giovedì, Novembre 7, 2024

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Olio di cannabis: quello che c’è da sapere fino al potenziale terapeutico e ai risvolti sociali

Introduzione

L’olio di cannabis è una sostanza altamente concentrata ottenuta dalla resina della pianta di cannabis (Cannabis sativa o Cannabis indica). Conosciuto anche come “hash oil”, è considerato uno degli estratti di cannabis più potenti in termini di concentrazione di cannabinoidi, in particolare il tetraidrocannabinolo (THC), il principale componente psicoattivo. L’olio di cannabis viene solitamente consumato per i suoi effetti psicoattivi e terapeutici, e può essere utilizzato in vari modi, inclusa l’inalazione, l’ingestione o l’applicazione topica. A causa dell’alta concentrazione di THC, l’olio è noto per i suoi potenti effetti sul sistema nervoso centrale, ma è anche apprezzato per le sue proprietà medicinali, soprattutto nel trattamento del dolore cronico, dell’ansia e di altre condizioni mediche. Tuttavia, l’uso ricreativo di olio di cannabis comporta una serie di rischi, inclusi effetti negativi sulla salute mentale e il potenziale di dipendenza. Questo articolo esplorerà la composizione chimica dell’olio di cannabis, i meccanismi d’azione, gli effetti psicologici e il suo potenziale terapeutico. Inoltre, discuteremo dei rischi associati all’uso ricreativo e delle implicazioni legali e sociali legate alla sua regolamentazione.

Composizione chimica

L’olio di cannabis è un estratto concentrato che contiene un’alta percentuale di cannabinoidi, terpeni e altre sostanze chimiche presenti nella resina della pianta di cannabis. Il processo di estrazione solitamente implica l’uso di solventi come etanolo, butano o CO₂ per isolare e concentrare i cannabinoidi dalla materia vegetale.

THC (tetraidrocannabinolo): Il THC è il principale composto psicoattivo presente nell’olio di hashish, con concentrazioni che possono variare dal 40% fino al 90%, a seconda del metodo di estrazione. Questa elevata concentrazione di THC rende l’olio di hashish molto più potente rispetto alla marijuana o all’hashish tradizionale.

CBD (cannabidiolo): Anche se l’olio di cannabis è ricco di THC, può contenere quantità variabili di CBD, un cannabinoide non psicoattivo che ha proprietà antinfiammatorie, anticonvulsivanti e ansiolitiche. Il CBD può modulare gli effetti del THC, riducendo potenzialmente alcuni degli effetti collaterali indesiderati, come ansia e paranoia.

Terpeni: L’olio di hashish conserva molti dei terpeni presenti nella pianta di cannabis, che conferiscono all’olio il suo caratteristico aroma e sapore. I terpeni come il mircene, il limonene e il pinene possono influenzare gli effetti psicotropi dell’olio attraverso l'”effetto entourage”, che si riferisce all’interazione sinergica tra cannabinoidi e terpeni.

Flavonoidi: L’olio contiene anche flavonoidi, composti antiossidanti che possono avere effetti benefici sulla salute. Questi composti contribuiscono al profilo farmacologico della cannabis e possono avere proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive.

Meccanismi d’azione

L’olio di cannabis agisce principalmente interagendo con il sistema endocannabinoide del corpo umano, un complesso sistema di segnalazione che regola vari processi fisiologici, tra cui l’umore, l’appetito, il dolore e la risposta allo stress. I due recettori principali del sistema endocannabinoide sono i recettori CB1 e CB2, entrambi coinvolti nell’azione dei cannabinoidi.

Recettori CB1. Il THC, presente in alte concentrazioni nell’olio di hashish, si lega principalmente ai recettori CB1, che si trovano nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Questa interazione provoca un’alterazione del rilascio di neurotrasmettitori come dopamina, serotonina e glutammato, portando a effetti psicoattivi come euforia, rilassamento e alterazioni della percezione sensoriale.

Recettori CB2. I recettori CB2 sono localizzati principalmente nel sistema immunitario e nei tessuti periferici. L’interazione del THC e del CBD con questi recettori ha effetti antinfiammatori e immunomodulatori, che possono essere utili nel trattamento di malattie infiammatorie e autoimmuni.

Modulazione della neurotrasmissione: Oltre a interagire con i recettori CB1 e CB2, il THC influenza i sistemi di neurotrasmissione della dopamina e della serotonina, che regolano l’umore e la sensazione di ricompensa. Questo spiega gli effetti euforici e di miglioramento dell’umore associati all’uso di olio di cannabis.

Effetto entourage: L’interazione tra i cannabinoidi e i terpeni nell’olio di hashish può amplificare o modulare gli effetti terapeutici e psicoattivi della sostanza. Ad esempio, i terpeni come il mircene possono potenziare l’effetto sedativo del THC, mentre il limonene può contribuire a un effetto più energizzante.

Effetti psicologici

L’olio di hashish produce una serie di effetti psicologici che possono variare a seconda della dose, della modalità di assunzione e della sensibilità individuale. L’olio di cannabis è noto per indurre una potente sensazione di euforia, dovuta all’interazione del THC con i recettori della dopamina nel cervello. Questo effetto di benessere può durare diverse ore, a seconda della dose e della modalità di assunzione. Uno degli effetti distintivi dell’olio di hashish è l’intensificazione delle percezioni sensoriali. Gli utilizzatori spesso riportano di percepire colori più vividi, suoni amplificati e una maggiore sensibilità al tatto. Questi cambiamenti nella percezione possono essere piacevoli, ma in alcuni casi possono portare a disorientamento o ansia.

