magnesio) che sevono alla condicibilità cardiaca.

Sistema endocrino

Il sistema endocrino regola la produzione di ormoni, tra cui quelli coinvolti nella risposta allo stress. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) gioca un ruolo centrale nella regolazione del cortisolo, l’ormone dello stress. L’eccessiva produzione di cortisolo può portare a una serie di problemi, tra cui aumento di peso, soprattutto nell’area addominale, ipertensione, squilibri glicemici e una ridotta funzione immunitaria (Charmandari et al., 2005). Quando lo stress è molto intenso e reiterato, si può arrivare anche all’esaurimento funzionale delle ghiandole surrenali che producono il cortisolo stesso, andando in una fase “refrattaria” nella quale le risposte secondarie e terziarie avvengono senza la presenza dell’ormone.

Apparato respiratorio

Il sistema respiratorio può essere influenzato dallo stress, in particolare in persone con condizioni respiratorie preesistenti come l’asma. Lo stress può causare respirazione rapida o superficiale, esacerbare i sintomi dell’asma e contribuire a disturbi respiratori come l’iperventilazione (Lehrer et al., 2002). Alcune delle ragioni sono da ricercare nella tonica attivazione del nervo vago, che con la sua scarica colinergica mantiene tonicamente uno stato di costrizione bronchiale e secrezione di muco. Di riflesso, uno stress che si scarica sull’intestino può aggiungere il tono vagale locale, causando gonfiore e compressione sul diaframma, che così comprime le basi polmonari dando fastidio soggettivo.

Sistema immunitario

Il sistema immunitario è responsabile della protezione del corpo contro infezioni e malattie. Tuttavia, lo stress cronico può sopprimere la funzione immunitaria, rendendo il corpo più vulnerabile alle infezioni. Le persone esposte a stress cronico possono sperimentare un aumento della frequenza e della gravità delle infezioni, tempi di guarigione più lunghi e una maggiore predisposizione a malattie autoimmuni (Cohen et al., 2012). Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato che la stimolazione prolungata dei globuli bianchi sanguigni con adrenalina, cortisolo, dopamina ed altri ormoni può reprimere le loro funzioni biologiche e di sorveglianza contro gli agenti patogeni. Traumi personali (catastrofi, lutti, perdite finanziarie o sentimentali) possono contribuire alla comparsa di malattie autoimmuni come sclerosi multipla, morbo di Crohn, lupus, tiroidite di Hashimoto o psoriasi.

Apparato gastrointestinale

Il sistema gastrointestinale è strettamente collegato al sistema nervoso attraverso l’asse cervello-intestino. Lo stress può influenzare la digestione e la motilità intestinale, causando diarrea o stipsi, crampi addominali, senso di svuotamento. Coloro che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) lo sanno molto bene, potendo sperimentare anche alternanza di sintomi opposti. Lo stress può anche contribuire all’insorgenza di ulcere gastriche a causa della stimolazione della secrezione gastrica causata dall’acetilcolina o dall’istamina su base nervosa (Mayer, 2011).

Sistema muscoloscheletrico

Lo stress può portare a una tensione muscolare cronica, specialmente nelle spalle, nel collo e nella schiena. Questa tensione può causare dolori muscolari, mal di testa da tensione e disturbi temporo-mandibolari (Dworkin et al., 2002). Non è infrequente che, nei soggetti predisposti a livello di componente mentale o emotiva, lo stress cronico diventi sindrome delle gambe senza riposo (RLS), mal di schiena cronico o anche fibromialgia. Queste condizioni, però, risentono anche delle variazioni del microbiota intestinale che è stato bombardato dalle variazioni cellulari e chimiche indotte dallo stress a livello intestinale. Esse derivano dalle alterazioni del metabolismo di mediatori come serotonina e dopamina a livello cerebrale. Studi dell’ultimo ventennio hanno anche appurato che una forte azione dello stress incide anche sulla comparsa del disturbo temporo-mandibolare; durante la passata pandemia i casi globali del problema sono impennati di almeno il 40%.

Sistema riproduttivo

Lo stress cronico può influenzare la funzione riproduttiva sia negli uomini che nelle donne. Elevati livelli di cortisolo possono fungere da diretti antagonisti dei recettori per gli ormoni sessuali (androgeni o estrogeni), sia direttamente che per competizione sulle azioni dei recettori per gli stessi. Nelle donne, lo stress può portare a irregolarità mestruali, sindrome premestruale più grave e ridotta fertilità. Negli uomini, può contribuire a disfunzione erettile e riduzione della produzione di spermatozoi (Chrousos, 2010).

Pelle ed annessi

La pelle è spesso un riflesso della salute interna e può essere colpita dallo stress. Lo stress può peggiorare condizioni cutanee come acne, eczema, psoriasi e può contribuire alla caduta dei capelli (Pace et al., 2012). Il cortisolo assottiglia l’epidermide perché antagonizza la proliferazione dei cheratinociti e dei fibroblasti. Di conseguenza di riduce la produzione di proteine costitutive e di barriera (cheratina, collagene ed elastina). Questo può contribuire anche ad un ritardo della cicatrizzazione delle ferite, che sperimenta molto bene chi si sottopone a terapia cortisonica per ragioni mediche. Per la stessa ragione, lo stress può agire anche sulla crescita delle unghie, causandono maggiore fragilità, sfaldamento; a livello delle mucose possono comparire afte (soprattutto nel cavo orale).

Conclusioni

Lo stress ha effetti profondi e diffusi su quasi tutti i sistemi del corpo. Riconoscere e gestire efficacemente lo stress è fondamentale per prevenire complicazioni a lungo termine. Strategie come l’esercizio fisico regolare, la meditazione o anche semplicemente ritaglarsi uno spazio personale giornaliero di distacco, e il supporto sociale possono aiutare a ridurre buona parte degli effetti negativi dello stress sul corpo.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Cohen S, Janicki-Deverts D et al. JAMA 2012; 298(14):1685.

Pace TW, Mletzko T et al. Amer J Psych. 2012; 163(9):1630.

Steptoe A, Kivimäki M. Nature Rev Cardiol. 2012; 9(6):360-70.

Mayer EA. Nature Reviews Neurosci. 2011; 12(8):453-466.

Chrousos GP. Nature Rev Endocrinology 2010; 5(7):374-381.

McEwen, B. S. Physiological Reviews 2007; 87(3):873-904.

Charmandari E et al. Annual Rev Physiology 2005; 67:259-84.

Lehrer PM et al. J Consult Clin Psychol. 2002; 70(3):691-98.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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