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È meglio mangiare più pasti piccoli o pochi pasti più grandi? Una valutazione basata sulla scienza

La questione se sia meglio mangiare più pasti piccoli durante la giornata o pochi pasti più grandi è stata ampiamente dibattuta sia tra esperti di nutrizione che nella cultura popolare. Entrambi gli approcci possono avere benefici e svantaggi a seconda delle esigenze individuali, degli obiettivi di salute e del contesto specifico. In questo articolo, esaminiamo la scienza dietro ciascun approccio per capire quale potrebbe essere migliore per la perdita di peso, il metabolismo, il controllo dell’appetito e la salute generale.

1. Metabolismo e Spesa Energetica

Uno dei miti più comuni è che mangiare piccoli pasti frequenti aumenti il metabolismo, portando a una maggiore spesa calorica. Tuttavia, la ricerca scientifica non supporta questa affermazione. La “termogenesi indotta dalla dieta” (cioè le calorie bruciate per digerire il cibo) è proporzionale al numero di calorie consumate in un pasto, indipendentemente dalla frequenza. In altre parole, mangiare sei piccoli pasti o tre grandi pasti che contengono lo stesso numero di calorie avrà lo stesso effetto sulla spesa energetica totale (Bellisle et al., 1997).

2. Controllo della Fame e Sazietà

La scelta tra pasti piccoli e frequenti o pasti più grandi e meno frequenti può dipendere dalla gestione della fame e della sazietà. Alcuni studi suggeriscono che mangiare piccoli pasti frequenti potrebbe aiutare a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue e ridurre i picchi di fame, che possono portare a una minore tendenza a mangiare troppo nei pasti successivi (Leidy & Campbell, 2011). Questo approccio può essere utile per le persone che lottano con la gestione dell’appetito o per coloro che hanno problemi metabolici, come il diabete. D’altra parte, mangiare pasti più grandi può indurre una sensazione di maggiore sazietà, aiutando alcune persone a controllare meglio l’assunzione calorica giornaliera. Pasti più abbondanti possono essere più gratificanti e fornire una maggiore soddisfazione psicologica, riducendo la necessità di spuntini costanti (Stote et al., 2007).

3. Perdita di Peso

La perdita di peso dipende in definitiva dal bilancio energetico: se consumi meno calorie di quante ne bruci, perderai peso. La ricerca mostra che non esiste un chiaro vantaggio nel mangiare più pasti piccoli rispetto a meno pasti più grandi quando si tratta di perdita di peso, a condizione che l’assunzione calorica totale sia la stessa. Alcuni studi indicano che mangiare meno pasti più grandi potrebbe essere altrettanto efficace, o addirittura migliore, per il controllo del peso a lungo termine (Smeets et al., 2008). L’approccio migliore dipende da come ciascuna persona gestisce meglio il proprio apporto calorico. Alcune persone possono trovare più facile controllare le calorie con pasti più piccoli e frequenti, mentre altre preferiscono pochi pasti più sostanziosi.

4. Salute Metabolica

Il controllo della glicemia e dei lipidi nel sangue può essere influenzato dalla frequenza dei pasti. Alcuni studi suggeriscono che mangiare più pasti piccoli durante la giornata può migliorare il controllo del glucosio nel sangue, specialmente in persone con diabete di tipo 2 o insulino-resistenza (Jenkins et al., 1989). Tuttavia, altri studi hanno dimostrato che mangiare meno pasti più grandi, come in un regime di digiuno intermittente, può migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre i livelli di insulina a digiuno, il che è benefico per la salute metabolica (Patterson & Sears, 2017).

5. Performance e Benessere Psicologico

Mangiare più piccoli pasti potrebbe aiutare alcune persone a mantenere alti i livelli di energia e migliorare la concentrazione durante la giornata. D’altra parte, la necessità di pianificare e preparare pasti frequenti può diventare impegnativa e stressante per alcune persone, soprattutto in contesti lavorativi o con stili di vita frenetici. Pochi pasti più grandi possono essere più gestibili per chi preferisce una routine alimentare meno complessa.

6. Composizione Corporea

Alcuni bodybuilder e atleti seguono regimi alimentari con pasti frequenti, basandosi sull’idea che più pasti possano favorire una migliore composizione corporea e la crescita muscolare. Tuttavia, non ci sono prove solide che la frequenza dei pasti influisca direttamente sulla crescita muscolare. Ciò che conta maggiormente è l’assunzione totale di nutrienti e proteine durante la giornata, indipendentemente dal numero di pasti (Schoenfeld et al., 2015).

Conclusioni

La scelta tra mangiare più piccoli pasti o meno pasti più grandi dipende da preferenze individuali, stili di vita e risposte metaboliche personali. Non esiste una soluzione unica per tutti. Alcuni punti chiave da considerare includono:

  • Perdita di peso: Entrambi gli approcci possono essere efficaci, a patto che l’assunzione calorica totale sia controllata.
  • Controllo della fame: Se tendi a essere affamato tra i pasti, mangiare più piccoli pasti potrebbe essere utile. Se preferisci sentirti più pieno dopo ogni pasto, pochi pasti più grandi potrebbero essere migliori.
  • Salute metabolica: Alcune persone potrebbero beneficiare di pasti più piccoli e frequenti per mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, mentre altre potrebbero trarre vantaggio da regimi come il digiuno intermittente.

Infine, è importante scegliere un regime alimentare che sia sostenibile nel lungo termine, adattato alle proprie esigenze personali e che non generi stress o difficoltà pratiche.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

  1. Bellisle F et al. (1997). British J Nutrition, 77(S1), S57-S70.
  2. Jenkins DJ et al. (1989). New England J Medicine, 321(14), 929.
  3. Leidy HJ, Campbell WW. (2011). J Nutrition, 141(1), 154-157.
  4. Patterson RE, Sears DD. (2017). Annual Rev Nutr, 37, 371-393.
  5. Schoenfeld BJ, Aragon AA et al. (2015). Nutrition Rev, 73(2), 69-82.
  6. Smeets AJ, Westerterp PMS et al. (2008). Obesity, 16(9), 1901-1903.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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