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Il cibo può essere considerato una medicina? Pro e contro e il caso del ricorso agli integratori

L’idea che “il cibo sia medicina” è radicata da millenni, a partire dal famoso aforisma di Ippocrate, “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”. Negli ultimi decenni, con l’aumento delle malattie legate allo stile di vita e alle abitudini alimentari, questa idea ha guadagnato rinnovata attenzione. Mentre molti riconoscono il potenziale del cibo di prevenire, gestire e persino trattare alcune malattie, ci sono anche limiti e rischi nell’affidarsi esclusivamente all’alimentazione come strumento terapeutico. In questo articolo esamineremo i pro e i contro del concetto secondo cui il cibo può essere considerato una medicina.

Pro: Il cibo come medicina

Numerosi studi dimostrano che una dieta equilibrata ricca di alimenti integrali può prevenire molte malattie croniche, tra cui il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro. Ad esempio, la dieta mediterranea, che include abbondanti porzioni di frutta, verdura, cereali integrali, pesce e grassi sani, è associata a un minor rischio di malattie croniche e a una maggiore longevità (Estruch et al., 2013). Molte malattie croniche, tra cui l’artrite, le malattie cardiache e il morbo di Alzheimer, sono collegate all’infiammazione cronica. Alimenti antinfiammatori, come frutti di bosco, pesce grasso (salmone, sardine), olio d’oliva e noci, possono contribuire a ridurre l’infiammazione (Calder et al., 2009). Alimenti ricchi di antiossidanti, fibre, vitamine e minerali possono ridurre l’infiammazione, migliorare la salute cardiovascolare e supportare la funzione immunitaria, contribuendo alla prevenzione di malattie degenerative.

Una dieta a basso indice glicemico e ricca di fibre può aiutare a controllare i livelli di zucchero nel sangue, riducendo la necessità di farmaci per i pazienti con diabete di tipo 2 (Ley et al., 2014). La dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), che enfatizza il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e prodotti caseari a basso contenuto di grassi, è stata dimostrata efficace nella riduzione della pressione arteriosa (Sacks et al., 2001). Una dieta ricca di micronutrienti, come la vitamina C, la vitamina D, lo zinco e gli antiossidanti, può rafforzare il sistema immunitario, proteggendo il corpo da infezioni e malattie. Per esempio, cibi come agrumi, verdure a foglia verde, e noci sono associati a un miglior funzionamento del sistema immunitario. A differenza dei farmaci, molti cibi terapeutici sono accessibili e sostenibili nel lungo termine. Una dieta a base di alimenti integrali non solo è economica rispetto ai farmaci e ai trattamenti medici, ma può anche essere mantenuta nel tempo come parte di uno stile di vita sano.

Contro: i limiti del cibo come medicina

Sebbene il cibo possa avere un ruolo significativo nella prevenzione e gestione delle malattie, non può sostituire i trattamenti farmacologici in condizioni gravi o acute. Malattie come il cancro, le infezioni gravi e le malattie autoimmuni richiedono spesso terapie mediche complesse che non possono essere gestite esclusivamente con la dieta, nonostante le migliori intenzioni e l’ottimizzazione di terapie farmacologiche esistenti o la scelta molto oculata di alimenti con nutrienti richiesti per trattare il disturbo da cui si è affetti. I cambiamenti nella dieta possono impiegare molto tempo a mostrare effetti tangibili. Le persone con malattie croniche potrebbero aver bisogno di un intervento più immediato e non possono aspettare mesi o anni per vedere miglioramenti significativi. Alcuni approcci alimentari tendono a promuovere singoli “supercibi” come cure miracolose per malattie complesse.

Ad esempio, sebbene i frutti di bosco siano ricchi di antiossidanti, mangiare solo frutti di bosco non sarà sufficiente a prevenire o curare malattie croniche. Una buona salute richiede un approccio globale alla dieta e allo stile di vita. Alcune diete alla moda, come quelle estremamente basse in carboidrati o ricche in grassi, possono promuovere carenze nutrizionali o problemi di salute a lungo termine se seguite senza una supervisione professionale. E poi, non esiste una dieta “adatta a tutti”. Le persone hanno esigenze nutrizionali diverse in base alla genetica, all’età, alle condizioni di salute e allo stile di vita. Quello che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Ad esempio, alcune persone possono beneficiare di una dieta vegetariana, mentre altre possono trovare che non soddisfi le loro esigenze nutrizionali.

L’integrazione alimentare: il razionale

Affidarsi esclusivamente al cibo come medicina potrebbe portare alcune persone a ignorare o ritardare trattamenti medici necessari. Questo può peggiorare le condizioni di salute, soprattutto quando si tratta di malattie gravi come il cancro o le malattie cardiovascolari avanzate. Molte delle affermazioni sul cibo come medicina provengono da studi osservazionali che possono mostrare correlazioni, ma non necessariamente causalità. Le prove riguardanti l’efficacia di determinati cibi nel trattamento delle malattie sono spesso incomplete o inconcludenti. Ecco perché esistono gli integratori, per i quali non c’è assoluta prescrizione di sostituzione a vere cure mediche o esclusivo ricorso. L’industria alimentare, dimostrandosi fuorviante, ha capitalizzato sull’idea del “cibo come medicina”, promuovendo integratori e alimenti funzionali come soluzioni rapide per migliorare la salute. Tuttavia, molti di questi prodotti non sono supportati da ricerche scientifiche solide e possono creare aspettative irrealistiche. L’approccio migliore resta integrare una dieta sana con trattamenti medici appropriati, adottando uno stile di vita che promuova la prevenzione delle malattie, ma senza trascurare la scienza medica e i consigli professionali.

Pubblicazioni scientifiche

Ley SH et al. (2014). The Lancet, 383(9933), 1999-2007.

Estruch R et al. (2013). New Engl J Med, 368(14), 1279-90.

Calder PC et al. (2009). Brit J Nutrition, 102(5), 627-635.

Sacks FM et al. (2001). New Engl J Medicine, 344(1), 3-10.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
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Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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