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La resistenza ai farmaci antifungini: una minaccia sottovalutata per la sanità globale

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L’importanza degli antifungini nella medicina moderna

Negli ultimi anni, la resistenza ai farmaci antimicrobici è emersa come una delle sfide più critiche per la salute pubblica globale. Mentre molta attenzione è stata rivolta alla resistenza batterica, gli esperti avvertono che la resistenza ai farmaci antifungini rappresenta una minaccia altrettanto grave, ma spesso trascurata. Le infezioni fungine, causate da microrganismi come lieviti e muffe, sono comunemente considerate meno pericolose delle infezioni batteriche, ma in realtà possono essere altrettanto letali, specialmente nei pazienti con sistemi immunitari compromessi. La crescente resistenza ai farmaci antifungini sta compromettendo la nostra capacità di trattare efficacemente le infezioni fungine e rischia di trasformare infezioni curabili in malattie intrattabili. Gli antifungini sono farmaci cruciali utilizzati per trattare una vasta gamma di infezioni fungine, che spaziano da lievi infezioni superficiali a gravi infezioni sistemiche che possono mettere a rischio la vita.

Le infezioni fungine invasive sono particolarmente preoccupanti nei pazienti con un sistema immunitario indebolito, come quelli affetti da HIV/AIDS, i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, e i trapiantati che assumono immunosoppressori. Le infezioni fungine invasive possono colpire organi vitali come i polmoni, il cervello e il cuore. Sono spesso associate a tassi di mortalità elevati, in parte a causa della difficoltà di diagnosi e della limitata disponibilità di opzioni terapeutiche efficaci. Le specie di Candida, Aspergillus e Cryptococcus sono responsabili di molte infezioni fungine invasive. Questo articolo esplorerà le cause e le conseguenze della resistenza antifungina, analizzerà i funghi resistenti emergenti, come Candida auris e Aspergillus fumigatus, e discuterà sulle misure urgenti necessarie per affrontare questa crisi.

La Resistenza antifungina: una crisi emergente

Gli antifungini svolgono un ruolo vitale nella gestione di queste infezioni. I principali gruppi di farmaci antifungini includono gli azoli (come il fluconazolo e l’itraconazolo), le echinocandine (come la caspofungina) e i macrocicli-polieni (come l’amfotericina B). Questi farmaci agiscono inibendo la crescita dei funghi o distruggendo le loro membrane cellulari. La resistenza ai farmaci antifungini sta diventando una preoccupazione crescente nella comunità medica. Proprio come per i batteri, l’uso eccessivo e inappropriato di farmaci antifungini ha selezionato ceppi fungini resistenti, che sono in grado di sopravvivere e proliferare nonostante il trattamento.

  1. Meccanismi di resistenza: I funghi possono sviluppare resistenza ai farmaci antifungini attraverso diversi meccanismi. Questi includono modificazioni genetiche che alterano i bersagli molecolari del farmaco, l’aumento dell’efflusso del farmaco dalle cellule fungine e la produzione di enzimi che degradano il farmaco. In alcuni casi, i funghi possono formare biofilm, strutture protettive che riducono l’efficacia degli antifungini.
  2. Candida auris: Un patogeno resistente emergente: Candida auris è un lievito altamente resistente che è emerso come una seria minaccia globale. Questo fungo è spesso multi-resistente, il che significa che può resistere a più classi di antifungini, rendendo estremamente difficile il trattamento. Inoltre, C. auris può persistere a lungo nell’ambiente ospedaliero, facilitando la sua diffusione tra i pazienti e causando gravi infezioni del flusso sanguigno e altre infezioni invasive con alti tassi di mortalità.
  3. Resistenza in Aspergillus fumigatus: Aspergillus fumigatus è un altro fungo comune che può causare infezioni polmonari gravi, soprattutto nei pazienti immunocompromessi. Negli ultimi anni, ceppi di A. fumigatus resistenti agli azoli sono diventati sempre più prevalenti. Questa resistenza è spesso legata all’uso eccessivo di fungicidi agricoli, che condividono meccanismi d’azione simili agli antifungini utilizzati nella medicina umana. Di conseguenza, i pazienti infettati da ceppi resistenti di Aspergillus hanno meno opzioni di trattamento e un rischio maggiore di esiti fatali.

