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L’eccessivo consumo di caffè e bibite gassate aumenta il rischio di ictus, mentre il thè può ridurlo: evidenze scientifiche e meccanismi biologici

Introduzione

L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno circa 15 milioni di persone subiscono un ictus, di cui 5 milioni muoiono e altri 5 milioni rimangono permanentemente disabili. Le cause dell’ictus sono multifattoriali e includono ipertensione, fumo, diabete, obesità e altri fattori di rischio modificabili legati allo stile di vita, tra cui l’alimentazione. Negli ultimi decenni, caffè, tè e bevande gassate zuccherate hanno assunto un ruolo significativo nella dieta globale, con conseguenze potenziali sulla salute cardiovascolare. Studi emergenti suggeriscono che un consumo eccessivo di caffè e bibite gassate può aumentare il rischio di ictus, mentre il sembra avere effetti protettivi. Questo articolo esamina le evidenze scientifiche disponibili sul legame tra il consumo di queste bevande e il rischio di ictus, esplorando i meccanismi biologici sottostanti e le implicazioni per la salute pubblica.

Ictus: Panoramica e Fattori di Rischio

L’ictus è una condizione neurologica causata da un’interruzione del flusso sanguigno al cervello. Può essere di due tipi principali:

  1. Ictus ischemico: Causato dall’ostruzione di un’arteria che fornisce sangue al cervello. Rappresenta circa l’85% dei casi di ictus.
  2. Ictus emorragico: Provocato dalla rottura di un vaso sanguigno nel cervello, con conseguente sanguinamento.

I principali fattori di rischio per l’ictus includono ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, obesità, fumo e inattività fisica. Tuttavia, anche le abitudini alimentari, comprese le bevande consumate regolarmente, svolgono un ruolo cruciale nella modulazione del rischio.

Caffè e Rischio di Ictus

Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo, con milioni di persone che lo consumano quotidianamente per il suo effetto stimolante. Il caffè contiene caffeina, un alcaloide che agisce come stimolante del sistema nervoso centrale, ma anche una vasta gamma di composti bioattivi, tra cui polifenoli e acidi clorogenici, che hanno effetti antiossidanti e anti-infiammatori.

1. Studi contraddittori sul caffè e Ictus

Le ricerche sugli effetti del caffè sulla salute cardiovascolare e sul rischio di ictus hanno prodotto risultati contrastanti. Alcuni studi suggeriscono che un consumo moderato di caffè potrebbe avere effetti benefici, mentre altri indicano che l’assunzione eccessiva può aumentare il rischio di ictus.

  • Meta-analisi del 2017: Una revisione sistematica e meta-analisi di 11 studi di coorte ha rilevato che un consumo moderato di caffè (3-4 tazze al giorno) era associato a una riduzione del 17% del rischio di ictus ischemico rispetto ai non consumatori . Tuttavia, l’effetto protettivo sembrava svanire con un consumo eccessivo (più di 6 tazze al giorno), suggerendo una relazione non lineare.
  • Studi a lungo termine: Un ampio studio di coorte condotto su oltre 130.000 individui ha mostrato che un consumo di oltre 5-6 tazze di caffè al giorno era associato a un rischio significativamente maggiore di ictus emorragico. In particolare, la caffeina può aumentare la pressione sanguigna e causare vasocostrizione, aumentando il rischio di rottura dei vasi sanguigni nel cervello .

2. Meccanismi biologici del caffè

I meccanismi attraverso cui il caffè può influenzare il rischio di ictus sono complessi e coinvolgono sia fattori protettivi che rischiosi:

  • Effetti benefici: Alcuni composti bioattivi nel caffè, come i polifenoli, possono avere effetti anti-infiammatori e migliorare la sensibilità insulinica, riducendo così il rischio di aterosclerosi, una delle principali cause di ictus ischemico.
  • Effetti negativi: Tuttavia, la caffeina aumenta la pressione sanguigna acuta, specialmente in individui sensibili, e può contribuire all’instabilità cardiovascolare. Il consumo eccessivo di caffeina può anche indurre aritmie cardiache, un fattore di rischio per ictus ischemico.

Bibite Gassate Zuccherate e Rischio di Ictus

Le bibite gassate zuccherate, incluse le bevande analcoliche e le bibite energetiche, sono state associate a numerosi problemi di salute, tra cui obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Il loro consumo è in costante aumento, soprattutto tra i giovani, sollevando preoccupazioni per gli effetti a lungo termine sulla salute.

1. Studi su bibite zuccherate e rischio di ictus

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato una chiara associazione tra il consumo di bevande zuccherate e un aumento del rischio di ictus.

