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Come la dieta chetogenica, la dieta Mediterranea e il digiuno intermittente promuovono un invecchiamento sano

Introduzione
L’invecchiamento è un processo complesso caratterizzato da una graduale perdita della funzionalità fisiologica e dall’aumento della vulnerabilità a malattie croniche, come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e il declino cognitivo. Le abitudini alimentari svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere una salute ottimale durante l’invecchiamento, e negli ultimi anni, tre regimi alimentari hanno acquisito grande interesse per i loro potenziali benefici sull’invecchiamento sano: la dieta chetogenica, la dieta mediterranea e il digiuno intermittente.

Queste strategie alimentari sembrano avere un impatto significativo su vari meccanismi biologici associati all’invecchiamento, inclusa la regolazione del metabolismo, la riduzione dell’infiammazione, la protezione contro lo stress ossidativo e il miglioramento della sensibilità insulinica. In questo articolo, esamineremo in dettaglio come ciascuna di queste diete può promuovere un invecchiamento sano, i meccanismi alla base dei loro effetti benefici e le evidenze scientifiche a supporto.

La Dieta Chetogenica: Regolazione del Metabolismo e Stress Ossidativo

La dieta chetogenica (o “keto”) è una dieta a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di grassi, progettata per indurre uno stato metabolico chiamato chetosi. Durante la chetosi, il corpo passa dall’uso dei carboidrati come fonte primaria di energia all’uso dei grassi, producendo chetoni come sottoprodotto. Questo cambiamento metabolico è stato associato a numerosi benefici per la salute e potrebbe giocare un ruolo importante nell’invecchiamento sano. Uno degli aspetti chiave della dieta chetogenica è la sua capacità di migliorare la flessibilità metabolica, cioè la capacità dell’organismo di adattarsi a diverse fonti di energia. Questo può essere particolarmente utile durante l’invecchiamento. Studi hanno dimostrato che la dieta chetogenica può migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre i livelli di glucosio nel sangue, contribuendo così a ridurre il rischio di malattie metaboliche legate all’età, come il diabete di tipo 2.

La chetosi è stata collegata a una riduzione dei marcatori di infiammazione, come la proteina C-reattiva (PCR), che svolge un ruolo cruciale nel processo di invecchiamento. L’infiammazione cronica è un fattore chiave nel declino funzionale che accompagna l’invecchiamento, ed è implicata nello sviluppo di malattie cardiovascolari, neurodegenerative e autoimmuni. Ridurre l’infiammazione può quindi promuovere una maggiore longevità e una qualità della vita migliore. La dieta chetogenica sembra anche aumentare le difese antiossidanti dell’organismo, contribuendo a proteggere le cellule dallo stress ossidativo, un fattore associato all’invecchiamento e alle malattie croniche. I chetoni, in particolare il beta-idrossibutirrato, sono stati collegati a una riduzione dello stress ossidativo e alla protezione dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.

La Dieta Mediterranea: longevità e salute cardiovascolare

La dieta mediterranea è ricca di alimenti vegetali, grassi sani (soprattutto olio d’oliva), pesce, frutta secca e legumi. Questo modello alimentare è stato ampiamente studiato per i suoi effetti positivi sulla salute cardiovascolare e sulla longevità, ed è considerato uno dei regimi alimentari più efficaci per promuovere un invecchiamento sano.

  1. Benefici cardiovascolari: La dieta mediterranea è nota per ridurre significativamente il rischio di malattie cardiovascolari, che rappresentano una delle principali cause di mortalità e morbilità negli anziani. Numerosi studi hanno dimostrato che seguire la dieta mediterranea può abbassare i livelli di colesterolo LDL (“colesterolo cattivo”), aumentare il colesterolo HDL (“colesterolo buono”) e migliorare la funzione endoteliale, riducendo così il rischio di infarti e ictus.
  2. Riduzione del rischio di malattie croniche: Oltre ai benefici per la salute del cuore, la dieta mediterranea è stata associata a un minor rischio di diabete di tipo 2, cancro e declino cognitivo. Gli alimenti ricchi di antiossidanti e acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi (come l’olio d’oliva e il pesce grasso) contribuiscono a ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo, due fattori chiave nel processo di invecchiamento.
  3. Effetti sul microbiota intestinale: Il microbiota intestinale gioca un ruolo importante nella salute generale e nell’invecchiamento. La dieta mediterranea, grazie all’alto contenuto di fibre e polifenoli, sembra promuovere la diversità del microbiota intestinale, migliorando la salute intestinale e riducendo il rischio di malattie legate all’infiammazione.
  4. Longevità: Studi condotti su popolazioni che seguono tradizionalmente la dieta mediterranea, come quelle in alcune regioni della Grecia e dell’Italia, hanno dimostrato tassi più elevati di longevità e un minor rischio di malattie legate all’età. Questo suggerisce che la dieta mediterranea non solo migliora la qualità della vita, ma può anche prolungarla.

