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Coliche biliari: un problema che si può ben gestire sia a tavola che con i presidi giusti

Quadro generale

Le coliche biliari sono episodi di dolore acuto e improvviso causati dalla contrazione della colecisti o dalle vie biliari in risposta a un’ostruzione temporanea, solitamente provocata da calcoli biliari (colelitiasi) che bloccano il dotto cistico o il dotto biliare comune. La colica biliare è principalmente associata alla presenza di calcoli nella colecisti, che si formano per precipitazione di componenti della bile, come colesterolo, bilirubina e sali di calcio. I fattori di rischio includono:

  • Aumento del contenuto di colesterolo nella bile: questo porta a una bile sovrasaturata, favorendo la formazione di cristalli di colesterolo.
  • Ridotta motilità della colecisti: la bile rimane stagnante più a lungo, permettendo ai cristalli di crescere e formare calcoli.
  • Alterata composizione biliare: una carenza di fosfolipidi e sali biliari può contribuire alla formazione di calcoli.

Quando un calcolo ostruisce temporaneamente il dotto biliare, la colecisti si contrae per spingere la bile, provocando dolore intenso localizzato nella parte superiore destra dell’addome, che può irradiarsi alla spalla e sotto la scapola destre. Nei soggetti più sensibili possono comparire anche cefalea, stanchezza e nausea. Questa è causata dal rilascio improvviso della bile dentro lo stomaco vuoto; data la sua natura acida, la bile irrita la mucosa gastrica causando nausea e bruciore. Un espediente semplice per attenuare questo fenomeno è neutralizzare l’acidità con mezzo cucchiaino di bicarbonato o un cucchiaino di citrato di magnesio in mezzo bicchiere d’acqua. Il sollievo spesso può risultare quasi istantaneo. C’è l’usanza popolare che mangiare del pane allevi la colica ed il bruciore di stomaco perché assorbe la componente acida, ma non c’è sempre riscontro.

Il ruolo dei neurotrasmettitori

La regolazione della motilità della colecisti e delle vie biliari coinvolge diversi neurotrasmettitori e meccanismi nervosi. Primo fra tutti il sistema nervoso autonomo: il sistema nervoso simpatico e parasimpatico regolano la motilità della colecisti. Acetilcolina (rilasciata dal parasimpatico) e neuropeptidi come il peptide vasoattivo intestinale (VIP) e la serotonina (5-HT) possono modulare la funzione biliare. La serotonina, in particolare, ha un ruolo nella percezione del dolore e nella regolazione della motilità intestinale. La stimolazione del nervo vago induce il rilascio di CCK, che aumenta la contrazione della colecisti. Nei soggetti asmatici con ipertono vagale, l’innesco di una colica biliare può anche scatenare un attacco d’asma non apparentemente giustificato.

Ruolo dell’alimentazione

L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nello scatenamento delle coliche biliari. Alimenti come burro, mascarpone, margarina, ricotta e fritture sono i maggiori responsabili; in alcuni soggetti può comparire anche dopo il consumo di quantità di latte intero uguali o superiori al mezzo litro. Diete ipercaloriche e obesità fanno la loro parte poiché sono associate a un aumento della saturazione di colesterolo nella bile. Le diete povere di fibre, infine, possono contribuire a una ridotta motilità intestinale e della colecisti. Il grasso che tocca la parete dello stomaco, di riflesso neurogeno stimola la contrazione della colecisti attraverso la secrezione di colecistochinina (CCK). Nei soggetti con calcoli, questa stimolazione può provocare coliche.

A livello alimentare, una dieta che non abusi di alimenti incriminati come quelli citati sopra o più ricca di fibre (frutta e verdura soprattutto) e fosfolipidi naturali può aiutare in vari modi. Alimenti come soia, crusca di frumento o di avena, olio di germe di grano, avocado, mandorle e nocciole sono molto ricchi di fosfolipidi; e considerando le loro proprietà nutrizionali dovrebbero fare sempre parte di una dieta bilanciata, al di fuori della possibilità che prevengano i calcoli biliari. Anche assumere periodicamente integratori a base di lecitina di soia può aiutare. Parimenti, usare integratori a base di cardo mariano, curcuma, tarassaco e carciofo può permettere il corretto drenaggio della bile dal fegato evitando ristagni che possono appesantire l’organo in caso di colica.

Opzioni farmacologiche per la gestione

La gestione delle coliche biliari si basa su trattamenti sintomatici e, a lungo termine, sulla prevenzione delle recidive anche se, senza dubbio, la prevenzione attraverso la disciplina alimentare possono fare la parte del leone. Le opzioni includono:

Antispastici: farmaci come la butil-scopolamina (Buscopan) vengono utilizzati per ridurre gli spasmi muscolari e alleviare il dolore. Anche la floroglucina (Spasmex) può risultare di beneficio, ma non si tratta di antispastici specifici per le vie biliari. Un’opzione più specifica e che può prevenire le recidive è l’imecromone (Cantabilin). Questa molecola è di origine semi-naturale, parente stretta dei flavonoidi come apigenina e lueteolina, ma esercita un effetto antispastico preferenziale nelle vie biliari.

Analgesici: i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) come il diclofenac ed il ketoprofene sono comunemente usati per il controllo del dolore. Ma non sono assolutamente specifici per il controllo della colica. Possono avere un relativo beneficio solo se si è sofferenti in modo cronico, per giustificare la comparsa di infiammazione.

Terapia con acidi biliari. Esistono in commercio preparazioni a base di acido ursodesossicolico (Deursil) e tauro-ursodesosicolico (Tudcabil) dedicate al problema: in alcuni casi, l’uso di questi acidi biliari può aiutare a sciogliere i calcoli di colesterolo o quantomeno ridurne le dimensioni. Quando il problema si fa invalidante per la qualità della vita, la colecistectomia (rimozione dell’organo) è il trattamento definitivo per prevenire recidive.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Mok KT, Tan PH. (2008). World J Gastroenterol, 14(10), 1559.

Portincasa, P et al. (2006). Lancet, 368(9531), 230-239.

Shaffer EA. (2005). Best Pract Res Clin Gastroenterol, 20(6), 981.

Roehrborn CG, McConnell JD. (2005). Urology, 66(5), 3-11.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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