  • Studio Nurses’ Health: Uno studio di coorte condotto su oltre 80.000 donne nell’ambito dello studio Nurses’ Health Study ha rilevato che il consumo di una o più bibite zuccherate al giorno era associato a un aumento del 16% del rischio di ictus ischemico . Questo effetto era indipendente da altri fattori di rischio come fumo, attività fisica e BMI.
  • Studi Europei: Una ricerca condotta nell’ambito del progetto EPIC ha mostrato che il consumo regolare di bibite zuccherate era associato a un aumento significativo del rischio di ictus, specialmente tra le persone con livelli elevati di glicemia a digiuno o diabete.

2. Meccanismi biologici delle bibite zuccherate

Le bevande zuccherate possono aumentare il rischio di ictus attraverso vari meccanismi:

  • Disfunzione endoteliale: L’alto contenuto di zucchero può causare stress ossidativo e infiammazione, compromettendo la funzione endoteliale dei vasi sanguigni. Questo porta a un aumento del rischio di formazione di placche aterosclerotiche, un importante fattore di rischio per l’ictus ischemico .
  • Resistenza all’insulina: Il consumo eccessivo di zuccheri porta all’insulino-resistenza e a un aumento del rischio di diabete, un noto fattore di rischio per l’ictus.
  • Aumento di peso e obesità: Le bibite zuccherate contribuiscono all’aumento di peso e all’obesità, che sono fattori di rischio per l’ictus. L’obesità centrale è particolarmente correlata a un aumento del rischio di ictus ischemico a causa dell’aumento della pressione sanguigna e della dislipidemia.

Thè e Riduzione del Rischio di Ictus

Il tè, sia verde che nero, è consumato regolarmente in molte parti del mondo e contiene composti bioattivi come i polifenoli, i flavonoidi e le catechine, noti per i loro effetti antiossidanti e anti-infiammatori. Numerosi studi hanno dimostrato che il consumo regolare di tè è associato a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, incluso l’ictus.

1. Evidenze scientifiche sul Thè e rischio di ictus

Studi su vasta scala suggeriscono che il tè può avere effetti protettivi contro l’ictus.

  • Meta-analisi del 2020: Una meta-analisi di studi di coorte che ha incluso oltre 500.000 individui ha mostrato che il consumo regolare di tè (almeno 3 tazze al giorno) era associato a una riduzione del 21% del rischio di ictus ischemico rispetto ai non consumatori . Gli effetti protettivi erano più pronunciati con il tè verde rispetto al tè nero, probabilmente a causa delle maggiori concentrazioni di catechine nel tè verde.
  • Studi su thè verde: Uno studio giapponese su oltre 80.000 persone ha rilevato che coloro che consumavano almeno 5 tazze di tè verde al giorno avevano un rischio significativamente inferiore di ictus rispetto a quelli che ne bevevano meno di una tazza al giorno .

2. Meccanismi biologici del Thè

I potenziali meccanismi attraverso cui il tè riduce il rischio di ictus includono:

  • Effetti antiossidanti e anti-infiammatori: I polifenoli presenti nel tè, in particolare le catechine, riducono lo stress ossidativo e l’infiammazione sistemica, due processi chiave nello sviluppo dell’aterosclerosi e delle malattie cardiovascolari.
  • Miglioramento della funzione endoteliale: Gli studi hanno dimostrato che il tè verde può migliorare la funzione endoteliale, contribuendo a una migliore salute vascolare e riducendo il rischio di formazione di placche.
  • Riduzione della pressione sanguigna: Il consumo regolare di tè è stato associato a una riduzione moderata della pressione sanguigna, un importante fattore di rischio per l’ictus.

Conclusioni

Le evidenze scientifiche suggeriscono chiaramente che il consumo regolare di caffè e bibite zuccherate può aumentare il rischio di ictus, specialmente quando consumati in quantità elevate. D’altra parte, il tè, in particolare il tè verde, sembra avere un effetto protettivo significativo contro l’ictus, probabilmente grazie alle sue proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie. Per ridurre il rischio di ictus, è consigliabile limitare il consumo di bibite zuccherate e caffè e considerare l’inclusione regolare del tè, soprattutto il tè verde, nella dieta. La promozione di scelte alimentari più sane e una maggiore consapevolezza sui potenziali rischi associati al consumo eccessivo di caffè e bevande zuccherate possono contribuire a ridurre l’incidenza di ictus a livello globale.

A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Larsson SC et al. (2011). “Coffee consumption and risk of stroke: a meta-analysis of prospective studies.” Journal of Stroke and Cerebrovascular Diseases, 20(2), 106-113.

Bernstein AM et al. (2012). “Soda consumption and the risk of stroke in men and women.” American Journal of Clinical Nutrition, 95(5), 1190-1199.

Arab L, Khan F. (2013). “Tea consumption and cardiovascular disease risk: a systematic review and meta-analysis of prospective studies.” European Journal of Clinical Nutrition, 67(3), 311-318.

Panagiotakos DB et al. (2009). “Tea consumption and the risk of cardiovascular disease: A meta-analysis.” American Journal of Epidemiology, 169(4), 373-383.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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