Digiuno Intermittente: estensione della vita e autofagia

Il digiuno intermittente (intermittent fasting, IF) è un modello alimentare che alterna periodi di digiuno a periodi di alimentazione. Esistono diverse forme di digiuno intermittente, tra cui il digiuno a giorni alterni, il metodo 16/8 (16 ore di digiuno e 8 ore di alimentazione) e il digiuno periodico (un digiuno completo per uno o due giorni alla settimana). Il digiuno intermittente è stato oggetto di numerosi studi per il suo potenziale nel promuovere un invecchiamento sano.

  1. Attivazione dell’autofagia: Uno dei principali benefici del digiuno intermittente è l’attivazione dell’autofagia, un processo attraverso il quale le cellule eliminano i componenti danneggiati e rigenerano nuove strutture cellulari. L’autofagia è essenziale per mantenere la salute cellulare e proteggere contro malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson, che sono più comuni con l’avanzare dell’età.
  2. Sensibilità insulinica e metabolismo: Il digiuno intermittente migliora la sensibilità all’insulina e regola il metabolismo del glucosio, riducendo il rischio di malattie metaboliche come il diabete di tipo 2. Studi hanno dimostrato che il digiuno intermittente può abbassare i livelli di insulina a digiuno e aumentare la capacità dell’organismo di utilizzare i grassi come fonte di energia.
  3. Riduzione dell’infiammazione e dello stress ossidativo: Come la dieta chetogenica, il digiuno intermittente è stato associato a una riduzione dei marcatori di infiammazione cronica e dello stress ossidativo. Questo dipende dall’autofagìa cellulare e dall’attivazione di fattori di trascrizione che fanno esprimere proteine protettive (Hsp70, HO-1 GSTp, TxR1 ed altre ancora). Questo può contribuire a prevenire le malattie legate all’età e migliorare la longevità.
  4. Protezione contro le malattie cardiovascolari: Il digiuno intermittente è stato collegato a una riduzione dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, inclusa la riduzione della pressione sanguigna, dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi. Inoltre, il digiuno intermittente può migliorare la salute vascolare, riducendo il rischio di aterosclerosi e di eventi cardiovascolari.

Conclusioni e implicazioni cliniche

Sebbene la dieta chetogenica, la dieta mediterranea e il digiuno intermittente siano modelli alimentari diversi, condividono meccanismi comuni che possono promuovere un invecchiamento sano. Questi includono la riduzione dell’infiammazione, il miglioramento della sensibilità all’insulina, la protezione contro lo stress ossidativo e l’attivazione di processi cellulari protettivi come l’autofagia. Le evidenze scientifiche suggeriscono che, adottando uno di questi regimi alimentari o una combinazione di essi, sia possibile migliorare la qualità della vita e ridurre il rischio di malattie croniche legate all’età. Tuttavia, è importante sottolineare che non esiste un’unica “dieta perfetta” per tutti, e la scelta di un regime alimentare deve essere personalizzata in base alle esigenze individuali, alle condizioni di salute ed alle preferenze alimentari.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Newman JC, Verdin, E. (2017). Cell Metab. 26(4), 598-612.

Estruch R et al. (2018). New Engl J Medicine, 378(25), e34.

Longo VD, Panda S. (2016). Cell Metab. 23(6), 1048-1059.

Mattson, MP et al. (2017). Ageing Research Rev. 39, 46-54.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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