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Invecchiamento dei vasi sanguigni cerebrali come radice dei problemi al cervello legati all’età

Introduzione

Il cervello umano è un organo complesso e dinamico, la cui salute è strettamente legata alla funzionalità del sistema vascolare. Purtroppo con l’età le arterie vanno incontro ad un progressivo fisiologico indurimento delle loro pareti (arterio-sclerosi) dovuto ai processi di variazione del collagene vascolare e la deposizione di cristalli di sali di calcio. Quando questo viene esacerbato da problemi di salute come ipertensione arteriosa (soprattutto non curata o malgestita), fumo di sigaretta e dieta ipercalorica che eccede con l’introito di trigliceridi e colesterolo, questo indurimento vascolare può essere accelerato. I difetti di circolazione sanguigna cerebrale sono molto comuni oggi e cominciano solitamente con difetti nel ricordare cose ed eventi anche molto recenti (difficoltà mnemoniche). Questo perché, oltre alla corteccia cerebrale, una zona che è molto vulnerabile ai difetti circolatori è l’ippocampo, la regione cerebrale dove si formano le memorie.

Indagini della ricerca

Recenti studi condotti sui topi hanno fornito nuove evidenze su come l’invecchiamento dei vasi sanguigni cerebrali possa influenzare il benessere cerebrale, aprendo la strada a potenziali sviluppi terapeutici per malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e altre forme di demenza. Gli scienziati hanno utilizzato modelli murini per esaminare le modifiche strutturali e funzionali che si verificano nei vasi sanguigni cerebrali con l’avanzare dell’età. Le tecniche impiegate includono il neuroimaging ad alta risoluzione per visualizzare i vasi sanguigni in vivo, insieme ad analisi biochimiche per valutare i livelli di infiammazione e stress ossidativo nei tessuti cerebrali. I risultati degli studi hanno dimostrato che i vasi sanguigni nel cervello dei topi anziani mostrano segni significativi di irrigidimento e ispessimento delle pareti (arteriosclerosi).

Questi cambiamenti strutturali sono accompagnati da una riduzione della capacità di trasporto di ossigeno e nutrienti, elementi essenziali per il corretto funzionamento delle cellule cerebrali. Inoltre, è stato osservato un aumento dei marker di infiammazione e stress ossidativo nei vasi sanguigni invecchiati. Questi fattori contribuiscono a creare un ambiente pro-infiammatorio che può accelerare il danno neuronale e compromettere le funzioni cognitive. Lo stress ossidativo è un potente lesivo delle funzioni cellulari: inizialmente danneggia i mitocondri rallentando la produzione di energia. Ma questo processo, nel tempo si trasforma in una ulteriore produzione di radicali liberi che sostengono il processo “come un cane che si morde la coda”.

Considerazioni pratiche

L’invecchiamento del sistema vascolare cerebrale rappresenta un elemento cruciale nella comprensione del declino cognitivo associato all’età. La ridotta elasticità dei vasi sanguigni e l’aumentata permeabilità possono portare a una disfunzione della barriera emato-encefalica, facilitando l’ingresso di sostanze dannose nel cervello derivate anche da prodotti di scarto del microbiota intestinale (soprattutto scorie azotate). Queste alterazioni non solo compromettono la fornitura di nutrienti essenziali, ma possono anche innescare processi neuroinfiammatori che aggravano il danno cerebrale. Per cui una dieta bilanciata, ricca di fibre vegetali, frutta e verdura fresche, acidi grassi polinsaturi e oligoelementi antiossidanti (zinco, rame, selenio) è fondamentale per due ragioni: a) per favorire una buona regolarità intestinale, può evitare di danneggiare la circolazione cerebrale preservando l’effetto barriera (dalla mucosa intestinale e dalla barriera emato-encefalica); b) aiutare i mitocondri cellulari a contrastare lo stress ossidativo che sta a lla base delle disfunzioni legate all’età. Quindi la prevenzione ha la priorità: forte tabagismo, eccesso di calorie e sale a tavola, diabete mellito poco curato e lo stress cronico sono tra i fattori voluttuari da gestire al meglio (per evitare che lavorino assieme), per causare un danno maggiore di quanto fatto preso ognuno singolarmente. Le scoperte derivanti da questa ricerca sottolineano l’importanza di un approccio integrato nella gestione dell’invecchiamento cerebrale, che consideri la salute dei vasi sanguigni come un obiettivo prioritario.

  • a cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Stolp HB, Solito E. Int J Geriatr Psych. 2024; 39(4):e6090.

limie RE et al. Eur J Prev Cardiol. 2023; 30(11):1101-1117.

Iadecola C, Smith EE et al. Stroke. 2023; 54(6):e251-e271.

Owens CD et al. Am J Physiol Heart Circ Physiol. 2022; 322(6):H924-H935.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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