venerdì, Ottobre 18, 2024

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Introduzione

L’obesità colpisce oltre la metà della popolazione adulta mondiale e contribuisce a milioni di decessi ogni anno per malattie come disturbi cardiovascolari, diabete di tipo 2 e steatosi epatica. La perdita di peso duratura rimane una sfida, con la maggior parte degli individui che riacquista il peso perso entro cinque anni, un fenomeno noto come dieta yoyo. La dieta yoyo aumenta il rischio di comorbilità correlate all’obesità e può comportare disbiosi intestinale, che è collegata all’obesità e alla disfunzione metabolica. Prove emergenti suggeriscono che il recupero di peso potrebbe alterare il microbiota intestinale, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche per comprendere il ruolo dell’intestino nel ciclo del peso.

Inoltre, la ricerca indica risposte metaboliche adattive, inclusi cambiamenti nel sistema nervoso simpatico, che possono complicare ulteriormente gli sforzi per mantenere la perdita di peso. In una recente revisione pubblicata sulla rivista Nutrients, i ricercatori della Deakin University, in Australia, hanno esplorato l’impatto della dieta yoyo (il ciclo ripetuto di perdita e ripresa di peso) e della perdita di peso post-obesità sulla salute intestinale, concentrandosi sull’infiammazione intestinale, sui cambiamenti del microbiota, sulle risposte del sistema nervoso simpatico e sui potenziali obiettivi terapeutici per prevenire la ripresa di peso.

L’influenza dell’intestino sulla ripresa di peso dopo la perdita

La ripresa di peso dopo la perdita di peso, comunemente osservata nella dieta yoyo, rimane una questione complessa senza una comprensione completa di tutti i fattori che contribuiscono. Tuttavia, le prove attuali suggeriscono che le alterazioni nei peptidi periferici che regolano l’equilibrio energetico e l’adattamento metabolico svolgono un ruolo significativo. Ciò include una ridotta attivazione della segnalazione β-adrenergica attraverso il sistema nervoso simpatico, che influisce sulla termogenesi (produzione di calore) e sul dispendio energetico, entrambi fondamentali per il mantenimento della perdita di peso. Questi cambiamenti possono portare a una riduzione del dispendio energetico e a un aumento dell’assunzione di cibo, entrambi fattori che contribuiscono alla ripresa di peso e all’obesità.

Ormoni peptidici intestinali e bilancio energetico

La regolazione del bilancio energetico comporta la regolazione dell’assunzione, della spesa e dell’immagazzinamento di energia, che sono fattori critici delle variazioni del peso corporeo. Il bilancio energetico non è solo controllato dal sistema nervoso centrale, ma è anche influenzato da segnali periferici provenienti da organi come l’intestino, il pancreas e il tessuto adiposo. Questi segnali, molti dei quali sono ormoni peptidici, agiscono per stimolare o limitare l’assunzione di energia, influenzando così il peso corporeo. Gli ormoni peptidici derivati ​​dall’intestino come il peptide YY, il peptide 1 simile al glucagone (GLP-1), la colecistochinina (CCK) e l’ossintomodulina (OXM) svolgono un ruolo critico nella regolazione del comportamento alimentare promuovendo la sazietà e riducendo l’assunzione di cibo. Al contrario, la grelina, l’ormone della fame, stimola l’appetito, promuove l’immagazzinamento dei grassi e accelera il metabolismo dei carboidrati.

Uno squilibrio in questi ormoni, in cui predominano gli ormoni della fame, spesso porta all’aumento di peso, spingendo l’assunzione di energia oltre la spesa. Gli studi suggeriscono che dopo la perdita di peso, gli individui spesso sperimentano livelli più bassi di ormoni della sazietà (PYY, GLP-1 e CCK) e livelli più alti di ormoni della fame (grelina), rendendoli più inclini a mangiare troppo e riprendere peso. Questo squilibrio ormonale può persistere a lungo dopo la perdita di peso, spingendo il corpo a riprendere peso come mezzo per ripristinare l’equilibrio energetico. Livelli ridotti di ormoni della sazietà possono anche essere associati a un rinnovamento compromesso delle cellule enteroendocrine (EEC), le cellule intestinali responsabili della produzione di questi ormoni, esacerbando potenzialmente la difficoltà di sostenere la perdita di peso.

Ormoni intestinali, ripresa di peso e dieta yoyo

La natura ciclica della perdita e ripresa di peso nella dieta yoyo è influenzata dagli ormoni intestinali. Quando gli individui perdono peso, i loro corpi rispondono riducendo i livelli di ormoni della sazietà e aumentando i segnali di fame, rendendo difficile mantenere la perdita di peso. Inoltre, una drastica perdita di grasso può ridurre le cellule enteroendocrine (EEC), che sono responsabili della produzione di ormoni intestinali, riducendo ulteriormente la capacità del corpo di regolare la sazietà. Nella dieta yoyo, lo squilibrio ormonale prolungato tra gli ormoni della fame e della sazietà favorisce una tendenza a mangiare troppo, specialmente nella fase post-dieta, dove il corpo è altamente suscettibile al recupero di peso. Inoltre, gli adattamenti del sistema nervoso simpatico riducono la spesa energetica a riposo del corpo, promuovendo ulteriormente il recupero di peso conservando energia dopo periodi di restrizione calorica.

