L’approvazione da parte della FDA di Lifileucel, una terapia basata sui linfociti infiltranti il tumore (TIL), per il trattamento del melanoma avanzato rappresenta un passo importante nella rivoluzione dell’immunoterapia oncologica di precisione. Questo traguardo segna l’inizio di una nuova era nella lotta contro i tumori solidi, in cui la medicina personalizzata diventa una realtà sempre più tangibile. Con numerosi studi clinici in corso per valutare l’efficacia di queste terapie in altri tipi di tumori, come il cancro ai polmoni e il tumore della cervice, i linfociti infiltranti il tumore promettono di ampliare le opzioni terapeutiche per pazienti che in passato avevano poche alternative. In questo articolo esploreremo come funziona questa terapia innovativa, quali sono le sue implicazioni per il trattamento dei tumori solidi e cosa potrebbe riservare il futuro per la ricerca in questo ambito.
Cos’è la Terapia con Linfociti Infiltranti il Tumore (TIL)?
I linfociti infiltranti il tumore (TIL) sono un tipo di globuli bianchi che vengono naturalmente reclutati dall’organismo per combattere le cellule tumorali. Quando il sistema immunitario riconosce il tumore come un’entità estranea o pericolosa, invia i linfociti T, una sottopopolazione di linfociti, all’interno del microambiente tumorale per attaccare e distruggere le cellule maligne. Tuttavia, nonostante questa risposta immunitaria, molte neoplasie riescono a evitare l’eliminazione immunitaria, sfruttando meccanismi di immunosoppressione che disattivano o indeboliscono l’efficacia dei linfociti T infiltranti. La terapia con TIL ha l’obiettivo di sfruttare questa naturale risposta immunitaria, estraendo i linfociti T dal tumore di un paziente, espandendoli in laboratorio in grandi quantità e poi reintroducendoli nel paziente per potenziare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali. Questo approccio è altamente personalizzato, poiché utilizza i linfociti T già presenti nel tumore del paziente e quindi specificamente “allenati” a riconoscere le cellule tumorali di quel particolare individuo.
Come funziona la Terapia con TIL: fasi del trattamento
La terapia con TIL si articola in diverse fasi complesse che coinvolgono sia la manipolazione cellulare che la somministrazione di trattamenti immunostimolanti. Il processo inizia con l’estrazione di un campione di tessuto tumorale dal paziente. Questo campione viene inviato a un laboratorio specializzato, dove i linfociti T infiltranti vengono isolati dal tessuto tumorale. Questi linfociti vengono quindi espansi in vitro, cioè moltiplicati in numero attraverso l’uso di citochine, come l’interleuchina-2 (IL-2), che stimolano la crescita e l’attivazione dei linfociti.
Una volta che una quantità sufficiente di TIL è stata prodotta, i pazienti vengono sottoposti a un trattamento di chemioterapia a basso dosaggio per eliminare temporaneamente parte delle cellule immunitarie preesistenti, creando uno “spazio” nel sistema immunitario per i TIL espansi. Successivamente, i linfociti T potenziati vengono reinfusi nel paziente, accompagnati da una terapia di supporto a base di IL-2 per mantenere la loro attivazione. Questo approccio mira a intensificare l’attacco contro le cellule tumorali, fornendo una potente risposta immunitaria che spesso non sarebbe possibile con le sole difese naturali del corpo.
L’approvazione di Lifileucel per il melanoma: un traguardo storico
Lifileucel, sviluppato da Iovance Biotherapeutics, è un trattamento basato sui TIL e ha dimostrato efficacia nei pazienti con melanoma che non hanno risposto alle immunoterapie precedenti, come gli inibitori del checkpoint immunitario, tra cui gli anticorpi anti-PD-1 o anti-CTLA-4. L’approvazione da parte della FDA di Lifileucel segna un importante passo avanti nel trattamento del melanoma avanzato. Questo tipo di melanoma rappresenta uno dei tumori cutanei più aggressivi, e molti pazienti con malattia metastatica o resistente alla terapia standard non hanno risposte terapeutiche adeguate con i trattamenti convenzionali, come la chemioterapia o le terapie mirate. I risultati degli studi clinici hanno mostrato tassi di risposta significativi nei pazienti trattati con Lifileucel, con una riduzione visibile delle dimensioni del tumore e, in alcuni casi, una remissione duratura della malattia. Questo risultato non solo offre una nuova speranza ai pazienti affetti da melanoma, ma suggerisce che la terapia con TIL potrebbe avere un’applicabilità più ampia, estendendosi ad altri tipi di tumori solidi.