Implicazioni per la salute pubblica

La resistenza antifungina ha implicazioni significative per la salute pubblica globale. Le infezioni fungine invasive causano centinaia di migliaia di decessi ogni anno, e la crescente prevalenza di ceppi resistenti sta aggravando la situazione. Se non affrontata, questa crisi potrebbe compromettere gravemente la nostra capacità di trattare le infezioni fungine e proteggere i pazienti vulnerabili. Le infezioni fungine resistenti agli antifungini sono associate a tassi di mortalità molto elevati. Ad esempio, la mortalità per Candida auris può raggiungere il 60%, mentre i pazienti infettati da Aspergillus resistente agli azoli hanno una probabilità significativamente ridotta di sopravvivenza rispetto a quelli infettati da ceppi sensibili.

Le infezioni fungine resistenti rappresentano una grave sfida per gli ospedali e altri ambienti sanitari, poiché richiedono spesso trattamenti prolungati e costosi, oltre a misure di controllo delle infezioni più rigorose. La diffusione di C. auris nelle strutture sanitarie ha portato a focolai difficili da contenere, con conseguente aumento dei costi sanitari e della morbilità. Con l’aumento della resistenza ai farmaci, inoltre, le opzioni terapeutiche efficaci stanno diventando sempre più limitate. L’amfotericina B, un potente antifungino, è spesso l’ultima risorsa per trattare le infezioni resistenti. Tuttavia, questo farmaco può avere gravi effetti collaterali, tra cui danni renali, il che rende il suo utilizzo limitato nei pazienti già debilitati.

Fattori che contribuiscono alla resistenza antifungina

Diverse cause contribuiscono all’emergere della resistenza antifungina, tra cui l’uso inappropriato di farmaci, l’impiego di fungicidi nell’agricoltura e la mancanza di nuovi antifungini sul mercato. L’uso non necessario o prolungato di antifungini nei pazienti ospedalizzati, nei trapiantati e nei malati oncologici ha favorito la selezione di ceppi resistenti. Spesso, gli antifungini vengono prescritti in modo preventivo in pazienti a rischio di infezioni, il che, sebbene necessario in molti casi, può portare a un aumento della resistenza se non utilizzati con attenzione.

Mentre sono stati sviluppati numerosi antibiotici negli ultimi decenni, lo sviluppo di nuovi antifungini è rimasto limitato. La mancanza di nuovi farmaci ha lasciato i medici con poche opzioni per trattare le infezioni resistenti, e la resistenza continua a svilupparsi contro i pochi antifungini disponibili. Gli antifungini della classe degli azoli sono utilizzati non solo nella medicina umana, ma anche come fungicidi in agricoltura. L’uso diffuso di questi prodotti ha selezionato ceppi di funghi resistenti che possono poi infettare gli esseri umani. Questo fenomeno è stato osservato con Aspergillus fumigatus, che può essere esposto agli azoli negli ambienti agricoli prima di infettare i pazienti.

Strategie per affrontare la resistenza antifungina

Per affrontare la crescente minaccia della resistenza antifungina, sono necessarie misure globali che includano la sorveglianza, lo sviluppo di nuovi farmaci, l’uso responsabile degli antifungini e l’implementazione di pratiche agricole sostenibili. È essenziale rafforzare i programmi di sorveglianza per monitorare la diffusione delle infezioni fungine resistenti e identificare rapidamente i focolai. La collaborazione tra istituti di ricerca, ospedali e agenzie sanitarie è fondamentale per raccogliere dati accurati e promuovere una risposta coordinata. I medici devono essere educati sull’uso appropriato degli antifungini per evitare prescrizioni eccessive o non necessarie. Inoltre, devono essere implementate linee guida più rigorose per l’uso degli antifungini in agricoltura per limitare la selezione di ceppi resistenti.

Come strategia di riserva, è urgente incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuove classi di antifungini che possano superare la resistenza. Le biotecnologie moderne, come la scoperta di molecole naturali antifungine e le tecnologie di editing genetico, offrono nuove opportunità per lo sviluppo di farmaci innovativi. Per affrontare questa crisi, è necessario un approccio integrato che includa una maggiore sorveglianza, lo sviluppo di nuovi farmaci, un uso più responsabile degli antifungini e una maggiore consapevolezza delle pratiche agricole sostenibili. Non ultimo punto, infatti, sarebbe utile ridurre l’uso di fungicidi a base di azoli in agricoltura e adottare pratiche agricole sostenibili è fondamentale per ridurre la pressione selettiva sui funghi e prevenire la diffusione di ceppi resistenti dagli ambienti agricoli agli esseri umani.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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