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L’estratto di fungo champignon bianco può essere usato in modo sicuro nelle terapia dei tumori e delle loro recidive?

Il carcinoma prostatico rappresenta una delle neoplasie più comuni tra gli uomini a livello globale, con un’incidenza in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione e di una maggiore capacità diagnostica. Tra le strategie emergenti per il trattamento e la gestione di questa patologia, l’attenzione si è recentemente focalizzata sugli estratti naturali, in particolare sull’estratto di fungo champignon bianco (Agaricus bisporus), comunemente noto come fungo prataiolo. Studi preliminari hanno suggerito che tale estratto potrebbe esercitare effetti benefici nel rallentare la progressione del cancro alla prostata, grazie alla sua azione modulante sul sistema immunitario e sulla biologia tumorale. I meccanismi proposti includono la riduzione dei livelli di antigene prostatico specifico (PSA), un biomarker chiave per il monitoraggio della malattia, e l’inibizione dell’attività delle cellule mieloidi soppressorie (MDSCs), note per ostacolare la risposta immunitaria antitumorale.

I dati più significativi emergono da uno studio clinico di fase I condotto dal City of Hope, un importante centro di ricerca oncologica statunitense. Il fungo champignon contiene numerosi composti bioattivi, tra cui polisaccaridi, lectine e polifenoli, noti per le loro proprietà antiossidanti, immunomodulanti e potenzialmente antitumorali. I ricercatori hanno somministrato compresse di estratto di fungo champignon bianco a pazienti con carcinoma prostatico avanzato, osservando una diminuzione dei livelli di PSA in circa il 36% dei partecipanti dopo tre mesi di trattamento. Questo risultato, ottenuto senza effetti collaterali significativi, suggerisce che l’estratto potrebbe influire positivamente sulla progressione del tumore. Parallelamente, modelli sperimentali su animali hanno evidenziato che il trattamento con l’estratto rallenta significativamente la crescita tumorale e potenzia l’attività delle cellule T e natural killer (NK), cruciali per la risposta immunitaria contro il tumore.

Fra parentesi, il prataiolo contiene anche un acido linoleico coniugato (CLA, Z911E) che interferisce col signaling cellulare del recettore degli androgeni (AR-alfa). L’interesse verso l’impiego di sostanze naturali è amplificato dalla necessità di trovare terapie complementari che possano essere integrate ai trattamenti convenzionali, come la chirurgia, la radioterapia e l’ormonoterapia.In particolare, sarà necessario valutare il potenziale ruolo dell’estratto nel ridurre la recidiva tumorale, una delle principali sfide nella gestione a lungo termine della malattia. Lo stesso vale per altri studi condotti su altri tipi di tumore. Un team dell’Università di Paranà in Brasile ha visto che il beta-1,6-glucano lineare (BGD16) di questo fungo è in grado di inibire la crescita delle cellule di carcinoma mammario estrogeno-dipendenti. Il composto arresta le cellule nella fase G1 del ciclo cellulare senza condurle a morte programmata (apoptosi), ma piuttosto a morte mista (necroptosi).

Infine un gruppo di ricercatori dell’Universita di Heifei in Cina ha visto che un beta-glucano a tripla elica isolato dall’Agaricus bisporus ha pure attività contro il cancro del colon, un altro tumore diffuso e che sta costituendo un onere oncologico sempre crescente nonostante le campagne di screening preventivo. La sostanza, chiamata WAAP-2, induce morte apoptotica nelle cellule HT-29 di carcinoma cel colon in vitro regolando positivamente l’espressione delle proteine ​​Caspasi-3 e Bax e riducendo al contempo l’espressione della proteina protettiva Bcl-2. Inoltre, WAAP-2 potrebbe inibire la migrazione e l’invasione delle cellule del cancro colorettale inducendo l’espressione di E-caderina e inibendo l’espressione della proteina vimentina dello scheletro cellulare. Questo apre la possibilità di usare gli estratti polisaccaridici del fungo prataiolo (che sono atossici) in modo sicuro per il trattamento di questi tumori e delle loro recidive.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Dong K et al. Int J Biol Macromol. 2024 Nov; 281(Pt 4):136521.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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