Espansione della terapia con TIL ai tumori solidi
Oltre al melanoma, gli studi clinici in corso stanno esplorando l’uso della terapia con TIL per una varietà di altri tumori solidi, tra cui il cancro ai polmoni, il tumore della cervice, il cancro al seno triplo negativo e il carcinoma renale. I tumori solidi, che rappresentano circa il 90% di tutti i tumori, sono stati storicamente difficili da trattare con l’immunoterapia. Tuttavia, i recenti progressi nelle tecnologie di manipolazione cellulare e nella comprensione del microambiente tumorale stanno rendendo possibile l’applicazione della terapia con TIL a tumori che, fino a poco tempo fa, sembravano refrattari all’immunoterapia. Ad esempio, nel cancro ai polmoni, uno dei tumori solidi più difficili da trattare, studi preliminari hanno mostrato che la terapia con TIL può portare a risposte clinicamente significative in pazienti con malattia avanzata. Analogamente, nel carcinoma cervicale, un tipo di cancro spesso associato al papillomavirus umano (HPV), l’uso di TIL ha mostrato promesse, suggerendo che queste terapie potrebbero essere particolarmente efficaci contro tumori legati a infezioni virali.
Vantaggi e sfide
Uno dei principali vantaggi della terapia con TIL è la sua capacità di offrire una risposta immunitaria mirata e personalizzata. Poiché i linfociti T utilizzati provengono dal tumore stesso del paziente, essi sono altamente specifici per le cellule tumorali presenti nel corpo di quell’individuo, riducendo il rischio di effetti collaterali legati a una risposta immunitaria non mirata, come si verifica con altri approcci immunoterapici. Tuttavia, questa terapia presenta anche alcune sfide. Il processo di espansione dei TIL è tecnicamente complesso e richiede laboratori altamente specializzati, il che può rendere il trattamento costoso e difficile da implementare su larga scala.
Inoltre, non tutti i pazienti sono idonei per la terapia con TIL; i pazienti devono essere in una condizione fisica abbastanza buona per tollerare i cicli di chemioterapia preparatoria e la somministrazione di IL-2, che può avere effetti collaterali significativi. Un’altra sfida riguarda il tempo necessario per produrre una quantità sufficiente di TIL per ogni paziente, un processo che può richiedere diverse settimane. Durante questo periodo, la progressione della malattia può rappresentare un problema, soprattutto nei pazienti con tumori rapidamente progressivi.
Il futuro: l’immunoterapia oncologica di precisione
Nonostante le sfide, l’approvazione di Lifileucel e i promettenti risultati degli studi clinici in corso indicano che la terapia con TIL è destinata a svolgere un ruolo sempre più importante nell’immunoterapia oncologica. La combinazione di TIL con altre forme di immunoterapia, come gli inibitori del checkpoint immunitario o le terapie a base di CAR-T (cellule T con recettori chimerici dell’antigene), potrebbe ulteriormente migliorare l’efficacia di queste terapie, offrendo risposte più durature e a un numero maggiore di pazienti. Inoltre, i progressi nelle tecniche di manipolazione genetica e nella comprensione dei meccanismi di resistenza tumorale stanno aprendo la strada a nuove strategie per migliorare la terapia con TIL. Ad esempio, la modifica genetica dei TIL per renderli più resistenti al microambiente immunosoppressivo del tumore potrebbe aumentare la loro efficacia contro tumori che altrimenti sarebbero refrattari al trattamento. Sebbene ci siano ancora sfide da affrontare, la promessa di trattamenti immunoterapici personalizzati basati su TIL offre una nuova speranza a migliaia di pazienti in tutto il mondo. Con la continua ricerca e innovazione, è possibile che questa terapia diventi una delle armi più potenti nel nostro arsenale contro il cancro.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
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