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L’effetto delle endorfine sulla pressione arteriosa: è possibile sfruttarle per prevenire l’ipertensione?

Le endorfine influenzano la pressione arteriosa sia in modo diretto, attraverso la modulazione della risposta simpatica e del tono vascolare, sia indirettamente, influenzando il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS).

Modalità diretta: modulazione del Sistema Nervoso Simpatico

Le endorfine, agendo sui recettori oppioidi μ (mu) nel sistema nervoso centrale e periferico, possono ridurre l’attività simpatica, il che si traduce in una vasodilatazione e, quindi, in una riduzione della pressione arteriosa. Le endorfine riducono il rilascio di noradrenalina dalle terminazioni simpatiche, limitando la vasocostrizione indotta dal sistema simpatico e diminuendo la resistenza vascolare periferica. Questo effetto favorisce un abbassamento della pressione arteriosa. In condizioni di stress o dolore, le endorfine agiscono come agenti modulanti, riducendo l’aumento della pressione arteriosa tipicamente associato a questi stati. La modulazione del sistema simpatico da parte delle endorfine è particolarmente importante per limitare i picchi ipertensivi in risposta a eventi acuti.

2. Vasodilatazione Indotta da recettori oppioidi

La β-endorfina induce vasodilatazione attraverso l’attivazione dei recettori oppioidi presenti sull’endotelio vascolare, che stimola il rilascio di ossido nitrico (*NO), una sostanza endoteliale con potente azione vasodilatatoria. La stimolazione dei recettori oppioidi sulle cellule endoteliali da parte delle endorfine porta al rilascio di NO, che rilassa la muscolatura liscia vascolare e abbassa la pressione arteriosa. Questo effetto di rilascio di NO e vasodilatazione contribuisce a un’azione ipotensiva delle endorfine, bilanciando la pressione arteriosa e riducendo il rischio di danno vascolare indotto da un aumento persistente della pressione.

Trasduzione del segnale mediata dai recettori

I recettori μ appartengono alla famiglia dei recettori accoppiati alle proteine G (GPCR), in particolare alla proteina Gi/o, che inibisce l’adenilato ciclasi e riduce i livelli intracellulari di cAMP (adenosina monofosfato ciclico). Questo meccanismo è fondamentale per l’attivazione delle vie di segnalazione che portano all’effetto ipotensivo. Quando le endorfine si legano ai recettori μ, attivano la proteina Gi/o, che inibisce l’adenilato ciclasi, riducendo la sintesi di cAMP. La diminuzione del cAMP intracellulare porta a ridotta attivazione della protein chinasi A (PKA), che normalmente stimolerebbe la fosforilazione di proteine bersaglio che promuovono la contrazione muscolare e la vasocostrizione. Inibendo la PKA, si riduce la risposta vasocostrittiva.

L’attivazione dei recettori μ porta anche all’apertura di canali del potassio (in particolare i canali GIRK accoppiati a proteine G) e alla chiusura dei canali del calcio di tipo N e L. L’apertura dei canali del potassio provoca l’uscita di K+ dalle cellule, causando iperpolarizzazione della membrana delle cellule muscolari lisce e neuronali, che riduce l’eccitabilità neuronale. Ciò comporta una riduzione del rilascio di neurotrasmettitori eccitatori, come la noradrenalina, con effetto rilassante sui vasi sanguigni e diminuzione della pressione. La chiusura dei canali del calcio riduce l’afflusso di Ca2+ nelle cellule, limitando la contrazione della muscolatura liscia vascolare. L’effetto netto è una riduzione della vasocostrizione e, quindi, una diminuzione della pressione arteriosa.

MOdalità indiretta: effetti sul sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone (RAAS)

Il RAAS è un sistema ormonale fondamentale per il controllo della pressione arteriosa e dell’equilibrio dei liquidi corporei. Le endorfine esercitano un’influenza indiretta sul RAAS, modulando sia la produzione di renina che la secrezione di aldosterone e angiotensina II, attraverso vari meccanismi. Per cominciare, le endorfine influenzano la secrezione di renina, l’enzima chiave nel RAAS, regolando così i livelli di angiotensina II e aldosterone. Le endorfine inibiscono il rilascio di renina dalle cellule iuxtaglomerulari del rene, riducendo così la conversione dell’angiotensinogeno in angiotensina I e, successivamente, in angiotensina II. Poiché l’angiotensina II è un potente vasocostrittore, la sua riduzione diminuisce la resistenza vascolare periferica e, di conseguenza, la pressione arteriosa.

L’aldosterone è un ormone che regola il bilancio sodio-potassio e la pressione arteriosa aumentando la ritenzione di sodio nei reni. Le endorfine possono modulare la secrezione di aldosterone attraverso la regolazione indiretta dei livelli di angiotensina II e l’interazione con il sistema simpatico. La modulazione del RAAS da parte delle endorfine si traduce in una riduzione dei livelli di aldosterone, il che comporta una diminuzione della ritenzione di sodio e acqua, abbassando così il volume plasmatico e la pressione arteriosa. La regolazione della secrezione di aldosterone da parte delle endorfine favorisce il mantenimento di un corretto bilancio elettrolitico, riducendo il rischio di ipertensione legata all’eccesso di sodio e alla ritenzione idrica.

Effetti fisiologici delle endorfine sul sistema cardiovascolare

Gli effetti delle endorfine sul RAAS e sulla pressione arteriosa sono stati osservati in varie condizioni fisiologiche e cliniche. Durante l’attività fisica intensa, l’aumento delle endorfine contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e a migliorare la tolleranza allo sforzo, modulando l’attività del RAAS e riducendo la secrezione di renina. In situazioni di stress, il rilascio di endorfine aiuta a limitare l’iperattività del sistema simpatico e del RAAS, contribuendo a mantenere un equilibrio pressorio e a prevenire i picchi ipertensivi. In caso di scompenso cardiaco l’aumento delle endorfine è quanto mai auspicabile, per favorire il carico pressorio sul cuore e la produzione di ossido nitrico, che regolarizza anche la contrattilità delle cellule miocardiche.

Implicazioni cliniche e terapeutiche

L’azione delle endorfine sulla pressione arteriosa e sul RAAS offre una base per strategie terapeutiche che utilizzano metodi per stimolare la produzione di endorfine, come tecniche di rilassamento, biofeedback, training autogeno, esercizio fisico, yoga e meditazione, che stimolano il rilascio di endorfine, possono aiutare a gestire la pressione arteriosa in pazienti ipertesi. Anche se meno comune, la ricerca sul potenziale utilizzo di agonisti dei recettori oppioidi per modulare la pressione arteriosa è un campo in fase di sviluppo, con l’obiettivo di limitare l’ipertensione e regolare il RAAS in modo sicuro. Dedicarsi al proprio hobby o ascoltare la musica preferita, mangiare cacao, odorare intensamente olii essenziali e fare sesso regolare col proprio partner possono essere delle modalità naturali per fare produrre endorfine dal proprio cervello. Di riflesso, queste abbasseranno la pressione arteriosa fungendo (nel tempo) da preventivi naturali contro la comparsa di ipertensione.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD,s pecialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Stefano GB, Kream RM. (2015). Frontiers Physiol, 6, 65.

Tai XY et al. (2014). J Physiol Pharmacol, 65(2), 225-234.

Kaye JM et al. (2000). J Clin Endocr Metab, 85(12), 4356.

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Golub MS, Milner TA. (1997). Hypertension, 29(4), 928.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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