Come con altri prodotti a base di cannabis, il THC nell’olio di hashish può compromettere la memoria a breve termine, rendendo difficile ricordare eventi recenti o concentrarsi su attività complesse. Sebbene l’olio di hashish possa indurre rilassamento e sollievo dall’ansia in alcuni individui, in altri può provocare effetti opposti, come ansia intensa o paranoia, soprattutto a dosi elevate. Questi effetti sono più comuni negli utilizzatori inesperti o in quelli predisposti a disturbi d’ansia. Il THC può alterare la percezione del tempo, facendo sì che gli utilizzatori abbiano la sensazione che il tempo scorra più lentamente. Anche la percezione dello spazio può essere distorta, con oggetti che appaiono più grandi o più piccoli del normale.

Potenziale terapeutico

Nonostante i rischi associati all’uso ricreativo, l’olio di hashish ha dimostrato un potenziale terapeutico significativo per una serie di condizioni mediche, grazie alle proprietà analgesiche, antinfiammatorie e neuroprotettive dei cannabinoidi.

Trattamento del dolore cronico: L’olio di cannabis è stato utilizzato con successo nel trattamento del dolore cronico in pazienti con condizioni come la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide e il cancro. I cannabinoidi agiscono modulando i segnali del dolore nel sistema nervoso centrale e riducendo l’infiammazione.

Trattamento dell’epilessia: Il CBD presente nell’olio di hashish ha dimostrato di essere efficace nel ridurre le crisi epilettiche in pazienti con epilessia resistente ai farmaci, come la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennox-Gastaut. Il CBD è ora ampiamente utilizzato come trattamento complementare per i disturbi convulsivi.

Ansia e dei disturbi dell’umore: Il CBD ha proprietà ansiolitiche che lo rendono utile nel trattamento dell’ansia e dei disturbi dell’umore. Tuttavia, il THC può peggiorare i sintomi di ansia in alcuni individui, quindi è importante bilanciare attentamente i due cannabinoidi nei preparati terapeutici.

Effetti antinfiammatori: L’olio di cannabis ha dimostrato effetti antinfiammatori significativi, il che lo rende utile nel trattamento di malattie infiammatorie croniche come la malattia di Crohn, la colite ulcerosa e la sclerosi multipla.

Oncologia palliativa: L’olio di hashish è stato utilizzato per alleviare i sintomi legati al cancro e ai trattamenti chemioterapici, come nausea, vomito e perdita di appetito. Inoltre, i cannabinoidi possono migliorare la qualità della vita nei pazienti oncologici, alleviando il dolore e migliorando il sonno.

Rischi e conseguenze dell’abuso

Nonostante i potenziali benefici terapeutici, l’uso ricreativo e non controllato di olio di hashish comporta una serie di rischi e conseguenze negative, in particolare quando viene usato in dosi elevate o per lunghi periodi. Anche se la dipendenza fisica dalla cannabis è meno comune rispetto ad altre sostanze come oppioidi o alcol, l’uso regolare di olio di hashish può portare a dipendenza psicologica. Gli utilizzatori possono sviluppare tolleranza, il che significa che sono necessarie dosi sempre maggiori per ottenere gli stessi effetti, aumentando il rischio di abuso. L’uso cronico di olio di hashish, soprattutto ad alte concentrazioni di THC, è stato associato a un aumento del rischio di sviluppare disturbi mentali come ansia, depressione e psicosi.

Le persone con una predisposizione genetica a condizioni psicotiche, come la schizofrenia, sono particolarmente vulnerabili. L’uso a lungo termine di olio di hashish può influire negativamente sulla memoria, sull’attenzione e sulle capacità cognitive generali. Questi effetti possono essere più pronunciati negli adolescenti e nei giovani adulti, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo. Sebbene l’inalazione dell’olio di cannabis attraverso vaporizzatori sia considerata più sicura rispetto al fumo, può comunque causare irritazione polmonare e aumentare il rischio di problemi respiratori, soprattutto se utilizzato frequentemente. L’uso dell’olio può compromettere le funzioni psicomotorie e il giudizio, aumentando il rischio di comportamenti rischiosi come la guida sotto l’influenza o l’abuso di altre droghe.

Discussione e prospettive

Sebbene abbia un significativo potenziale terapeutico nel trattamento di condizioni come il dolore cronico, l’epilessia e l’infiammazione, l’uso ricreativo non controllato dell’olio di cannabis comporta rischi significativi per la salute mentale e fisica. Con l’aumento della disponibilità legale di olio di hashish, è essenziale promuovere un uso responsabile e regolamentato, supportato da una solida ricerca scientifica e da politiche di prevenzione e riduzione del danno. La legalizzazione dell’olio di hashish ha generato entrate fiscali significative in molti paesi, oltre a creare posti di lavoro nel settore della cannabis. Tuttavia, è importante bilanciare i benefici economici con i costi sociali e sanitari associati all’abuso di sostanze. È essenziale educare il pubblico sui potenziali rischi associati all’uso di olio di hashish, in particolare per i giovani e le persone con condizioni di salute mentale preesistenti. La prevenzione dell’abuso e la promozione di un uso responsabile sono fondamentali per ridurre i danni associati all’uso ricreativo.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Volkow ND et al. (2017). Ann Rev Pharmacol Toxicol, 57, 285.

Grotenhermen F et al. (2016). Crit Rev Plant Sci. 35(5-6), 378.

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Russo EB. (2011). British J Pharmacology, 163(7), 1344-1364.

Pertwee RG. (2008). British J Pharmacology, 153(2), 199-215.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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