Ruolo del microbiota intestinale nel recupero del peso

Il microbiota intestinale, l’insieme di microrganismi che vivono nel tratto gastrointestinale, è fondamentale per regolare l’equilibrio energetico e il metabolismo. Gli studi suggeriscono che la composizione e la diversità del microbiota intestinale cambiano durante e dopo la perdita di peso, il che potrebbe influenzare la suscettibilità al recupero del peso. Ad esempio, gli acidi grassi a catena corta (SCFA) prodotti dai microbi intestinali stimolano il rilascio di ormoni della sazietà come PYY e GLP-1. Tuttavia, la dieta yoyo è associata a una ridotta abbondanza di batteri che producono SCFA, il che può portare a una ridotta produzione di ormoni della sazietà e a un aumento dell’appetito, favorendo il recupero del peso. Studi sugli animali suggeriscono inoltre che la dieta yoyo altera la composizione del microbiota intestinale, riducendo i batteri benefici come Christensenella e Lactobacillus reuteri, che sono collegati alla magrezza e alla salute intestinale.

 Al contrario, il recupero di peso dopo una dieta è associato a un aumento di batteri pro-infiammatori, come Desulfovibrio e Ruminococcus, entrambi implicati nei disturbi metabolici e nell’infiammazione (flogosi) intestinale. Dieta yoyo e infiammazione intestinale. La flogosi cronica di basso grado è un segno distintivo dell’obesità e la dieta yoyo aggrava questo problema. Gli studi hanno dimostrato che il recupero di peso dopo una dieta yoyo può innescare risposte infiammatorie nell’intestino, con una maggiore espressione di marcatori pro-infiammatori come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α) e l’interleuchina-6 (IL-6). Queste risposte infiammatorie possono ulteriormente interrompere la funzione della barriera intestinale, portando a una maggiore permeabilità intestinale e a un peggioramento della salute metabolica.

Studi sugli animali suggeriscono che il recupero di peso dopo una dieta yoyo aumenta l’infiammazione intestinale, con un marcato aumento dei marcatori infiammatori e dell’attivazione dei macrofagi. Sebbene la dieta yoyo contribuisca all’infiammazione intestinale e alla disbiosi, è stato dimostrato che la perdita di peso post-obesità migliora la salute intestinale. La perdita di peso riduce i marcatori infiammatori nell’intestino, come TNF-α e IL-6, e migliora la funzionalità della barriera intestinale. Inoltre, una perdita di peso di successo è associata a cambiamenti favorevoli nel microbiota intestinale, come una maggiore abbondanza di batteri benefici come Akkermansia e Bifidobacterium, che sono collegati a una migliore salute intestinale e a una riduzione dell’infiammazione.

Tuttavia, la ricerca indica anche che la composizione del microbiota potrebbe richiedere molto più tempo per tornare a uno stato non obeso dopo la perdita di peso, rendendo potenzialmente gli individui vulnerabili alla ripresa di peso durante questo periodo di transizione. Studi clinici suggeriscono anche che gli interventi dietetici mirati alla perdita di peso possono influenzare positivamente la composizione del microbiota intestinale, riducendo potenzialmente il rischio di ripresa di peso. Ad esempio, è stato dimostrato che i flavonoidi, composti bioattivi presenti nella frutta e nella verdura, migliorano la composizione del microbiota intestinale e promuovono il mantenimento del peso nei modelli animali. La maggior parte delle prove proviene da modelli animali e vi è un’urgente necessità di ulteriori studi sull’uomo.

Comprendere questi meccanismi potrebbe fornire nuovi obiettivi terapeutici per combattere la ripresa di peso e migliorare il mantenimento del peso a lungo termine. Per riassumere, le prove emergenti collegano la dieta yoyo ai cambiamenti nel microbiota intestinale, che possono persistere dopo la perdita di peso e contribuire al recupero del peso. Mentre la perdita di peso può migliorare la salute intestinale, i meccanismi molecolari alla base di questa relazione rimangono poco chiari, in particolare il modo in cui vengono influenzati i peptidi derivati ​​dall’intestino, il sistema nervoso simpatico e la barriera intestinale. Sono necessarie ulteriori ricerche, soprattutto sugli esseri umani, per comprendere appieno le complesse interazioni tra salute intestinale, cicli di peso e obesità.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Phuong-Nguyen K et al. Nutrients. 2024; 16(18):3170.

Lin K, Zhu L, Yang L. Medcomm. 2022; 3:e171.

Anastasiou CA et al. Metabolism 2015, 64:1395-1407

Thomas TR et al. J Appl Physiol. 2010; 109:3–10.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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