lunedì, Gennaio 6, 2025

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La bioterapia dell’ovaio policistico: andare alla radice correggendo il microbiota

La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo ormonale che colpisce le donne in età riproduttiva e causa sintomi come mestruazioni irregolari e cisti ovariche. Questa condizione è spesso associata a complicazioni metaboliche, tra cui resistenza all’insulina, aumento del rischio di malattie cardiovascolari e obesità. Questi effetti metabolici potrebbero anche essere aggravati da squilibri del microbiota intestinale, che possono influenzare l’infiammazione sistemica e la segnalazione dell’insulina. Sebbene i trattamenti per la PCOS comportino frequentemente terapie ormonali, queste possono talvolta esacerbare la resistenza all’insulina e i problemi metabolici, creando la necessità di trattamenti alternativi. Nuove ricerche indicano che probiotici e prebiotici, potrebbero offrire benefici nella gestione dei sintomi della PCOS migliorando la salute metabolica e l’infiammazione. Tuttavia, le variazioni nel disegno dello studio e la mancanza di standardizzazione nei metodi di intervento hanno reso difficile trarre conclusioni chiare sulla loro efficacia.

Un’ultima revisione sistematica pubblicata mirava a valutare l’impatto degli integratori pre-, pro- e simbiotici sulla resistenza all’insulina e sull’equilibrio ormonale nelle donne con PCOS. I ricercatori hanno condotto una ricerca completa su numerosi database medici per identificare studi clinici randomizzati pertinenti. Gli studi ammissibili includevano quelli condotti su donne a cui era stata diagnosticata la PCOS e che prevedevano l’integrazione con pre-, pro- e simbiotici per almeno otto settimane. I parametri chiave valutati includevano la resistenza all’insulina, che è stata stimata tramite l’HOMA-IR, così come l’insulina a digiuno, i livelli di glucosio e i marcatori ormonali come il testosterone e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG), che è coinvolta nella regolazione ormonale. I ricercatori hanno affermato che l’eterogeneità di ceppi, dosaggi e durate di intervento negli studi richiedeva anche una sintesi qualitativa piuttosto che una meta-analisi.

Lo studio ha scoperto che l’integrazione con pre-, pro- e simbiotici ha portato a una migliore sensibilità all’insulina e a una riduzione degli squilibri ormonali nelle donne con PCOS. Le partecipanti che hanno utilizzato simbiotici hanno mostrato notevoli riduzioni della resistenza all’insulina, con livelli di glucosio a digiuno e insulina migliorati rispetto ai gruppi di controllo. L’integrazione probiotica da sola ha portato a moderati miglioramenti nei punteggi HOMA-IR e nel glucosio a digiuno, sebbene questi cambiamenti fossero più pronunciati con i simbiotici, che combinano probiotici e prebiotici. Inoltre, è stato scoperto che i trattamenti simbiotici superano i soli probiotici o prebiotici in termini di cambiamenti del profilo lipidico, con conseguente riduzione dei livelli di lipoproteine ​​a bassa densità e trigliceridi, insieme a livelli di lipoproteine ​​ad alta densità aumentati. Questi cambiamenti potrebbero potenzialmente ridurre i rischi cardiovascolari associati alla PCOS.

Oltre ai miglioramenti metabolici, l’integrazione simbiotica ha anche mostrato effetti benefici sui parametri ormonali, con aumenti di SHBG e riduzioni dei livelli di testosterone libero, che sono spesso elevati nella PCOS. Inoltre, gli integratori prebiotici, in particolare la destrina resistente, hanno anche dimostrato miglioramenti nei profili lipidici, nei biomarkers infiammatori e nei livelli di androgeni, suggerendo benefici per le funzioni metaboliche ed endocrine. Sebbene gli studi esaminati abbiano presentato risultati promettenti, sono state osservate anche alcune incongruenze, che i ricercatori ritengono siano dovute a variazioni nella durata dell’intervento, nei ceppi probiotici e nei dosaggi. Inoltre, i brevi periodi di intervento in alcuni studi hanno limitato le valutazioni a lungo termine, mentre la mancanza di standardizzazione nei ceppi batterici e nei tipi di prebiotici ha complicato i confronti tra gli studi.

Tuttavia, la revisione ha indicato che sia i probiotici che i sinbiotici possono influenzare positivamente i marcatori metabolici e ormonali nella PCOS, con i sinbiotici che mostrano i miglioramenti complessivi più significativi. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi con protocolli standardizzati, popolazioni diverse e periodi di intervento più lunghi per convalidare questi risultati. Una migliore comprensione dell’integrazione ottimale potrebbe migliorare la gestione della PCOS e la qualità della vita delle donne colpite. Alla luce di queste informazioni si incentiva per le donne affette da PCOS e che consumano yogurt o altri alimenti fermentati, di “condire” il loro yogurt giornaliero con cereali integrali o muesli che forniscono la fibra prebiotica. In tal modo l’alimento si completa diventando sinbiotico, come dichiarato dalla letteratura scientifica e confermato da recenti trials clinici pilota.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Martinez Guevara D et al. Nutrients. 2024; 16(22):3916.

Hariri Z et al. BMC Womens Health. 2024 Jan; 24(1):19.

Guevara M, Cañas V et al. Nutrients 2024; 16(22).

Salmeri N et al. Microorganisms. 2023; 11(8):2089.

Karimi E et al. Lipids Health Dis. 2020 Apr; 19(1):60.

Molina NM et al. Biomolecules. 2020; 10(4):593.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998; specialista in Biochimica Clinica dal 2002; dottorato in Neurobiologia nel 2006; Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA (2004-2008) alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. Medico penitenziario presso CC.SR. Cavadonna (SR) Si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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