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Essere “nottambuli” potrebbe aumentare il rischio di diabete di tipo 2, indipendentemente dallo stile di vita

Introduzione

La gestione del sonno è spesso trascurata quando si parla di salute metabolica, ma sempre più ricerche scientifiche stanno dimostrando che il nostro cronotipo — ovvero la nostra predisposizione naturale ad essere “nottambuli” o “mattinieri” — potrebbe avere un impatto significativo sul rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete di tipo 2. In particolare, una serie di studi ha rilevato che le persone che tendono a rimanere sveglie fino a tardi, conosciute come “nottambuli”, hanno un rischio maggiore di sviluppare diabete di tipo 2, indipendentemente da fattori di stile di vita come la dieta, l’attività fisica e il consumo di alcol.

Il Concetto di Cronotipo: Mattinieri vs. Nottambuli

Il cronotipo si riferisce alla tendenza naturale di una persona a essere più attiva e vigile in determinati momenti della giornata. Generalmente, le persone si dividono in due categorie principali: i mattinieri (o “larks”) e i nottambuli (o “owls”). I mattinieri tendono a svegliarsi presto e ad essere più attivi nelle prime ore del giorno, mentre i nottambuli preferiscono rimanere svegli fino a tardi e tendono a essere più vigili e produttivi durante la sera. Questo fenomeno è in gran parte determinato dall’orologio biologico interno, che regola i ritmi circadiani — i cicli di circa 24 ore che controllano numerosi processi fisiologici, tra cui il ciclo sonno-veglia, la temperatura corporea e il rilascio di ormoni. Tuttavia, la modernità e le abitudini quotidiane, come l’uso di dispositivi elettronici o lavori con orari irregolari, possono amplificare la tendenza a un cronotipo serale, interferendo con il sonno e portando a squilibri metabolici.

Nottambuli e rischio di diabete di tipo 2: le prove scientifiche

Negli ultimi anni, diversi studi hanno collegato il cronotipo serale a un maggiore rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Questi studi suggeriscono che, indipendentemente dai fattori di stile di vita, come l’esercizio fisico e la dieta, i nottambuli presentano un rischio più elevato di insulino-resistenza e disfunzione metabolica rispetto ai mattinieri. Una ricerca pubblicata nel Journal of Clinical Endocrinology Metabolism ha esaminato l’associazione tra cronotipo e rischio di diabete in un ampio gruppo di adulti. I ricercatori hanno scoperto che i nottambuli avevano una probabilità significativamente più alta di sviluppare diabete di tipo 2 rispetto ai mattinieri, anche dopo aver controllato per fattori come l’indice di massa corporea (BMI), l’attività fisica, la dieta e il consumo di alcol. Questo suggerisce che l’orario in cui una persona è attiva e dorme può essere un fattore indipendente di rischio metabolico.

Un altro studio pubblicato su Diabetes Care ha evidenziato come la disregolazione dei ritmi circadiani possa portare a problemi metabolici. Gli individui che dormono in ritardo e si svegliano tardi tendono a mangiare a orari irregolari, spesso nelle ore serali, quando il metabolismo è meno efficiente. Questo comportamento è stato collegato a una maggiore resistenza all’insulina, un fattore chiave nello sviluppo del diabete di tipo 2. La qualità del sonno è un altro fattore cruciale per la salute metabolica. I nottambuli spesso sperimentano una riduzione della qualità e della durata del sonno, poiché la loro routine serale si scontra con le esigenze della vita quotidiana, come il lavoro o gli impegni familiari. Questo deficit di sonno può influenzare negativamente il metabolismo del glucosio, contribuendo a una maggiore probabilità di sviluppare diabete di tipo 2.

Meccanismi biologici alla base del rischio

I meccanismi alla base del legame tra cronotipo serale e rischio di diabete sono complessi e coinvolgono una serie di processi fisiologici. Diversi fattori biologici e comportamentali possono contribuire a questo rischio di diabete nei nottambuli, tra cui la disregolazione del ritmo circadiano, l’alimentazione serale, la qualità del sonno e l’attività fisica ridotta. Il ritmo circadiano regola la secrezione di ormoni chiave come l’insulina, che svolge un ruolo cruciale nel controllo dei livelli di glucosio nel sangue. Nei nottambuli, il ritardo nel ciclo sonno-veglia può alterare la regolazione di questi ormoni, riducendo la sensibilità all’insulina e aumentando il rischio di iperglicemia. Inoltre, il rilascio di melatonina — un ormone che regola il sonno — può interferire con il metabolismo del glucosio se i pasti sono consumati tardi nella giornata. Gli studi hanno dimostrato che mangiare tardi la sera è associato a una peggiore regolazione della glicemia rispetto ai pasti consumati durante il giorno.

 Il metabolismo è meno efficiente nelle ore serali, quando l’attività enzimatica e la sensibilità all’insulina sono ridotte. Nei nottambuli, il consumo di cibi ad alto contenuto calorico nelle ore serali è particolarmente problematico, in quanto può aumentare il rischio di insulino-resistenza e promuovere l’accumulo di grasso viscerale, un noto fattore di rischio per il diabete. La mancanza di sonno o un sonno di scarsa qualità, entrambi comuni tra i nottambuli, infine, possono influenzare il metabolismo in vari modi. La privazione del sonno è stata collegata a una ridotta tolleranza al glucosio e a un aumento della fame e dell’assunzione calorica, soprattutto di cibi ricchi di zuccheri e grassi. Inoltre, il sonno interrotto o insufficiente aumenta i livelli di cortisolo, un ormone dello stress che può promuovere la resistenza all’insulina e l’accumulo di grasso addominale.

Prevenzione e Gestione del diabete nei nottambuli

Una delle principali strategie per ridurre il rischio di diabete nei nottambuli è quella di intervenire sui ritmi circadiani. Tecniche come la terapia della luce (esposizione alla luce naturale nelle prime ore del mattino) e la regolazione dell’orario dei pasti possono aiutare a riallineare l’orologio biologico e migliorare la regolazione ormonale. Evitare l’esposizione a dispositivi elettronici con luce blu nelle ore serali può anche contribuire a migliorare la qualità del sonno e a ridurre l’impatto metabolico negativo. Per i nottambuli, è importante prestare attenzione agli orari dei pasti. Spostare i pasti principali verso il mattino o il pomeriggio può migliorare il metabolismo del glucosio e ridurre il rischio di insulino-resistenza.

L’attività fisica regolare è un altro fattore cruciale, poiché l’esercizio fisico può migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre il rischio di diabete, anche nei soggetti con un cronotipo serale. Infine, garantire un sonno adeguato e di qualità è essenziale per mantenere la salute metabolica. I nottambuli dovrebbero cercare di stabilire una routine del sonno regolare e migliorare l’igiene del sonno, evitando cibi pesanti, caffeina e dispositivi elettronici prima di coricarsi. Se necessario, la consulenza medica per i disturbi del sonno può essere utile per affrontare problemi come l’insonnia o la sindrome delle apnee ostruttive, che possono aggravare il rischio metabolico. È essenziale che medici e pazienti siano consapevoli dell’importanza del cronotipo e del sonno nella gestione della salute metabolica, e che i trattamenti siano personalizzati per affrontare le esigenze specifiche di questa categoria di persone.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Morris CJ, Purvis TE, Hu K et al. (2016). PNAS USA, 113(10), E1402-11.

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Vetter C, Devore, EE, Wegrzyn LR et al. (2015). JAMA, 314(6), 603-611.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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