Alcol, sistema nervoso e ansia
Il consumo di alcol è una pratica diffusa in molte culture e occasioni sociali. Tuttavia, l’alcol non è privo di effetti collaterali, specialmente quando si tratta di ansia e sistema nervoso. Molti individui riportano episodi di battito cardiaco accelerato e sintomi ansiosi dopo aver consumato determinate bevande alcoliche. Ma quali tipi di alcol influiscono maggiormente su questi sintomi e qual è il meccanismo dietro questa reazione? Un esperto ha recentemente analizzato i tipi di alcol più dannosi per le persone che soffrono di ansia, rivelando importanti informazioni utili per chi desidera gestire meglio il proprio benessere mentale. Il legame tra alcol e ansia è complesso e spesso bidirezionale. L’alcol agisce come un depressivo del sistema nervoso centrale, rallentando le funzioni cerebrali e, inizialmente, fornendo una sensazione di rilassamento.
Tuttavia, una volta che gli effetti iniziali svaniscono, il corpo attraversa un periodo di “compensazione”, durante il quale il cervello può diventare iperstimolato. Questa fase è accompagnata da un aumento dei livelli di adrenalina, il che può portare a sintomi come tachicardia, tremori e una maggiore sensazione di ansia. Questo fenomeno è particolarmente problematico per chi già soffre di disturbi d’ansia. Un fenomeno comune noto come “ansia da hangover” o “hangxiety” si manifesta quando gli effetti sedativi dell’alcol svaniscono, portando a un aumento di nervosismo e preoccupazione il giorno seguente. È stato riscontrato che alcune persone sono particolarmente sensibili a questi effetti, il che può peggiorare i sintomi ansiosi già esistenti.
Quali tipi di alcolici sono peggiori per l’ansia?
Secondo l’analisi degli esperti, non tutti i tipi di alcol hanno lo stesso impatto sul sistema nervoso. È stato dimostrato che alcune bevande alcoliche possono aumentare significativamente la probabilità di battito cardiaco accelerato e ansia rispetto ad altre. Ecco i tipi di alcol che sembrano essere i più problematici per le persone ansiose:
- Alcol ad Alta Gradazione (Distillati)
Bevande come vodka, whisky, gin e rum, comunemente definite come superalcolici o distillati, sono tra le più dannose per chi soffre di ansia. Questi tipi di alcol hanno un’elevata concentrazione di etanolo, che entra rapidamente nel flusso sanguigno, aumentando il battito cardiaco e provocando una risposta di stress nel corpo. Il consumo di superalcolici può portare a picchi improvvisi nei livelli di adrenalina, che può far scattare sintomi come palpitazioni e ansia intensa. Uno studio pubblicato nel Journal of Psychopharmacology ha dimostrato che l’assunzione di alcol ad alta gradazione può alterare significativamente la variabilità del battito cardiaco, aumentando il rischio di aritmie cardiache e sintomi ansiosi, specialmente nelle persone predisposte.
2. Vino Rosso
Sebbene il vino rosso sia noto per i suoi benefici cardioprotettivi grazie alla presenza di antiossidanti come il resveratrolo, per alcune persone può provocare ansia. Questo effetto è dovuto principalmente alla presenza di tiramina e istamina, che possono aumentare la pressione sanguigna e stimolare il sistema nervoso. La tiramina, in particolare, è stata associata a un aumento dei livelli di adrenalina, che può causare palpitazioni e attacchi di panico in soggetti predisposti. Uno studio condotto dall’Università di Harvard ha evidenziato che, sebbene il vino rosso possa avere benefici per la salute a dosi moderate, per alcune persone, soprattutto quelle con disturbi d’ansia o sensibilità alle ammine, può scatenare sintomi di ansia.
3. Birra e Alcolici Fermentati
La birra e gli alcolici fermentati, come il sidro, sono spesso percepiti come meno dannosi rispetto ai distillati, grazie al loro contenuto di alcol relativamente più basso. Tuttavia, per alcune persone, il consumo di grandi quantità di birra può comunque portare a un aumento dell’ansia. Il motivo potrebbe risiedere nel fatto che, nonostante la bassa gradazione alcolica, la birra contiene carboidrati fermentabili, che possono alterare i livelli di zucchero nel sangue, provocando sbalzi glicemici che si manifestano come ansia o nervosismo.
Meccanismi fisiologici dietro la tachicardia e l’ansia
Quando si consuma alcol, il corpo attraversa una serie di reazioni chimiche. L’etanolo, il principale componente alcolico, attraversa rapidamente la barriera ematoencefalica, influenzando i neurotrasmettitori responsabili dell’umore, come il GABA e la serotonina. Il GABA è il principale neurotrasmettitore inibitorio del cervello, e l’alcol ne aumenta l’attività, provocando un senso iniziale di rilassamento. Tuttavia, man mano che l’alcol viene metabolizzato, la produzione di GABA diminuisce e il cervello compensa aumentando l’attività di neurotrasmettitori eccitatori, come il glutammato. Questo squilibrio può causare iperattività cerebrale, portando a tachicardia e un aumento dei sintomi d’ansia. Inoltre, l’alcol agisce come diuretico, provocando disidratazione. La disidratazione, a sua volta, può aumentare il livello di stress fisiologico nel corpo, aumentando ulteriormente l’ansia e la tachicardia.
Strategie di mitigazione
Se si soffre di ansia o si è predisposti a episodi di battito accelerato dopo aver consumato alcol, ci sono diverse strategie che possono aiutare a mitigare questi sintomi:
- Limitare il consumo di alcol ad alta gradazione: Preferire bevande a bassa gradazione alcolica, come il vino bianco o la birra a basso contenuto di alcol, può ridurre il rischio di tachicardia e ansia.
- Evitare il consumo di alcol a stomaco vuoto: Mangiare prima o durante il consumo di alcol può rallentare l’assorbimento dell’etanolo nel flusso sanguigno, riducendo la risposta fisiologica all’alcol.
- Mantenere una buona idratazione: Bere acqua tra un drink e l’altro può prevenire la disidratazione e aiutare a bilanciare gli effetti dell’alcol sul corpo.
- Praticare tecniche di rilassamento: Dopo il consumo di alcol, praticare tecniche di respirazione profonda o meditazione può aiutare a calmare il sistema nervoso e ridurre i sintomi d’ansia.
- A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.
Pubblicazioni scientifiche
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