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Gli ormoni tiroidei e la salute dei capelli: effetti per carenza, per eccesso e per autoimmunità

Biologia degli ormoni tiroidei e gli effetti sugli annessi

Gli ormoni tiroidei, la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3), giocano un ruolo cruciale nel mantenimento della salute generale del corpo, inclusi tessuti come le unghie e i capelli. Questi ormoni regolano numerosi processi metabolici, influenzando la crescita cellulare, il metabolismo e la rigenerazione dei tessuti. Alterazioni nella produzione di questi ormoni possono avere effetti significativi su unghie e capelli, che sono tessuti in rapida crescita e altamente sensibili ai cambiamenti metabolici. La carenza di iodio, essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei, può aggravare i problemi legati alla salute di unghie e capelli, sottolineando l’importanza di un apporto adeguato di questo elemento nella dieta. Inoltre, i cambiamenti nelle concentrazioni degli ormoni tiroidei possono essere modulati da altri fattori, come lo stress, l’alimentazione e condizioni autoimmuni.

Fra queste, le maggiori sono la tiroidite di Hashimoto o il morbo di Graves, che frequentemente accompagnano alterazioni estetiche evidenti in unghie e capelli. L’ipotiroidismo (la produzione insufficiente di ormoni tiroidei) è spesso associato a capelli secchi, fragili e inclini alla caduta. Questo è dovuto alla riduzione della velocità del metabolismo e del turnover cellulare nei follicoli piliferi, che porta a un prolungamento della fase telogen (riposo) del ciclo di crescita del capello. Anche le unghie possono essere colpite: tendono a diventare fragili, con una crescita rallentata, e possono presentare linee trasversali (linee di Beau). Un segno comune dell’ipotiroidismo avanzato è la perdita dei peli laterali delle sopracciglia, nota come segno di Hertoghe.

Al contrario, l’ipertiroidismo, dovuto a una produzione eccessiva di ormoni tiroidei, può accelerare il metabolismo e aumentare il turnover cellulare, con conseguenti effetti deleteri su capelli e unghie. Nei capelli, ciò si traduce spesso in un aumento della caduta (telogen effluvium) a causa della rapida transizione dalla fase di crescita (anagen) alla fase di riposo (telogen). Le unghie, invece, possono diventare sottili e fragili, con una tendenza a sfaldarsi. Una manifestazione caratteristica dell’ipertiroidismo è l’onicolisi, ovvero il distacco della lamina ungueale dal letto ungueale, che si verifica in particolare nel pollice e nel quarto dito. Gli ormoni tiroidei sono fondamentali per la regolazione del metabolismo cellulare e del ciclo di crescita dei tessuti, inclusi i follicoli piliferi.

Questi ormoni esercitano i loro effetti attraverso recettori nucleari specifici presenti in quasi tutte le cellule del corpo, modulando l’espressione genica e influenzando processi come la proliferazione, il differenziamento e la sopravvivenza cellulare. Nel contesto dei follicoli piliferi, gli ormoni tiroidei hanno un ruolo chiave nel mantenere la fase anagen (fase di crescita attiva) e nel regolare il ciclo del capello. In condizioni normali, T3 e T4 favoriscono la crescita e la vitalità dei capelli, stimolando l’attività dei cheratinociti e delle cellule della matrice del follicolo pilifero. La loro azione è mediata dall’aumento della sintesi proteica, dall’incremento dell’attività mitocondriale e dal miglioramento del flusso sanguigno locale, che garantisce un apporto ottimale di nutrienti e ossigeno al follicolo.

Alterazioni della funzione tiroidea, tuttavia, interrompono questo equilibrio, portando a effetti visibili sulla salute e sull’aspetto dei capelli e delle unghie, in modo analogo a quanto succede in caso di anemia marziale (carenza di ferro). Ecco perché la diagnosi e il trattamento farmacologico tempestivo dei disturbi tiroidei, possono migliorare significativamente la salute di unghie e capelli, sebbene il recupero completo possa richiedere mesi, poiché questi tessuti necessitano di tempo per rigenerarsi. Pertanto, è fondamentale monitorare la funzione tiroidea in pazienti che presentano problemi persistenti a capelli e unghie, poiché questi segni possono rappresentare un indicatore precoce di disturbi sistemici sottostanti.

Meccanismi degli ormoni tiroidei ed effetti sui capelli

Gli ormoni tiroidei agiscono direttamente sulle cellule della matrice follicolare tramite recettori specifici, attivando vie di segnalazione intracellulare che influenzano la produzione di proteine strutturali come la cheratina. I recettori tiroidei nucleari TR-alfa e TR-beta sono i principali mediatori di questi effetti essendo dei fattori di trascrizione nucleare attivabili dagli ormoni. Essi lavorano di concerto con altre proteine della cromatina, per indurre la batteria genica giusta in base alle condizioni omeostatiche in cui si trovano le cellule. Non si sa ancora se ci sia la partecipazione dei recettori citoplasmatici per la T3, dato che è stato scoperto che una variante del TR-alfa sintetizzata dalle cellule non è in grado di fungere da fattore di trascrizione, ma piuttosto resta nel citoplasma e porta all’attivazione di proteina-chinasi (PKG-II, ERK, PI3K, c-Akt).

Queste vie di segnale sono positivamente associate alla proliferazione ed alla sopravvivenza cellulare. Inoltre, gli ormoni tiroidei regolano l’attività dei fibroblasti nella papilla dermica, che sono cruciali per la produzione di fattori di crescita necessari per il ciclo del follicolo pilifero. Le cellule del bulbo pilifero, infatti, non differiscono da tutte le altre in fatto di dipendenza dall’effetto nutritivo (trofico) da parte di proteine circolanti nel torrente sanguigno, fattori di crescita appunto, che hanno una potente azione induttiva sulla replicazione cellulare ed eventualmente sul differenziamento. Sono questi, in definitiva che cooperano con i recettori degli ormoni tiroidei, controllando le fasi di crescita, mantenimento o declino del bulbo (anagen, catagen, ecc.).

Nell’ipertiroidismo, livelli eccessivi di T3 e T4 accelerano il metabolismo cellulare e il turnover follicolare. Questo porta a una rapida transizione dalla fase anagen alla fase telogen, causando un telogen effluvium, ovvero una perdita diffusa di capelli. I capelli appaiono sottili, morbidi e più inclini alla caduta, nonostante il tasso di crescita possa inizialmente sembrare aumentato. La fragilità è spesso accentuata dalla disorganizzazione della struttura della cheratina e dall’aumento della sensibilità dei follicoli piliferi agli stress ossidativi. L’ipertiroidismo cronico può anche contribuire a un’atrofia progressiva dei follicoli piliferi, aggravando il diradamento.

L’ipotiroidismo, al contrario, rallenta il metabolismo cellulare e riduce l’attività mitotica nei follicoli piliferi. Questo determina un prolungamento della fase telogen (fase di riposo) e una riduzione della fase anagen, causando un diradamento generale e un rallentamento della crescita dei capelli. I capelli diventano sottili, secchi, fragili e tendono a spezzarsi facilmente, riflettendo il calo della sintesi di cheratina e la ridotta produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee. Inoltre, l’atrofia dei follicoli piliferi può portare a una perdita diffusa dei capelli, con modelli non cicatriziali. Un sintomo specifico dell’ipotiroidismo avanzato è la perdita della parte laterale delle sopracciglia, che rappresenta un segno diagnostico distintivo.

Autoimmunità tiroidee a salute dei capelli

Le malattie autoimmuni della tiroide, come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Graves, possono peggiorare ulteriormente l’integrità dei capelli. I processi autoimmuni possono coinvolgere direttamente il follicolo pilifero, danneggiando le cellule della matrice o interferendo con i segnali molecolari che regolano il ciclo del capello. In alcuni casi, queste condizioni possono coesistere con altre forme di alopecia autoimmune, come l’alopecia areata, amplificando la caduta dei capelli. La diagnosi tempestiva e il trattamento adeguato dei disturbi tiroidei, spesso con levotiroxina per l’ipotiroidismo o farmaci antitiroidei per l’ipertiroidismo, possono portare a un miglioramento della salute dei capelli.

La patologia su base autoimmune, tuttavia, necessita di un trattamento mirato per poter tenere a bada la causa sottostante. In questo caso i farmaci biologici possono essere una scelta, dato che i farmaci immunosoppressivi tradizionali (soprattutto methotrexate, cortisonici e micofenolato mofetil) interferiscono con i processi replicativi delle cellule a continuo rinnovo (midollo osseo, mucose, pelle ed anche bulbi capilliferi e radici ungueali). Tuttavia, la risposta del follicolo pilifero ai cambiamenti ormonali richiede tempo, e i benefici sulla crescita e sull’aspetto dei capelli possono essere visibili solo dopo diversi mesi. Una gestione integrata che includa il supporto nutrizionale, come l’integrazione con aminoacidi solforati (cisteina, metionina), vitamine (acido folico, biotina) e minerali (soprattutto ferro, rame e zinco), può essere utile per accelerare il recupero.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Hardman JA et al. PLoS One. 2015 Mar 30; 10(3):e0121878.

Contreras-Jurado C et al. PLoS One. 2014; 9(9):e108137.

Bodó E et al. J Invest Dermatol. 2009 May; 129(5):1126-39.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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